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IL FRONTE DELLA SICUREZZA

Gli autisti: «Noi sempre in trincea in balìa degli impuniti»

Esplode la rabbia dei conducenti. Iseppi (Faisa Cisal): «Torniamo al prenotabus». Alta tensione anche nel Cremasco

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

05 Maggio 2025 - 05:30

Gli autisti: «Noi sempre  in trincea in balìa degli impuniti»

CREMONA - «Tutti i giorni sui bus ci sono dei problemi, tutti i giorni ci sono delle aggressioni e, poi, sputi, insulti, spintoni. Va avanti così da anni, ma adesso la situazione è peggiorata e non se ne viene a capo, perché c'è una sorta di impunità. Sono sempre questi gruppetti di nordafricani (non sono razzista), adesso li chiamano i ‘maranza’. Sono tutti minorenni, difficilmente c'è il maggiorenne, magari su cinque o sei, uno o due sono maggiorenni. Si sentono impuniti. Girano con i coltelli, ma non da ora». C'è rabbia mista a impotenza e amarezza nelle parole di Pierangelo Iseppi (nella foto sotto), 52 anni, segretario provinciale del sindacato Faisa-Cisal, perché «queste cose le denunciamo da una vita: tavoli su tavoli in prefettura, incontri, proposte: nulla». 

iseppi

Vita sempre più dura e a rischio, quella dei conducenti dei mezzi del trasporto pubblico e dei passeggeri perbene. I bus come trincea. Lo è la linea L, andata e ritorno al piazzale dell’autostazione nord, in via Dante: in mezzo 13 fermate, tra cui quelle al Cambonino e in via Sesto all’Ipercoop, quelle che danno più problemi. «Siamo arrivati al punto che al Cambonino, per paura non sale più la metà delle persone anziane o delle persone che devono utilizzare il mezzo magari per andare a lavorare. Hanno paura. Ti prendono a parole, a sputi. E se dici qualcosa a questi ‘imbecilli’, ti minacciano: ‘Cosa vuoi, ti taglio la gola’. Le forze dell’ordine fanno quello che possono. Sono in numero risicato, 1.500 interventi al giorno, dalla stupidaggine all’intervento più grave. Il problema è che questi violenti, essendo minorenni, la fanno franca. Tu fai correre la polizia, i carabinieri, la guardia di finanza, la polizia locale. Arrivano lì e una volta che li hanno identificati, quando non sono scappati, cosa fanno? Per uno sputo uno non li denuncia neanche».

Linea di trincea lo è anche la E: 13 fermate, di cui quattro in viale Po, dove il 30 aprile scorso, per difendere il conducente da un gruppo di cinque ragazzini senza biglietto, un uomo disabile di 48 anni è stato trascinato giù e si è beccato calci e pugni.

«Questi ragazzi lo sanno che sono impuniti. E sono sempre gli stessi. Spola Ipercoop- stazione, stazione - viale Po. L’azienda ha assoldato un’azienda privata con le guardie giurate che facevano controlli a bordo, ma anche questi venivano presi a calci nel sedere, spinti, insultati. Si ha l’amarezza, è una stato assoluto di impotenza. Sui bus ci sono le telecamere, ma anche con le telecamere poi ti menano o menano qualcuno e che cosa abbiamo risolto?». Il conducente ha le mani legate. «Il mansionario dice che tu non devi abbandonare il posto di guida e, quindi, nel momento in cui ci fosse una problematica seria, non intervieni?». Bisogna calarsi nella situazione. «Viene aggredita una ragazza (il caso della giovane italiana schiaffeggiata da due coetanee straniere, perché mangiava un panino durante il Ramadan, ndr) e tu non abbandoni il posto di guida? Se poi le prendi, la colpa è tua. Uno deve stare lì immobile, fermo, aspettare che tutto finisca. Certo, si chiamano comunque le forze dell’ordine, ma quando arrivano, la frittata è fatta e gli imbecilli sono scappati. Cremona sta diventando una ‘immondizia’».
Una proposta Iseppi l’aveva fatta. «Io voglio capire perché ci sia questa connessione stazione - CremonaPo- Cambonino. Io avevo proposto di fare il prenotabus sulla Linea L e sulla Linea E. Dopo aver portato a scuola i ragazzi - le ore cruciali sono le 8, le 13.15 e le 14 - li riporti a casa e per il resto della giornata vai con il prenotabus: prenoti, ti vengono a prendere, sali. Sennò qui si portano avanti e indietro, quotidianamente, a tutte le ore del giorno, venti-trenta imbecilli che la fanno da padrone. Adesso poi comincerà la Fiera di San Pietro, peggio che andar di notte, si caricano questi, che poi tengono aperte le porte. Intanto che sei in marcia, vedono che ci sono i controlli o magari rompono le scatole, tu dici qualcosa, loro aprono le emergenze mentre vai. Il bus si arresta, loro scappano e tu devi ripristinare l’emergenza, ma non potresti neanche, perché non puoi abbandonare il posto guida. Ma con la gente a bordo come fai? È un reato, è come tirare il freno a mano sul treno».

Si sposta sul piano della politica, Iseppi. «C’è una politica che tende a salvaguardare queste minoranze. Adesso voglio vedere come se la caveranno i politici con l’aggressione all’uomo disabile. Mi auguro veramente che la situazione non peggiori più di tanto, perché non vedo soluzioni, vedo solo un peggioramento nel quotidiano».

Ma nel capitolo sicurezza, Iseppi ci mette anche un altro problema. «L’autostazione è un colabrodo. Da anni all’amministrazione continuiamo a ripetere le stesse cose, ma è sorda. Arrivano tutti i giorni 65 autobus, tra urbani ed extra urbani, con 26 stalli e circa 3mila ragazzi. Più di un amministratore è venuto a vedere, è rimasto impressionato. Gli spazi per le manovre, i ragazzi che si mettono davanti. Aspettiamo il morto? Poi, ci sono quelli che entrano e girano in monopattino belli come al sole. Ci vorrebbero mille occhi e non bastano ancora. Poi lì c’è il parcheggio vechio: avanti e indietro, si stravaccano, ammaccano le auto, nessuno dice niente, cose ripetute allo stremo. Noi siamo stanchi. Io non ho neanche più voglia di andare avanti con la Prefettura, l’azienda. Se succede qualcosa a bordo, l’autista è il responsabile del mezzo, ma non si fa niente per poter far lavorare in maniera serena i conducenti».

«RITORNINO SUI BUS LE GUARDIE GIURATE»

sinda

«Una volta, quando uscivi di casa, tua moglie ti dava un bacio. Adesso, ti dice: ‘In bocca al lupo’, perché fuori, sui bus, è una battaglia. Lo sa Tiziano Bellini (nella foto), delegato sindacale Filt Cgil, 59 anni, da 35 conducente. «Ci troviamo ormai in questa situazione: non riusciamo più a gestire questi gruppetti di ragazzi, perché siamo soli. Per lavorare in serenità, dovrebbero rimettere le guardie giurate come era stato fatto sulla linea L. Purtroppo, le hanno tolte. Lavoreremmo più in serenità».

Bellini spiega che «questi ragazzi, sempre quelli, tunisini e marocchini vestiti allo stesso modo con le tute nere, si scatenano soprattutto nei fine settimane e nelle ore serali, dalle 19 in poi, quando vanno in giro a fare casino. Sono sempre in cinque o sei. Una volta li guardavi due volte e stavano tranquilli, adesso no. Vengono lì in tre o quattro, ti sfidano e tu cosa fai? Abbiamo tutti famiglia, abbiamo voglia di salvare la pelle, di tornare a casa e non di andare al Pronto soccorso com’è capitato ad alcuni colleghi. Siamo già sotto pressione sulle due linee E ed L, poi devi fare le ore clou con questi ragazzi, rincasi nervoso». Bulli «spudorati». «Si sentono impuniti, vengono lì e ti dicono: ‘Io ti posso picchiare, tu non mi puoi neanche guardare, altrimenti ti denuncio, tanto danno sempre ragione a noi’. Conoscono la legge italiana. Uno di loro fa il video e lo pubblica sui social: una sfida. È che li abbiamo sottovalutati per troppo tempo. Sono almeno 10 anni, se non di più, che quando cominciavano a dare fastidio, cercavamo di trovare una soluzione». Allora, li si giustificava così. «‘È l’età della stupidisia, prima o poi passa’. E invece, hanno cominciato a alzare l’asticella, a suonare il campanello, ad aprire le porte mentre vai e a buttarsi giù. Il livello si è alzato ancora. Bisogna mettere un freno a questa gente. Noi siamo stanchi. Fino a quando si va a la Pronto soccorso per una cosa che si cura in poco tempo, non ci sta, però okay. Ma se trovi quello che mi rompe la bottiglia in testa, perché questi bevono e usano le bottiglie, allora no. Lo stiamo dicendo da molto tempo, all’inizio non ci hanno dato retta».

La gente ha paura. «Spesso, quando li vedono, le persone non prendono l’autobus». Bellini fa l’esempio di una persona «che quando sale e vede nel bus questi ragazzi, per paura si mette davanti, dove ci siamo noi autisti. In certi orari, anche le mamme con i passeggini fanno fatica a salire, perché quelli si mettono in mezzo alle porte e non fanno salire nessuno. Non vogliono gente che dia loro fastidio, perché altrimenti non possono fare quello che vogliono». Non solo i conducenti, ma anche le forze dell’ordine «hanno le mani legate: arrivano, li portano via, li identificano e poi sono di nuovo liberi di fare quello che vogliono. Mi viene da dire che tutti i buoni hanno le mani legate. Non è che possiamo andare in giro scortati dalle pattuglie, ma noi siamo stanchi».

ALTA TENSIONE ANCHE NEL CREMASCO

La tensione resta alta anche nel Cremasco, dove sono ormai diversi gli episodi di aggressione agli autisti dei pullman, specialmente il personale di Autoguidovie, la principale società che si occupa di trasporto pubblico su gomma nel territorio, e le intemperanze di passeggeri. L’ultimo episodio nei giorni a bordo di un bus della linea che da Palazzo Pignano porta a Milano, con un giovane straniero privo di biglietto che voleva comunque viaggiare e al rifiuto dell’autista ha dato in escandescenza, aggredendo il malcapitato e poi dandosi alla fuga, rintracciato dai carabinieri in un secondo momento. Il sindacato della Federazione trasporti della Cgil ha chiesto provvedimenti immediati e massima attenzione da parte delle istituzioni locali, della prefettura e delle forze dell’ordine. «Ognuno deve prendersi le proprie responsabilità – è intervenuto nei giorni scorsi il sindacalista Giacomo Morabito –: nel 2025 non possiamo pensare di andare a lavorare e subire l’impossibile. La sicurezza deve essere sempre al primo posto». Serve subito un confronto e la Filt Cgil si è detta pronta a sedersi ad un tavolo con Comuni, prefettura e forze dell’ordine. Nel sottolineare i rischi che corre il personale di bordo Morabito aveva evidenziato come il «problema principale rimanga sempre la questione biglietto. I lavoratori e le lavoratrici di Autoguidovie tutti i giorni si trovano davanti ad episodi di violenza, aggressioni, insulti e minacce».

A fine mese sono previste le elezioni per i nuovi rappresentanti del personale. «I nostri candidati hanno un’esperienza lavorativa ventennale – ha proseguito Morabito – conoscono benissimo il territorio, hanno anche delle competenze in materia di salute e sicurezza. Chiederemo alle aziende, a cominciare da Autoguidovie, strategie diverse da quelle attuali e al prefetto di aprire un tavolo sulla sicurezza».

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