L'ANALISI
12 Febbraio 2014 - 17:08
Trovarla è facilissimo. E’ incastonata all’ombra di uno dei gioielli di Crema, la chiesa di Santa Maria della Croce. Solo per questo merita una visita e una sosta. Detto ciò, non è per la location da cartolina che la Casa del Pellegrino ha costruito la sua fortuna. Nel corso degli anni si è ritagliata un posto di primo piano nella ristorazione cremasca, assecondando e deliziando i palati dei suoi molti avventori. In primis, come suggerisce il nome scelto per l’attività, dei pellegrini. Sì, perché per le comitive di fedeli di passaggio nel vicino santuario la tappa è quasi obbligata. Varcata la soglia d’ingresso del locale, troveranno pareti alte e spoglie, poderose travi a vista in legno e avvertiranno da subito il calore di un’ospitalità cordiale e sincera. I titolari Alessandro Fedele (cuoco) e Luca D’Asio, entrambi lodigiani, hanno predisposto un menu tutto per loro, che prevede fra gli antipasti flan di verdure con fonduta e il salame cremasco con formaggio salva e tighe. Fra i primi, vari tipi di risotto, lasagne della casa e ravioli di magro al burro versato, che cedono il posto a secondi robusti in grado di coniugare eleganza e sostanza (cotechino con puré, spezzato d’asina con polenta, nocetta di maiale e arrosto di vitello). Per incrociare le esigenze di tutti, sono disponibili anche un menu ‘cremasco’ (un compendio di prodotti tipici della tradizione locale) e una proposta a prezzi volutamente contenuti per i pranzi di lavoro. Ma i veri tesori da ricercare sono quelli custoditi nel classico menu alla carta, e si possono assaporare tutte le sere. Qualche consiglio? Il salmone servito come antipasto è di altissima qualità, così come il flan di melanzane con ricotta e curry e la cremadi ceci con gamberi al bacon. Nella lista dei primi si può affondare nel gusto rotondo e profondo dei tortelli con stufato d’asina oppure sposare la leggerezza dei fusilloni al ragù di pesce bianco e zucchine. Nei secondi, tanta carne. Si può partire da un carrè di maialino da latte al forno con mele e prugne e proseguire con altre scelte o lasciarsi sorprendere dalle proposte di pesce, a cominciare da quella del giorno, variata di continuo, che merita di essere provata e riprovata, senza dimenticare una rispettabilissima frittura di calamari e gamberi, adatta a chi predilige le portate meno sofisticate. Tra i dolci, citazioni speciali per la tortionata (qui l’origine lodigiana dello chef trapela alla grande), le crostate fatte in casa e il cheese cake, anch’esso artigianale. Buona, equilibrata, anche se limitata, la carta dei vini. Imperdibile, infine, il pane fatto in casa. E’ consigliato quello alle olive, semplice come piace ai pellegrini e sfizioso per intercettare il gradimento dei palati più esigenti.
Vittoriano Zanolli
(Provato il 22 dicembre 2013)
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