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26 aprile 1969

Due vili attentati a Milano

Sono i primi attentati degli Anni di piombo

Annalisa Araldi

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aaraldi@publia.it

26 Aprile 2020 - 07:00

Due vili attentati a Milano

Un ordigno, forse una bomba-carta, è esploso nello stand della Fiat - Due scoppi e incendio devastatore nell'ufficio cambio nella galleria delle carrozze alla stazione centrale: incolumi gli impiegati fuggiti in tempo

MILANO, 25 - Ignobile, vile attentato alla Fiera di Milano, nel padiglione della Fiat. Per fortuna non ci sono state vittime ma solo feriti e non gravi. All'ospedale San Carlo sono state trasportate dieci perso ne ferite o contuse nell'esplosione: cinque sono state medicate e quindi dimesse con prognosi di pochissimi giorni. Le altre cinque sono state ricoverate e quindi trasferite negli ospedali di Rho e Garbagnate.

Il rag. Teodoro Fiammingo, responsabile dello stand della Fiat, ha dichiarato che l'esplosione è avvenuta pochi minuti dopo le 19, all'inizio del tunnel di uscita dal padiglione.

Un ufficiale della P.S. ha dichiarato che l'esplosione è stata probabilmente provocata da una bomba carta rudimentale, contenuta in una borsa di finta pelle. Sono stati infatti trovati i frammenti della cerniera della borsa.

I danni materiali arrecali dall'esplosione sono molto limitati. Lo si e potuto constatare quando, ultimati i rilievi della polizia scientifica e de gli artificieri, è stato possibile vedere il punto esatto dello scoppio. Chi esce dal padiglione percorre un corridoio lungo una decina di metri e largo due o tre. Lungo tutta la parete sinistra del corridoio è sospesa, in posizione verticale, una lastra in «perplex» di vari colori, sulla quale venivano fatte le presentazioni di vecchi modelli di vetture della casa automobilistica. L'ordigno era stato collocato alla base di questa lastra, all'inizio del corridoio. Lo scoppio ha provocato nella lastra di «perplex» uno squarcio di una trentina di centimetri di diametro, i cui bordi appaiono ora bruciacchiati. Un pannello si è staccato dal soffitto ed è rimasto penzolante. Sono questi i soli danni materiali apparenti. Ciò sembra confermare l'ipotesi che l'ordigno fosse rudimentale e di potenza molto limitata.

Si calcola che nel corridoio, al momento dello scoppio, si trovassero una sessantina di persone, delle circa 300 che il padiglione può ospitare. Alcuni dei feriti sono stati evidentemente investiti direttamente dalla esplosione. Gli altri hanno riportato contusioni nella confusione provocata dallo scoppio e nel fuggi fuggi generale.

Alle 20,40 un incendio è divampato all'interno del locale occupato dall'ufficio cambi della Banca Nazionale delle Comunicazioni, nella galleria delle carrozze della Stazione Centrale. Si trovavano nel locale il direttore, il cassiere, un impiegato e un dirigente della banca.

Da poco era uscito dall'ufficio cambi un cliente, quando si sono uditi due scoppi seguiti da alcune fiammate. I quattro che si trovavano nell'ufficio cambi si sono posti in salvo fuggendo non appena hanno udito il primo scoppio, perciò nessuno è rimasto ferito. Gli scoppi e le fiammate hanno mandato in frantumi tutti i vetri del locale e si è sviluppato un principio d'incendio. I viaggiatori che in quel momento affollavano la galleria delle carrozze sono fuggiti, mentre giungevano agenti della polizia ferroviaria e ferrovieri. Poco dopo sono arrivati i vigili del fuoco, che hanno estinto l'incendio.

Nell'ufficio cambio sarebbero state fatte scoppiare una o due bombe carta, forse simili a quella che si pensa sia stata fatta esplodere nel padiglione Fiat della Fiera. Lo stesso artificiere che aveva fatto i rilievi alla Fiera si è recato alla stazione per gli accertamenti sugli scoppi seguiti dall'incendio. Gli investigatori non escludono che i due episodi siano collegati tra loro: potrebbe essere stata la stessa persona a deporre prima la carica nella Fiera, verso le 19, e quindi recarsi alla stazione, dove avrebbe lasciato nell'ufficio cambi i due ordigni rimastigli, prima di prendere un treno e allontanarsi da Milano. Non risulta che siano stati trovati residui degli ordigni esplosivi. Ma alla Fiera è stato notato il tipico odore di carta bruciata che caratterizza solitamente le esplosioni di bombe carta.

Sembra che poco prima dei due scoppi seguiti dall'incendio nell'ufficio cambio sia stato visto un giovane entrare e subito uscire dall'ufficio. Ma l'indicazione è molto vaga e imprecisa, anche per ricavarne una qualsiasi descrizione del giovane, che peraltro potrebbe essere del tutto estraneo all'attentato.

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