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RIVOLTA D'ADDA

Caso Sgroi: «Mani addosso dietro il separé»

Nelle testimonianze delle pazienti i dettagli delle accuse al medico-sindaco

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

24 Maggio 2025 - 19:16

Caso Sgroi: «Mani addosso dietro il separé»

RIVOLTA D’ADDA - Lo sconto sul prezzo della visita alla «piccolina». La segretaria del centro medico polispecialistico privato di Pozzuolo Martesana che ricorda quando Giovanni Sgroi giustificava la tariffa ribassata dicendole, riferendosi a una paziente: «Del resto mi ha fatto vedere la patatina». Quella volta che, nonostante la madre fosse in studio, lui avrebbe comunque sottoposto la figlia a palpeggiamenti nelle parti intime, mentre era sdraiata sul lettino e celata alla vista della mamma da un separé. «A quel punto la paziente – scrive nell’ordinanza di custodia cautelare il giudice per le indagini preliminari Sara Cipolla – riferiva che sua madre, insospettita per il lungo tempo trascorso, aveva domandato se andasse tutto bene: sporgendosi oltre il separé aveva notato che l’indagato aveva ritratto la mano e ripreso a muovere l’ecografo per poi concludere velocemente la visita».

Emergono altri agghiaccianti particolari dall’indagine del nucleo investigativo dei carabinieri i Milano, coordinata dalla pm Alessia Menegazzo con l’aggiunta Letizia Mannella, che ha portato all’arresto del medico e sindaco Giovanni Sgroi, ora sospeso dall’incarico di amministratore comunale dal prefetto Antonio Gianelli. Sgroi, è accusato di violenza sessuale aggravata su quattro pazienti donne di 24, 35, 34 e 43 anni, episodi risalenti per lo più al 2024. Si trova ora ai domiciliari, difeso dall’avvocato Domenico Chindamo che già ieri, quando è uscita la notizia dell’arresto, ha dichiarato: «Il mio assistito si ritiene totalmente estraneo ai fatti contestati, avremo modo e maniera di argomentarlo».

Nell’ordinanza firmata dal gip, che ha accolto la richiesta della misura cautelare, avanzata il 9 maggio dal pm, oltre alle testimonianze delle presunte vittime, ci sono riscontri frutto di racconti di altre donne.

Un’inchiesta nata dalle dichiarazioni della paziente 24enne, relative a una visita fatta il 14 maggio 2024 al Cmp di Pozzuolo nello studio di Sgroi. Le storie delle quattro sono quasi in fotocopia. Si sono sentite violate e vittime di atti sessuali, il tutto durante visite gastroenterologiche o ecografie addominali. «A riprova dell’inutilità delle ispezioni» nelle parti intime, «dei toccamenti, penetrazioni e atti» di autoerotismo «occorre dire che degli stessi non vi è alcuna menzione nei referti» sottolinea il gip nell’ordinanza.

Il consulente medico della Procura conferma come «evanescente l’indicazione a una esplorazione» intima «nel contesto di una valutazione gastroenterologica... Al netto delle manovre chiaramente non mediche descritte delle parti offese... le esplorazioni vaginali non vedono una sostenibile motivazione in relazione ai sintomi descritti dalle pazienti e a quelli registrati anamnesticamente nelle certificazioni disponibili».

Ci sono poi gli atteggiamenti di Sgroi durante le visite. Una delle altre donne ascoltate dai carabinieri ha raccontato di «aver subito delle avances dal medico, il quale sia durante la visita, sia successivamente adottava un atteggiamento seduttivo».

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