L'ANALISI
04 Novembre 2015 - 13:57
CREMONA — La scala di seta di Gioacchino Rossini debutterà venerdì 6 novembre (ore 20,30) al Ponchielli per la stagione lirica, in replica poi domenica 8 novembre alle 15,30. Ma questo pomeriggio alle 15 l’opera buffa, messa in scena da Damiano Michieletto e ripresa dal suo assistente Andrea Bernard , verrà proposta agli studenti del progetto Per fare un’opera e agli anziani; si tratta della generale prima del debutto di venerdì prossimo. Il riallestimento de La scala di seta rappresenta infatti la produzione di Fondazione Teatro Amilcare Ponchielli nell’ambito del circuito OperaLombardia. La scala di seta si situa nell’ambito del teatro musicale la farsa giocosa (o comica) fu un genere assai diffuso soprattutto fra l’ultimo decennio del ‘700 e i primi due dell’800. In Italia, uno dei teatri specializzati in questo tipo di rappresentazioni (derivanti dall’intermezzo settecentesco e caratterizzate dalla breve durata e dalla semplificazione scenotecnica) fu il Teatro San Moisè di Venezia, la cui programmazione era maggiormente rivolta ad un pubblico più popolare rispetto a quello aristocratico della Fenice. E proprio al San Moisè videro la luce tutte e cinque le farse comiche composte dal giovane Rossini, all’epoca all’inizio della sua sfolgorante carriera di musicista. In particolare, il successo delle prime due farse (Cambiale di matrimonio, 1810 e Inganno Felice,1812) incoraggiò l’allora impresario del San Moisè, Antonio Cera, a commissionare a Rossini altre tre farse giocose, rappresentate l’una a breve distanza dalle altre (due ancora nel 1812, l’ultima nel gennaio 1813). La prima di queste fu La scala di seta, la cui trama riprende alcuni degli elementi tipici del teatro comico settecentesco: un matrimonio segreto, un tutore da beffare, appuntamenti notturni e situazioni equivoche ma divertenti. Giovanissimo il cast di Scala di seta, a guidare l’orchestra è il maestro Francesco Ommassinimentre la fresca regia è di Damiano Michieletto ripresa da Andrea Bernard. L’ambientazione è fortemente contemporanee, stupirà tanti, senza stravolgere lo spirito dell’opera.
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