L'ANALISI
04 Maggio 2024 - 05:25
Francesco con i genitori
CASALBUTTANO - Nel vocabolario di casa Aglio la parola ‘resa’ non esiste. Papà Primetto e mamma Annunciata l’hanno cancellata dalla loro grammatica il 30 aprile del 1984. Quando è nato Francesco. Quando i medici hanno detto ai genitori che il piccolo aveva la sindrome di Down. Quando hanno capito che avrebbe avuto un futuro con la strada tutta in salita. Quando hanno dovuto digerire una sentenza inappellabile, che loro, però, non hanno accettato perché il futuro di ‘Franci’ doveva essere uguale a quello degli altri bambini. Poi hanno scoperto il ‘metodo Doman’, trattamento olistico e senza farmaci inventato e proposto in America che favorisce lo sviluppo del cervello aiutando i piccoli nati con un handicap ad imparare a parlare, camminare e apprendere come i coetanei. Lo hanno seguito a prezzo di tanti sacrifici con ben cinque trasferte oltre oceano. E hanno vinto.
Martedì Francesco ha compiuto 40 anni, la strada che ha percorso sino ad oggi, oltre a qualche passo indietro, gli ha regalato tante soddisfazioni grazie alla sua costanza, ma anche alla tenacia della sua famiglia. Insomma Franci ce l’ha fatta. Ha in tasca una laurea in in economia aziendale conseguita all’Università Cattolica di Cremona nel 2006 e da ormai cinque anni lavora con contratto a tempo indeterminato per due giorni alla settimana a Cascina Moreni nella cooperativa Eco-Company con mansioni di digitalizzazione, assemblaggio e confezionamento.
Nella sua camera della casa di via Bellini non ha più posto per custodire con l’orgoglio dei numeri uno i titoli vinti nel canottaggio. Gareggia da anni sotto la bandiera della canottieri Flora di Cremona nella squadra paralimpica, partecipa a gare regionali e nazionali e nel 2022 ha vinto il titolo di campione d’Italia Para Rowing Gig a quattro. Il 21 aprile ha vinto la medaglia di bronzo nel nazionale di San Miniato. Quarant’anni sono un’ottima occasione per fare un primo bilancio dal sapore di riscatto contro un destino che sembrava solo avverso.
«Mi chiamo Francesco, non so il perché, son nato bambino di Down, ma un giorno sarò uguale a te – scrive Franci -. Sono queste le parole della canzone che la carissima e indimenticabile amica e poetessa Mara Maretti Soldi ha composto per me quando abbiamo iniziato a praticare il metodo Doman. Hanno rappresentato per me un grande obiettivo che mi faceva dimenticare l’impegno ed il sacrificio quotidiano che iniziavano al mattino presto e finivano in tarda serata. Ogni giorno, senza interruzioni, attorniato dai miei familiari che mi stimolavano e non mi facevano sentire la fatica, il programma era diventato la mia vita».
Continua Francesco: «Anche un’altra poetessa di Casalbuttano, Gentilia Ardigò, ha scritto in una sua poesia : ‘La casa del pianto, del vento che strugge, del buio che angoscia? No, ora…la casa del sole’. Adesso vivo con entusiasmo la mia vita, fra l’affetto dei miei cari, l’impegno del lavoro, l’attività sportiva e la presenza in Oratorio, anche se non mancano momenti di delusione e di pessimismo, causati da difficoltà nelle relazioni, in una società che purtroppo ha ancora difficoltà ad accostarsi a noi disabili. Nonostante tutto, con impegno e coraggio, vivo la mia vita, cercando di essere sempre più autonomo ed indipendente».
«Dopo la dolorosa notizia della presenza della sindrome di Down – ricordano Primetto e Annunciata - non ci siamo persi d’animo e abbiamo cercato di trovare una via per aiutare Francesco a vivere una vita dignitosa. La Provvidenza ci ha portato a conoscere il metodo del dr. Doman di Philadelphia negli Stati Uniti, in grado di curare la lesione presente nel cervello di Francesco e che causava tutti i suoi problemi nella crescita. Siamo dunque partiti per l’America abbracciando il metodo che ha richiesto cinque viaggi e quattro anni di terapia intensiva, molto faticosa, che prevedeva la stimolazioni attraverso le vie visive, uditive e tattili per cercare di costruire un ponte sopra la lesione al mesencefalo».
Proseguono i genitori: «Ciascun viaggio comprendeva una valutazione iniziale dell’età neurologica di Francesco rispetto alla sua età cronologica, due giorni di full immersion sulla conoscenza del metodo e quindi la somministrazione del programma personalizzato da applicare a casa. Francesco migliorava sempre più nella salute, nella mobilità e nell’intelligenza. A tre anni leggeva con comprensione e a quattro scriveva; ha iniziato il suo cammino scolastico con capacità superiori ai suoi pari, frequentando i vari gradi dell’istruzione fino ad arrivare alla laurea».
Qualche giorno fa Primetto e Annunciata si sono collegati da remoto colloquiando in video chat con Douglas Doman, figlio di Glenn, inventore del ‘Metodo’: «Gli abbiamo testimoniato la nostra convinzione che il metodo Doman è importantissimo per la risoluzione del problema della Sindrome di Down ; è molto impegnativo, ma la fatica viene superata con il raggiungimento dei vari obiettivi che gli specialisti ci assegnano e Francesco ne è un esempio vivente».
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