L'ANALISI
02 Luglio 2013 - 16:48
RIVAROLO MANTOVANO - Secondo appuntamento venerdì 5 luglio calle 21.30 on l'Opera Galleggiante Festival. In piazza Finzi arriverà Leo Bassi con il suo Best of.
Bassi cosmopolita, geniale, imprevedibile, circense eclettico, dissacrante, vero mito della clownerie mondiale presenta, concepito per l’occasione, un suo personale The Best Of, impreziosito dai migliori numeri della sua carriera, ripercorrendo le tappe della storia della sua famiglia.
Racconterà che cosa è, e soprattutto cos’era, il circo e qual è la missione dell’artista che in pista si esibisce: essere artista di circo significa mostrare alla gente che si può raggiungere alte vette con la sola propria forza, senza interventi divini, senza intercessione dei potenti.
Per parlare di politica, Bassi si sente moralmente obbligato a vestire i panni dell’unico essere magico in grado di sostenere questa missione, il clown bianco. Veste in scena i panni brillanti del bianco, ruolo che ha ereditato da più di un secolo di tradizione famigliare. Grazie ai panni di clown bianco, può parlare di speranza, di riscatto grazie a poesia e romanticismo (di cui questa figura ha grande esperienza) e svelando le mistificazioni quotidiane con cui abbiamo a che fare.
E' un'antologia lunga novanta minuti dell’erede di una stirpe di pagliacci che ha trasformato la risata in un’arma per il cambiamento. Artista originale, dissacrante e dirompente, Leo Bassi fa del dialogo con il pubblico uno dei suoi punti di forza. E’ un personaggio assolutamente imprevedibile capace di affettare al volo i cocomeri con una motosega, così come di regalare lampi di autentica poesia, o di affrontare i temi che gli stanno più a cuore, come la difesa dell'ambiente.
Artista giramondo e poliglotta (parla otto lingue, tra), Leo Bassi è un personaggio assolutamente unico, Ogni suo show è un'esperienza imperdibile e piacevolmente sconvolgente per il pubblico, a maggior ragione se in una sola serata presenta il meglio del suo repertorio.
Leo Bassi (Stati Uniti, 1952) è artista che da anni si esibisce di fronte a platee di tutto il mondo grazie alle sue origini circensi, quindi nomadi per eccellenza, e grazie alle numerose lingue che conosce che gli consentono di parlare e dialogare con il pubblico di ogni dove.
Perennemente in giro per il mondo a portare spettacoli straordinari e sempre originali come: Revelation e Utopia.
In Italia lo si è visto sul piccolo schermo in varie trasmissioni di Piero Chiambretti, ma anche il cinema ha scoperto il suo talento. John Turturro, ad esempio, lo ha voluto nel suo film Illuminata.
Ma cosa significa essere un buffone per questo artista che ha fatto del mondo la propria casa? Significa parlare di valore. Giunto a 60 anni di età Leo Bassi ripercorre le tappe della storia della sua famiglia: “Io sono conosciuto per le mie provocazioni, dicono che sono pazzo, che sono estremista e che faccio troppa politica. Se la gente pensa questo di me è perché non conosceva mio nonno”.
E racconta di Marcello Bassi, discendente di una famiglia circense italiana, di natali toscani, che all’inizio del ‘900 emigrò e andò in Francia. Leo Bassi racconta che cosa è, e soprattutto cos’era, il circo e qual è la missione dell’artista che in pista si esibisce: essere artista di circo significa mostrare alla gente che si può raggiungere alte vette con la sola propria forza.
Gli ideali di Marcello Bassi, clown bianco, si scontrarono prepotentemente un giorno del 1914, quando la polizia francese interruppe lo spettacolo per arruolare tutti gli uomini di età non inferiore ai 17 anni. Tutti vennero portati alla stazione, anche Marcello Bassi, ancora in abiti da clown bianco. La prima guerra mondiale segnò profondamente quest’uomo, ma non completamente, perché la missione del buffone è questione di vita o di morte, egli ride della realtà e dei potenti. Il pubblico può vedere una foto di quest’uomo, presentato dalle stesse parole del nipote: “L’unica foto che in famiglia abbiamo di mio nonno durante la guerra è questa, quella di un uomo con un cane sulla testa”. Marcello Bassi è, infatti, ritratto proprio in abiti da soldato con un cane seduto in equilibrio sulla sua testa.
Insieme alle sue origini del circo non dimentica una piccola ma grande citazione di un personaggio della pista. Ricorda quando era bambino e aveva avuto la curiosità e il coraggio di andare da Charlie Rivel, allora ottantaquattrenne, al quale chiese da cosa si potesse capire se un uomo fosse o meno un vero clown. Charlie Rivel rispose che un grande clown è quello che entra in pista, non fa nulla, sta fermo, e nonostante ciò il pubblico inizia a ridere.
E Leo Bassi a questo ricordo aggiunge “E io è più di un’ora e mezza che sono qui a far casino! Incredibile! Ma ho solo 60 anni, ne ho ancora 24 davanti”.
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