Re Laurino era un antico sovrano dotato di prodigiosi poteri: la sua cintura gli donava la forza di quattordici uomini mentre una cappa magica poteva renderlo invisibile. Forte di queste risorse rapì una sposa proprio durante il matrimonio. Inseguito dai nobili che assistevano alle nozze si rifugiò nel suo splendido giardino: quasi sopraffatto dai nemici, nonostante la forza che gli dava la sua cintura, si decise ad indossare la cappa per rendersi invisibile. Per sua sfortuna, però, calpestando il giardino veniva comunque individuato dai nobili che seguendo le orme lo sconfissero. «Né di giorno né di notte nessuno potrà più ammirarti», disse re Laurino, scagliandosi contro il suo giardino che lo aveva tradito. Nell'impeto della maledizione, però, dimenticò l'alba ed il tramonto e così, da allora, le pareti del Catinaccio— in tedesco, Rosengarten, appunto giardino delle rose—si tingono della splendida colorazione rosa. Un fenomenoche i ladini chiamano ‘enrosadira’. Secondo altri, però, re Laurino non era un sovrano predatore ma un padre inconsolabile che maledì il suo giardino perché aveva attirato l'attenzione di un principe: costui, passando, rimase incantato da un così bel roseto e rapì la ragazza che se ne occupava, appunto la figlia di re Laurino. Questa ed altre leggende sono narrate lungo il ‘sentiero delle leggende’, un percorso che unisce il rifugio Gardeccia (1935 mslm, raggiungibile anche con una jeep-navetta) e il Ciampedie. E' un sentiero facile ed agevole, adatto anche alle famiglie con bambini al seguito: si rimane al cospetto di Catinaccio e Vajolet con una spettacolare vista verso la Marmolada.
I più ambiziosi possono invece raggiungere il cuore delle Dolomiti conquistando inizialmente i rifugi Preuss e Vajolet (2240 mslm): particolarmente suggestivo è il primo, appollaiato su uno sperone roccioso e voluto ad inizio secolo dal celebre alpinista fassano Tita Piaz. Vi si arriva con un sentiero impegnativo che colma i trecento metri di dislivello (segnavia 546). Entrambi i rifugi costituiscono una tappa intermedia verso tre obiettivi: il passo delle Coronelle, a 2630 mslm, si raggiunge seguendo un sentiero (n. 541) che mantenendosi a mezza costa si porta alla base di un ripido vallone roccioso. Superando ripide balze tra le pietraie si risale fino alla stretta insellatura che, nel cuore del Catinaccio, pone in comunicazione con la val di Tires: si aprono vasti panorami verso ovest e si gode di un'invidiabile vista sulla Marmolada, ad est. Più vicino è il rifugio Re Alberto, ai piedi delle Torri del Vajolet: il sentiero che vi arriva—ripido e insidioso, segnavia 542—richiede però assenza di vertigini e passo particolarmente sicuro. Una volta giunti nella spettacolare conca dove sorge il Re Alberto risulta invece facile la conquista della forcella Santner e del vicino rifugio: qui si dominano ampi settori della val di Tires e della val d'Ega restando ai piedi di vertiginose pareti dolomitiche. Un terzo obiettivo può essere il rifugio passo Principe: posto a 2601 metri di altitudine è raggiungibile con una camminata meno impegnativa delle precedenti sia come pendenze sia come caratteristiche tecniche del sentiero (n. 584).