L'ANALISI
09 Febbraio 2021 - 07:00
ADDIS ABEBA, 8. — Poco più di 1.300 italiani, compresi tutti i vecchi, gli ammalati, le donne e i bambini, hanno lasciato l’Asmara fino a stasera ed altri seicento dovrebbero partire entro lunedì mattina.
Le autorità consolari italiane stanno cercando di accelerare ogni tipo di pratica amministrativa e fiscale per far partire al più presto i connazionali che desiderano recarsi in Italia.
La comunità italiana di Addis Abeba, oltre ad ospitare i profughi nelle proprie case, ha raccolto per essi danaro, generi di prima necessità e viveri. Studenti e dirigenti di aziende italiane si sono improvvisati facchini, autisti e fattorini per alleviare le difficoltà di quanti hanno deciso di abbandonare una esperienza di lavoro e di vita durata molti anni.
All'Asmara la situazione stamane, ad una settimana dagli scontri fra secessionisti eritrei e truppe governative, è stata descritta come assolutamente calma.
I secessionisti avrebbero fatto saltare un ponte lungo la strada che conduce alla città portuale di Assab sul Mar Rosso, nel tentativo di rendere difficile l'afflusso dei rifornimenti. Gli eritrei cercherebbero anche di prendere il controllo della strada che unisce Massaua con l'Asmara.
Questa sera il Governo etiopico ha smentito le voci secondo cui i guerriglieri eritrei avrebbero interrotto la strada tra Asmara e la raffineria di Assab. Un comunicato ufficiale precisa che c'è stato un tentativo di far saltare un ponte, ma che esso è stato sventato, e che tre guerriglieri sono rimasti uccisi.
Oggi per la prima volta dal 31 gennaio alcuni uffici pubblici hanno riaperto per alcune ore all'Asmara. Ha aperto gli sportelli anche una banca.
La Croce Rossa Internazionale non ha ancora ricevuto l'autorizzazione a far partire verso l'Asmara i camion carichi di soccorsi, pronti già da alcuni giorni. D'altra parte, la strada fra Addis Abeba e l'Asinara è interrotta fra Debre Marcos e Gondar, ed è molto difficile trovare benzina a nord di Addis Abeba.
Sembra che nella provincia del Tigre la situazione peggiori di giorno in giorno. L'ambasciata svizzera sta provvedendo urgentemente al rimpatrio dei missionari elvetici che si trovano nella regione di Macallè (capoluogo del Tigre).
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