L'ANALISI
26 Dicembre 2014 - 11:04
'Lasciatemi provare. Adolescenti, ormoni a mille'
di don Marco D’Agostino
edizioni Paoline-San Paolo
pagine 178, € 12,00
Quanto don Marco D’Agostino riesca a identificarsi nel mondo adolescenziale e post-adolescenziale del quale fa quotidiana esperienza, appare ancora una volta evidente nel suo nuovo libro Lasciatemi provare. Adolescenti, ormoni a mille (edizioni Paoline-San Paolo, pagine 178, euro 12,00). Ne descrive le giornate e i momenti fra banchi di scuola, casa, allenamenti e partite; ne assume realisticamente il linguaggio; ne raccoglie e interpreta le pulsioni incontrollate e le ribellioni all’ordine precostituito, innanzitutto quello familiare e scolastico, quando i genitori, vengono subiti come «oppressivi» e «stancanti» e gli insegnanti, almeno quelli più tradizionali, come «giudici impietosi» non solo del profitto scolastico ma perfino della vita.
E quando gli uni e gli altri, naturalmente, stringono alleanza, e chiudersi solitari nella propria stanza, guardando il soffitto, appare l’unico rifugio. Emergono, in un percorso evolutivo di metamorfosi fisiche e psicologiche, le contraddizioni e le fatiche di impegni duraturi, lo sbocciare e il crescere dei sentimenti: «Dentro di te non sai ancora bene cosa vuoi e gli altri, di solito, sempre così sicuri e decisi pressano la tua vita con insistenza».
L’autore fa raccontare quello che sperimenta in sé stesso a Loris Priori, il ragazzo già al centro dei due precedenti volumi della serie, alle prese stavolta con l’esame di riparazione in fisica, e lo mette poi a confronto con il sentire dei compagni di scuola, degli amici e delle amiche (comprese quelle di cui sembra di innamorarsi o si innamora davvero), degli insegnanti. Lasciatemi provare è, nella sua immediatezza espressiva, una storia di educazione all’affettività che affronta senza reticenze i profili della corporeità e della sessualità, quanto mai decisivi nell’età presa in esame. Un professore di informatica che sembra «ancora un po’ ragazzo» ha un ruolo maieutico nell’aiutare ragazzi e ragazze ad affrontarli, oltre le battute volgari e le insinuazioni maliziose dei primi, catturando la maggiore riflessività e predisposizione delle seconde alla stabilità, favorendo l’esprimersi, in forme più mature, degli uni e delle altre. Per una volta spegne il pc e accetta di parlare «di noi e non delle macchine e dei programmi. Forse di programmi sì, quelli che avremmo dovuto elaborare per il presente e il futuro».
C’è spazio, nella seconda parte del racconto, anche per il rapporto con Dio e con la Chiesa, attraverso la «predica» fuori dagli schemi di un sacerdote, che attraversa più capitoli, e che permette, ai giovani in ascolto, di incontrarne il volto veritiero e misericordioso, consentendo anche, attraverso il protagonista, di comprendere e recuperare appieno il senso, non di «prova» ma di decisione, di un’autentica relazione con gli altri. (g.g.)
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