L'ANALISI
09 Gennaio 2025 - 05:10
CREMONA - Mentre il mondo guarda alla liuteria cremonese come esempio di eccellenza artistico-artigianale, diventa una gara ad ostacoli, per gli studenti extraeuropei, avere il visto per poter venire a Cremona ad apprendere i segreti di Stradivari. A mettersi di mezzo è la burocrazia.
«In questi ultimi mesi abbiamo avuto grande difficoltà a ottenere visti dai consolati per gli studenti stranieri che vogliono venire a studiare presso la scuola internazionale di liuteria — spiega il preside dell’istituto Stradivari, Daniele Pitturelli -. Ho dovuto scrivere ai consolati italiani della Colombia, del Brasile, della Francia, della Federazione Russa senza alcun esito né risposta. Ho scritto per questo agli uffici del Ministero dell’Istruzione e del Ministero degli Esteri, ma per ora tutto tace. È in gioco il prestigio della scuola da sempre aperta al mondo».
Mentre Cremona — sulla scia del saper fare liutario riconosciuto dall’Unesco come bene immateriale dell’umanità — punta sull’internazionalizzazione dei saperi e su un’offerta formativa sempre più ricca e qualificata, il rischio è che il richiamo internazionale venga bloccato proprio nell’ambito della liuteria, un vessillo identitario per la comunità dei maestri liutai e non solo. A denunciare una situazione che mette a rischio la vocazione internazionale della Scuola di liuteria è il preside che spiega come il «Ministero richieda come requisito indispensabile per lo studente straniero la certificazione linguistica a livello B2. Ma ciò vale solo per coloro che intendono frequentare corsi universitari e non per chi si iscrive alle scuole superiori. Inoltre, la norma a cui fanno riferimento i consolati è legata al Ministero dell’Università e non a quello dell’Istruzione e del merito, da cui la nostra scuola dipende. Ma questo nei consolati non viene tenuto in alcuna considerazione, se guardo alla risposta ottenuta dal Consolato generale d’Italia a Rio de Janeiro che richiede come requisito minimo per studiare in Italia il livello B2. Ho fatto presente al Ministero dell’Educazione e del Merito e al Ministero degli Esteri che questa situazione sta creando un grandissimo danno non solo alla Scuola internazionale di liuteria di Cremona e alla liuteria italiana nel mondo, ma anche alle altre scuole di artigianato artistico in Italia che accolgono studenti internazionali».
Questa situazione è diventata particolarmente assurda per alcuni studenti colombiani che pur vincitori di borse di studio, istituite in collaborazione con l’Istituto italiano di Cultura in Colombia e il Conservatorio di Tolima, hanno dovuto attendere per due mesi la possibilità di partire, perché non in possesso della certificazione linguistica. «I ragazzi hanno fatto di tutto, si sono sottoposti alle prove richieste dal Ministero, ma non è servito a nulla e sono fra quelli che sono sospesi. È assurdo, soprattutto se pensiamo che i ragazzi colombiani sono da noi, grazie a una collaborazione con il Conservatorio di Tolima, una cooperazione volta a diffondere le competenze della liuteria classica cremonese nel mondo e sostenuta dall’Istituto italiano di cultura», spiega il preside. La questione rischia di mettere in crisi l’intero sistema e l’attrattività della scuola cremonese, che da anni attira studenti da tutto il mondo.
«Pur in questo ginepraio burocratico, laddove abbiamo contatti diretti si è trovata una soluzione, penso al Consolato coreano. È importante la comunità coreana nella nostra scuola, così come quella cinese — spiega Pitturelli —. Ma non basta, bisogna che l’istruzione superiore sia slegata da questa norma che i consolati danno per valida, ma che riguarda solo l’istruzione universitaria».
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