Sulle rive del torrente Tidone,
Pianello è una delle tante
gemme nascoste nei meandri
dell'Appennino. Lontano
dai grandi flussi di traffico, il
piccolo paese si trova sulle prime ondulazioni
della collina piacentina ed
apre le porte della Comunità Montana
della val Tidone.
A circa quattro chilometri dal centro,
immersa in un suggestivo scenario
collinare dove pendii coltivati si
alternano a più selvaggi boschi spontanei,
la rocca d'Olgisio si eleva severa
a 560 metri di altitudine. La quota
non è eccessiva ma la fortunata posizione
sullo spartiacque tra le valli del
Tidone e del Chiarone, consente di
dominare vasti settori del fondovalle
e della vicina pianura emiliana: una
collocazione così strategica non poteva
sfuggire ai signori del Medioevo
che si contesero per decenni questa
fortificazione. Dopo anni di vicissitudini
cruente, tradimenti e violenti
passaggi di mano, nel 1378 la rocca
fu assegnata da Galeazzo Visconti a
Jacopo dal Verme, "capitano di ventura"
di origine veronese che estese
il suo dominio su ampi settori dell'Appennino
piacentino: nonostante
alcune interruzioni, i suoi discendenti
rimasero proprietari del castello
fino all'estinzione della casata, avvenuta
nell'Ottocento. Prima dell'attuale
proprietà — che ha ripristinato
l'antico splendore del maniero—
la Rocca ha vissuto momenti difficili
ed umilianti spoliazioni. Gravi danneggiamenti,
testimoniati anche da
diversi documenti fotografici, furono
inferti alla rocca durante la Seconda
Guerra Mondiale. Anche nel
Novecento, infatti, Rocca d'Olgisio
ebbe una rilevanza militare: vi si insediarono
le brigate partigiane del Piacentino
che subirono gli assalti dell'esercito
tedesco durante gli ultimi
mesi del conflitto.
La rocca è accessibile sia a piedi, con
un sentiero che parte dal fondovalle
della val Chiarone, sia in auto. Percorrendo
la provinciale che sale da
Pianello la rocca appare come fosse
una sentinella mentre avvicinandosi
si viene sovrastati da una costruzione
la cui imponenza è amplificata dallo
sperone roccioso sul quale sorge.
Una volta entrati tra le mura si guadagna
l'accesso all'ampio e verdeggiante
cortile dove si trova un profondo
pozzo. Secondo la tradizione,
vi si nasconde un tunnel che avrebbe
permesso la fuga degli abitanti nel
caso di un rovinoso assedio.
La visita alle varie parti del castello
—dal dongione all'oratorio, alla loggia
— desta interesse non solo per i
reperti e per la storia della fortificazione
ma anche per la possibilità di
apprezzare un contesto naturale davvero
suggestivo: impagabili, infatti,
risultano gli scorci verso la pianura e
la collina. Lo stesso centro di Pianello,
meritevole di una passeggiata, è
impreziosito da una Rocca, voluta
proprio dai Dal Verme come ‘palazzo
di città’. Oggi sede comunale,
ospita anche il Museo Archeologico
della val Tidone.
Sulle rive del torrente Tidone, Pianello è una delle tante gemme nascoste nei meandri dell'Appennino. Lontano dai grandi flussi di traffico, il piccolo paese si trova sulle prime ondulazioni della collina piacentina ed apre le porte della Comunità Montana della val Tidone. A circa quattro chilometri dal centro, immersa in un suggestivo scenario collinare dove pendii coltivati si alternano a più selvaggi boschi spontanei, la rocca d'Olgisio si eleva severa a 560 metri di altitudine. La quota non è eccessiva ma la fortunata posizione sullo spartiacque tra le valli del Tidone e del Chiarone, consente di dominare vasti settori del fondo valle e della vicina pianura emiliana: una collocazione così strategica non poteva sfuggire ai signori del Medioevo che si contesero per decenni questa fortificazione. Dopo anni di vicissitudini cruente, tradimenti e violenti passaggi di mano, nel 1378 la rocca fu assegnata da Galeazzo Visconti a Jacopo dal Verme, "capitano di ventura" di origine veronese che estese il suo dominio su ampi settori dell'Appennino piacentino: nonostante alcune interruzioni, i suoi discendenti rimasero proprietari del castello fino all'estinzione della casata, avvenuta nell'Ottocento. Prima dell'attuale proprietà — che ha ripristinato l'antico splendore del maniero — la Rocca ha vissuto momenti difficili ed umilianti spoliazioni. Gravi danneggiamenti, testimoniati anche da diversi documenti fotografici, furono inferti alla rocca durante la Seconda Guerra Mondiale. Anche nel Novecento, infatti, Rocca d'Olgisio ebbe una rilevanza militare: vi si insediarono le brigate partigiane del Piacentino che subirono gli assalti dell'esercito tedesco durante gli ultimi mesi del conflitto. La rocca è accessibile sia a piedi, con un sentiero che parte dal fondovalle della val Chiarone, sia in auto. Percorrendo la provinciale che sale da Pianello la rocca appare come fosse una sentinella mentre avvicinandosi si viene sovrastati da una costruzione la cui imponenza è amplificata dallo sperone roccioso sul quale sorge. Una volta entrati tra le mura si guadagna l'accesso all'ampio e verdeggiante cortile dove si trova un profondo pozzo. Secondo la tradizione, vi si nasconde un tunnel che avrebbe permesso la fuga degli abitanti nel caso di un rovinoso assedio. La visita alle varie parti del castello — dal dongione all'oratorio, alla loggia— desta interesse non solo per i reperti e per la storia della fortificazione ma anche per la possibilità di apprezzare un contesto naturale davvero suggestivo: impagabili, infatti, risultano gli scorci verso la pianura e la collina. Lo stesso centro di Pianello, meritevole di una passeggiata, è impreziosito da una Rocca, voluta proprio dai Dal Verme come ‘palazzo di città’. Oggi sede comunale, ospita anche il Museo Archeologico della val Tidone.