L'ANALISI
18 Aprile 2020 - 07:00
Due morti di spavento a Isola ed uno impazzito a Capodistria
Da ieri la popolazione delle città vive chiusa in casa; abitazioni saccheggiate, rappresaglie sugli animali, donne bastonate a sangue - Cinquanta feriti a Buie - Numerosi paesi tagliati fuori da ogni comunicazione sono in balìa dei soldati
TRIESTE, 17. — Come avevamo previsto, le elezioni di ieri nella zona B si sono dimostrate quella truffa elettorale che tutti gli atti che la avevano preceduta la sciavano immaginare. In un'atmosfera di odio e di sopraffazione appositamente voluta dalle autorità jugoslave, è così incominciata l'opera di balcanizzazione delle nostre terre istriane che però anche in questa tragica occasione hanno dimostrata la loro commovente italianità.
Più terribile di quello nazista, il terrore da ieri domina in pieno nell’lstria.
Tutta la giornata elettorale è stata caratterizzata da gravi episodi di violenza. Nelle prime ore della mattinata, mentre ancora le vie e le piazze dei centri erano ancora deserti, già pattuglie militari incrociavano avanti e indietro, e la radio emittente di Capo d'Istria incominciava a trasmettere slogan propagandistici in favore della lista slava. Alle prime ore del mattino poi si è assistito al fenomeno di intere squadre di slavi che si recavano a votare in massa con le bandiere in testa, tanto che in vari centri etnicamente slavi già prima di mezzogiorno le sezioni elettorali erano state chiuse essendosi verificata la totale votazione degli iscritti.
Ben diverso è stata la situazione nei centri italiani. A Capo d’Istria, a Buie, a Pirano, le porte delle case erano ermeticamente chiuse e gli italiani non davano segno di vita, tanto che si calcola che alle 17 la percentuale dei votanti avesse a mala pena raggiunto il 15 per cento, tanto che le autorità jugoslave si sono viste costrette illegalmente a protrarre sino alle 22, cioè a tre ore dopo il previsto, le elezioni, per permettere che le intimidazioni, i soprusi e le violenze degli attivisti, costringessero gli italiani a recarsi alle urne.
Si è giunti così ad un tale stato di cose inconcepibile in un mondo moderno: sistemi di guerriglia, soprusi, vendette personali, intimidazioni, ricatti, violenze, saccheggi, stupri, aggressioni sono in atto da trenta ore contro inermi cittadini, uomini, donne, vecchi e tutto questo sotto l'impudente tolleranza degli alleati, i cosiddetti «padri della democrazia». Tutto questo mentre a Londra il Manchester Guardian definisce «irritante» il discorso di Sforza ed elogia le dichiarazioni di Tito!
Se v'è una moderna Vandea che ancora possa commuovere gli spiriti liberi, questa è l'Istria. Innumerevoli sono gli episodi di sangue e di terrore; essi arrivano qui a Trieste, portati dalla voce angosciata dei fuggiaschi, o giungono tramite le radio clandestine del C.L.N. dell'Istria. Dispacci brevi, laconici, oltre i quali la mente, già un po' dimentica delle recenti sciagure naziste, rivede scene di disperazione e di ignominia; solo la secolare barbarie slava, oggi giustificata da un comunismo bestiale e poliedrico, può rendersi responsabile di simili episodi che gridano vendetta al cospetto di tutti gli uomini veramente tali.
A quanto si apprende stamane da Capodistria, dopo le ore 17 di ieri, in concidenza dell'abbandono della zona B da parte dei rappresentanti della stampa nazionale ed estera, gravi atti di violenza sono stati compiuti nei confronti degli elettori che non avevano esercitato il voto. A Capodistria, militi della difesa popolare hanno cominciato a girare per le case e sotto la minaccia delle armi hanno imposto ai «reticenti» a portarsi ai seggi elettorali. Le persone più in vista e quelle più rappresentative della città, sono state prelevate dalle proprie abitazioni e portate di forza, con la scorta di pattuglie armate, ai seggi.
Da Umago si apprende che nel pomeriggio squadre di armati sono penetrate nelle case degli italiani costringendo le persone aventi diritto al voto a recarsi alle urne. Numerose porte di abitazione sono state sfondate, non avendo gli inquilini aderito immediatamente all'intimazione di aprire.
A Capodistria l'italiano Nello Negri, che si era rifiutato di seguire i militi della difesa popolare presentatisi nella sua abitazione per accompagnarlo alla sede elettorale, è stato bastonato in modo violento, tanto che ora versa in condizioni disperate. Stamane un sacerdote gli ha somministrato la Estrema Unzione; il padre suo, malfermo in salute, è stato pure malmenato ed è impazzito.
Un altro episodio grave si è avuto verso le 2 di questa notte allorché una squadra composta di una ventina di persone è penetrata, dopo avere abbattuto a spallate il portone d'ingresso, nell'abitazione di certo Mario Marzari. Questi, nel tentativo di sfuggire agli aggressori, si rifugiava sul tetto, ma veniva raggiunto e fatto segno a numerosi colpi di arma da fuoco. Rimasto illeso, con un salto fortunato il Marzari riusciva a gettarsi nell'orto sottostante e a prendere la fuga. Egli è riparato oggi a Trieste.
Da San Vito si ha notizia che «attivisti» del fronte popolare penetrati a viva forza nell'abitazione del contadino Giovanni Giurissevich, hanno percosso con pietre i componenti la famiglia. Il figlio Giuseppe ha potuto sottrarsi alla furia degli invasori con la fuga. Contro il bambino, che si era gettato in un torrente, gli energumeni che lo avevano inseguito hanno sparato tre colpi d'arma da fuoco.
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