L'ANALISI
29 novembre 1955
29 Novembre 2018 - 07:00
E a Soresina, migliaia di persona per i funerali dell'on. Giannino Ferrari
Il fotografo Ernesto Fazioli, è morto domenica mattina alle 6. Aveva 55 anni. Da parecchio tempo, ormai, Fazioli era sofferente. L'asma cardiaca gli rendeva lunghe e insonni le notti; altri disturbi hanno finito per minarne la fibra. Tre mesi or sono, era stato ricoverato in una clinica, ma non ne aveva tratto giovamento; neppure due mesi di soggiorno in una villa sul lago di Garda, avevano dato qualche sollievo alle sue sofferenze. Era tornato alcune settimane or sono, e non si era più ripreso.
È morto, circondato dalla sposa e dalle figlie; alle quali presentiamo le nostre più affettuose condoglianze. I funerali si sono svolti nel pomeriggio di ieri, e sono riusciti imponenti per larga partecipazione di amici e di ammiratori. Dietro il carro, erano i suoi congiunti e la bandiera dell'Associazione degli Artigiani, portata da un giovane fotografo e seguita da tutti i fotografi della città con alla testa il capogruppo sig. Salanti.
Il Sindaco professor Lombardi ha volute partecipare alla esequie di Fazioli che, in cattedrale, sono state celebrate dal parroco Mons. Boccazzi, che aveva a fianco Mons. Galbiati e Mons. Zanoni, circondati da numeroso clero. L
a salma è stata deposta in un colombaio.
Ernesto Fazioli ha lasciato per sempre la sua macchina, la sua camera oscura piena di fialette d'acidi misteriosi con l'uso intelligente dei quali sapeva raggiungere risultati superbi, la sua casetta alla quale era tante affezionato, anche perchè rappresentava il suo unico risparmio dopo tanti anni di lavoro, dopo aver raccolto in tutto il mondo tanta fama e tanta gloria; ha lasciato la consorte che amava teneramente e le figlie, alle quali ha trasmesso la propria passione e la propria abilità e che potranno essere le continuatrici della sua opera.
Fazioli, era apprezzato a Cremona, senza dubbio; ma se un cremonese avesse avvicinato in America o in Inghilterra o in Australia qualche esponente di quei Circoli fotografici e avesse parlato con loro della propria città d'origine, avrebbe subito sentito collegare il nome di Cremona a quello di Fazioli; perchè questo nostro fotografo, questo nostro grande artista questo valoroso nostro collaboratore, era noto in tutti i Paesi del mondo, poiché in tutti i Paesi aveva conquistato, in concorsi mondiali ai quali partecipavano i più celebri fotografi d'ogni continente, i premi maggiori, i riconoscimenti più alti.
Fazioli non era un ambizioso. Egli si sentiva pago del proprio lavoro e della soddisfazione d'aver conseguito un primato mondiale. Poi, quando il diploma era appeso alla parete del suo strano studio fotografico — ove i primi ingenui ritratti da lui scattati nel 1917 si alternavano con gli ultimissimi, quelli concepiti con i criteri tecnici attuati — egli dimenticava quel successo per prepararsi a nuovi cimenti. E girava per le campagne e sulle rive del Po, alla ricerca ansiosa di qualcosa di nuovo. A chi gli domandava quanti premi avesse vinto nella sua luminosa carriera, rispondeva di non ricordarlo più. E non era un atto di esibizione d’umiltà. Nel 1919, quando vinse un primo premio nazionale con un allora meraviglioso «Giardino Pubblico immerso nella nebbia», ove si stagliava, evanescente nella foschia, la figura ammantellata di un infreddolito vigile urbano, non pensò di prenderne nota; e da allora, non elencò mai nulla. Così che per sapere quante centinaia di primati nazionali e mondiali sia riuscito a raggiungere, bisognerebbe sfogliare pazientemente le riviste fotografiche da una quarantina d’anni a questa parte.
Fazioli, non voleva sentir parlare di fotografia come «mestiere». Per lui, la fotografia era un'arte, era un'espressione di vifa, era la sintesi di un momento dell’esistenza. Partendo da queste premesse, egli finiva per sentirsi come il Sacerdoti della sua Musa; non che lo dicesse, che sarebbe state alieno dalla sua mentalità: ma mentre si accingeva a inquadrare quel che egli sentiva di dover ritrarre ed a scegliere l'angolo adatto e le luce opportuna, il suo volto già così espressivo, si trasformava: l'occhio gli diventava luminoso e sorridente, i lineamenti gli si raddolcivano in tutto il suo atteggiamento vi era qualcosa di strano, di diverso. Dopo, era felice di ammirare, stampato, il suo lavoro: ne parlava anche con entusiasmo convincente; ma quella tal espressione strana non l’illuminava che nell'attimo creativo.
Di Ernesto Fazioli si può dire ch'è stato un fotografo completo: dal ritratto al paesaggio, dalla scena fugace alla stessa modernissima fotografia a colori, tutto gli riusciva in modo superbo e personale.
È stato un maestro dell'arte fotografica: forse un precursore, perchè certe sue audaci innovazioni in materia di taglio e di stampa, hanno poi avuto largo seguito ovunque.
Uno dei grandi meriti di Fazioli è stato quello di rivelare Cremona ai cremonesi. Prima di lui, ben poche cose celebri erano state ritratte nei loro particolari. Bisognò aspettare Fazioli, inerpicato su esili impalcature che oscillavano al suo passaggio, per avare la serie fotografica completa di tutti i dipinti del nostro Duomo e S. Sigismondo, e la raccolta delle riproduzioni dei più insigni monumenti cremonesi
Forse, non tutti i cremonesi si sono ancor oggi resi conto della grandezza artistica di questo nostro concittadino. Le folle sono presbiti: non vedono che a distanza più o meno ravvicinata; e i contorni completi di un massiccio alpestre, possono essere definiti soltanto da lontano. Così è per la valutazione d'ogni artista: bisogna che il tempo si allontani perchè tutti comprendano la loro statura.
Così sarà per l'opera di Ernesto Fazioli.
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