L'ANALISI
01 Novembre 2022 - 05:15
TORRE DE' PICENARDI - Da tanti anni l’area produttiva dismessa di via Cavagnari, di proprietà della società Finbo srl e degli eredi di Silvano Forloni, rappresenta un problema irrisolto, di carattere ambientale, all’interno della comunità torrigiana, ma adesso il Comune ha deciso di affrontare la questione una volta per tutte. Ne dà conferma il sindaco Mario Bazzani: «Si tratta di un tema molto intricato perché non si comprende a chi faccia capo quell’immobile. Ci siamo affidati all’avvocato Marzia Soldani per cercare di venirne a capo».
Il 24 agosto 2016 i carabinieri di Torre de’ Picenardi fecero un blitz nel capannone e al termine vennero segnalati alla Procura di Cremona i proprietari dell’area, di circa 3000 metri quadrati, ove operava un’azienda del Bergamasco operante nel settore chimico, per la presenza di un ingente quantitativo di rifiuti speciali e amianto.
L’intervento era avvenuto nel corso di servizi pianificati dal Comando provinciale dei carabinieri di Cremona per prevenire e reprimere reati contro l’ambiente. I militari si trovarono di fronte ad una serie di rifiuti speciali accatastati e abbandonati sul posto, probabilmente anche da persone estranee entrate abusivamente nell’area.
Due giorni dopo la Stazione carabinieri fece una segnalazione alla Procura in relazione a quanto riscontrato. Risulta infatti in atto un procedimento di indagini preliminari in merito alle potenziali problematiche ambientali e igienico-sanitarie dell’area industriale dismessa.
«A questo punto però — afferma Bazzani — è indispensabile intervenire una volta per tutte per sanare questa situazione. Abbiamo già stanziato 10 mila euro per effettuare le verifiche necessarie e l’intenzione è di emettere una ordinanza per bonificare l’area. Nel caso non si riuscisse a individuare un destinatario, perché sembra davvero complicato, interverremo direttamente come Comune e poi, se sarà possibile, ci rivarremo sui titolari. Il rammarico, sin d’ora, è che si dovranno usare risorse pubbliche, cioè dei cittadini, per sanare questa ferita interna al paese».
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