L'ANALISI
Gli incubi del tirannicida
25 Novembre 2014 - 17:19
Fondazione Castello di Padernello
Via Cavour, 1 Padernello
Borgo san Giacomo (Bs)
Ore 20,45
Telefono: +39 030 9408766
e-mail: info@castellodipadernello.it
Di e con Alessandro Quattro e Alessandro Mor
luci di Stefano Mazzanti
suoni di Carlo Dall’Asta
in coproduzione con Residenza Idra – Teatro Inverso
L’elaborazione drammaturgica prende spunto dal Giulio Cesare di William Shakespeare e ne isola la figura di Bruto, il tirannicida. Un uomo solo, coperto da un lenzuolo, come in un mausoleo della memoria, viene risvegliato dai fantasmi di Cesare, di Antonio e di Cassio, che lo costringono a rivivere i conflitti della sua esistenza ancora in cerca di una soluzione. Come se il pericolo del cesarismo fosse imminente.
Il suo sogno, o il suo incubo, procede dividendo la mente e i sensi tra l’ossessione di ciò che deve compiere con gli altri cospiratori, e la necessità di fare un discorso pubblico politicamente convincente per giustificare le ragioni del suo atto. Il luogo in cui si trova si trasforma quindi in un giardino notturno, nel Senato, nello studio di un politico moderno che prova a trovare le parole giuste per il suo discorso, e in un’arena da cui parlare finalmente alla nazione, fino a riassorbire la sua figura nella sua fissità fuori dal tempo.
Si indaga il percorso intimo di un personaggio pubblico, i dubbi che si affollano nella coscienza prima e dopo un’azione di estrema ribellione, come quella contro la svolta autoritaristica del cesarismo. Una sorta di archetipo del conflitto politico che ci mette di fronte ancora oggi alle stesse domande: quanto partecipiamo al bene comune? Quanto siamo manipolabili dai discorsi della politica? L’eliminazione di un leader politico può mai essere giustificata in nome della libertà di un popolo? Dove risiede esattamente il confine tra politica e terrorismo?
Bruto, che si assume pubblicamente la responsabilità politica dei suoi atti, sa leggere in profondità i movimenti e le accelerazioni del momento storico che sta vivendo, o si arrocca in un idealismo fuori dal tempo? E più in generale, un singolo può veramente intervenire sugli eventi, tentare di “raddrizzare” la Storia, o questa è un flusso imprevedibile che travolge drammaticamente chi le si oppone?
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