L'ANALISI
02 Maggio 2025 - 18:23
CREMONA - È bastato il rimprovero di un passeggero, per il baccano causato, per far scattare la furia di un gruppo di ragazzi: hanno afferrato l’uomo, un 48enne disabile, l’hanno scaraventato giù dal bus, lo hanno colpito con calci e pugni.
La nuova, violenta aggressione si è verificata in viale Po, a una fermata degli autobus, verso le 20 di mercoledì 30 aprile 2025, quando un gruppo di ragazzi - cinque o sei, con tutta probabilità minorenni - è salito a bordo del mezzo. Alla richiesta del biglietto da parte dell’autista, il gruppo ha cominciato a protestare, inveendo contro il conducente e bloccando il mezzo.
A quel punto un passeggero, il disabile, è intervenuto, chiedendo ai giovani di smettere di causare problemi a bordo del mezzo pubblico. L’uomo, intervenuto per placare l’aggressione verbale nei confronti del conducente, ha finito per diventare la vittima. I ragazzi lo hanno afferrato per un braccio, lo hanno trascinato giù dal mezzo, accerchiato e colpito con schiaffi, calci e pugni. Un’esplosione di violenza tanto gratuita quanto fulminea, consumata sotto gli occhi degli altri passeggeri dell’autobus tenuto in ostaggio dalla banda di ragazzi.
Qualcuno a bordo ha preso il telefono e allertato i carabinieri, che in pochi istanti sono arrivati sul posto. A quel punto, però, dei giovani non c’era più traccia: dopo l’aggressione, una volta capito che era stato lanciato l’allarme alle forze dell’ordine, si sono dileguati.
All’arrivo dei carabinieri della sezione radiomobile, il 48enne è stato trovato sul posto, dolorante per i colpi subiti. È stato accompagnato al Pronto soccorso dal 118, in codice giallo. Lamentava un forte dolore alla pancia ma, per fortuna, le sue condizioni non si sono rivelate gravi.
Nel frattempo, sono partiti gli accertamenti dell’Arma per dare un volto e un nome ai responsabili della violenza. Un elemento determinante per le indagini è rappresentato dalle immagini registrate grazie alle videocamere di sorveglianza, a cominciare da quelle installate sull’autobus. L’acquisizione dei frame dovrebbe permettere di identificare almeno una parte degli aggressori.
Non accenna dunque a placarsi la scia di episodi di violenza, spesso immotivata, che coinvolge i giovani. È ormai evidente però come il maggior controllo del territorio non basti per azzerare questi episodi. Tra crisi dei modelli culturali e mancanza di spazi di aggregazione, oltre all’attività repressiva, servirebbero probabilmente anche interventi e programmi che permettano di intercettare per tempo e incanalare il disagio giovanile, prima che finisca per alimentare ulteriori esplosioni di violenza.
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