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LA STORIA

«Rifiutato dalla madre», per il bisnonno Angelo l’aiuto arriva da Trento

Piadena Drizzona. Dopo l’appello accelerazione nella ricostruzione della famiglia

Davide Luigi Bazzani

Email:

davideluigibazzani@gmail.com

16 Novembre 2022 - 05:10

Per il bisnonno Angelo l’aiuto arriva da Trento

La cascina di via Castello dove, probabilmente, nacque Angelo Rocco

PIADENA DRIZZONA - Si sta gradualmente dipanando il mistero genealogico che ha portato Paola Rocchetta, residente a Fidenza, a lanciare un appello per cercare di ricostruire le proprie origini, partendo dal suo bisnonno, Angelo Rocco Aldi, nato il 16 agosto 1880 a Piadena, in quella che all'epoca era via Platina 138, figlio di madre che non volle essere nominata. Un bimbo che appena nato finì al brefotrofio di Cremona, l'istituto che accoglieva e allevava i neonati illegittimi, abbandonati o in pericolo di abbandono. Il piccolo venne poi adottato da una famiglia piacentina. Il bambino venne inviato al brefotrofio lo stesso giorno della nascita e preso in carico dall’istituto al numero 142 e battezzato nella parrocchia dell’Ospedale Maggiore. A dare una mano nelle ricerche, dopo aver letto l’articolo sul nostro giornale, è stata la Emanuela Santilli, residente in provincia di Trento, che fece a suo tempo, con successo, una indagine analoga perché sua nonna era un’orfana, nativa di Pieve San Giacomo.

LA LEVATRICE

«La signora Emanuela — riferisce il consigliere comunale Luigi Pagliari — si è attivata perché colpita dalla vicenda della signora Rocchetta, simile a quella della sua famiglia. Ha scoperto che la levatrice del bisnonno della signora Paola, Leonilda Maltraversi Devò, era coniugata con Vincenzo Maltraversi, morto nel 1907, da cui ebbe tre figli». I tre figli erano Camillo Cornelio Vittore, nato il 23 marzo 1876 e morto nel 1877, Annamaria Robertina, nata il 9 marzo 1877, che non si sposò, e Ettore Vittore, nato il 21 marzo 1879 e deceduto nel 1882.

GLI ORFANI DI MADRE

«I neonati — continua Pagliari — in quell’epoca venivano mandati al brefotrofio per due motivi, principalmente: il primo era che le madri morivano durante o appena dopo il parto, il secondo per questioni economiche, perché la madre non riusciva a provvedere alle necessità del figlio. Nel caso di Angelo Rocco Aldi, si ipotizza che la madre potrebbe essere deceduta poco dopo il parto. Nel 1880, e in particolare il 20 settembre, morì Lucilla Moglia, figlia di Giovanni e Teresa Lazzarini, coniugata con Giuseppe Negri. Lucilla, che abitava in via Platina 151, gestiva con il marito una osteria e morì alle 23.10, all’età di trent’anni. Un’altra donna che morì nel 1880, l’8 novembre, all’età di 15 anni, fu Carolina Balzarini, figlia del ‘cursore’, ovvero il testimone, del Comune di Piadena». Di tutte queste persone non v’è traccia nei cimiteri locali.

IL BREFOTROFIO

Ma perché Angelo Rocco si chiamava Aldi? «Secondo la signora Emanuela, a quei tempi nei brefotrofi, ai bimbi veniva assegnato un cognome seguendo l’ordine alfabetico, a seconda del momento in cui arrivavano», spiega Pagliari.

IL LUOGO DI NASCITA

Per quanto riguarda il luogo di nascita di Angelo Rocco, l’ipotesi più accreditata è che si possa trattare della cascina posta in via Castello, a fianco della statale Asolana, all’altezza della rampa per la tangenziale nord. «I numeri civici, allora, erano definiti in un modo diverso da quello attuale e in più in ogni cascina abitavano tante persone: a ogni porta, magari, corrispondeva una abitazione e per quello i numeri civici erano di più di quelli attuali».

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