L'ANALISI
11 Novembre 2022 - 10:02
Angelo Rocco Aldi e l'atto di nascita del Comune di Piadena
PIADENA DRIZZONA - «Mi chiamo Paola e avrei bisogno dell’aiuto di tutti gli abitanti di Piadena». La signora Paola Rocchetta, residente a Fidenza, sta cercando le proprie origini. «Il mio bisnonno, Angelo Rocco Aldi, nato il 16 agosto 1880 a Piadena, in quella che all’epoca era via Platina 138, è figlio di madre che non vuole essere nominata, quindi non riesco a scoprire altro. Dall’atto di nascita, inoltre, si evince che appena nato è stato portato al brefotrofio di Cremona, poi adottato da una famiglia piacentina. La levatrice si chiamava Leonilda Maltraversi Delvò. Lui aveva capelli scuri e occhi verde smeraldo».
La signora Paola anni fa aveva contattato l’ufficio anagrafe del Comune di Piadena Drizzona sapendo che non era possibile risalire alla vecchia numerazione civica in quanto i registri venivano compilati in ordine alfabetico dei cittadini e non in ordine di via e numero. In seguito la numerazione è stata cambiata più volte.
«Nel 2014 — spiega — ho contattato il signor Gianpaolo Torchio (l’ex primo cittadino piadenese, scomparso a giugno del 2015, nda), che con estrema gentilezza mi aveva aiutato fino all’ultimo. Supponeva che in passato ci fosse un frazionamento abitativo maggiore, tanto da ipotizzare un’estensione numerica anche su via Castello. Inoltre, sul tratto che intercorre tra il nucleo abitativo di Piadena Drizzona e Canneto sull’Oglio, prima degli anni Cinquanta e Sessanta non esistevano altre abitazioni tranne un cascinale isolato».
L’Archivio di Stato di Cremona ha fornito alla signora informazioni sull’atto di nascita e sul registro degli illegittimi. «Il bambino è stato inviato al brefotrofio lo stesso giorno della nascita e preso in carico dall’istituto al numero 142 e battezzato nella parrocchia dell’Ospedale Maggiore ed è stato affidato poi alla famiglia piacentina in adozione. Risulta inoltre il giorno del matrimonio nel 1911 a Vernasca e il battesimo a Vigoleno pochi giorni prima del matrimonio».
La speranza è che si riesca a fare luce «riuscendo a capire chi fosse la levatrice Leonilda Maltraversi Devò, all’epoca trentenne, sperando che abbia tenuto un suo registro. A suo tempo sia mia nonna che mio padre sarebbero stati felici di avere informazioni. Anche a distanza di più di 100 anni, sembra sia un veto assoluto avere qualche informazione in più». Dopo il primo appello via social, è iniziata una ricerca nella memoria di diversi cittadini, ma la ricerca è oggettivamente complessa perché si va parecchio indietro negli anni. Forse qualche informazione potrebbe emergere dagli archivi parrocchiali.
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