L'ANALISI
01 Maggio 2024 - 15:00
Rosetta Parati con i nipoti Riccardo e Filippo, i figli Carlo e Annamaria
CAPERGNANICA - Più che a celebrare i 60 anni nella ristorazione, Rosetta Parati, il traguardo lo dedica al ringraziamento dei clienti, che da sempre la sostengono. Lei non lo dice, ma il suo locale, anche dopo così tanto tempo, non ha ancora smesso di fare storia. «Ho iniziato nel 1964 — spiega la celebre cuoca di Passarera, oggi 87enne — quando ho rilevato la trattoria che era di mia zia. All’epoca ero già sposata con due figli, Annamaria e Carlo. In cucina c’ero soltanto io. Quel locale era anche un punto di ristoro per chi andava all’Adda e un luogo dove i mediatori venivano a fare i contratti».
La sua creatività, l’attenzione verso il cliente, il rispetto delle tradizioni hanno fatto di Rosetta una sorta di certificato di garanzia. «Nel 1988 – prosegue – sono cambiate le esigenze commerciali e per stare al passo coi tempi abbiamo costruito il nuovo ristorante, per avere un parcheggio, un giardino e spazio per i banchetti».
Ai fornelli, Rosetta c’è stata per mezzo secolo esatto: «Ho imparato a cucinare da mia mamma e da mia zia — racconta —: all’inizio mi aiutavano i miei figli poi, con gli anni che passavano e il lavoro che aumentava, mi sono affidata a uno chef».

In sessant’anni di ristorazione, Rosetta ha soddisfatto i palati di migliaia di cremaschi, ma non solo, visto che la sua clientela viene anche da fuori provincia e persino da fuori regione. Nel suo ristorante hanno pranzato o cenato personaggi famosi del mondo dello sport, dello spettacolo e della politica. L’ultimo, non più tardi della scorsa settimana, il governatore della Regione Attilio Fontana, accompagnato da Riccardo Crotti, presidente di Confagricoltura Lombardia. Per la sua attività benemerita, Rosetta è stata insignita del titolo di Cavaliere. Mentre una decina di giorni fa, nell’ambito della Festa del salame nobile tenutasi a Crema, ha invece ricevuto il premio di Regina del tortello cremasco, insieme alla collega Pia Gobbato.
Ma la soddisfazione più grande di Rosetta è un’altra: «In cucina a dare un’occhiata ci vado ancora, ma io ormai ho passato la mano. Il locale da due anni a questa parte si chiama Il Ristorante di Rosetta. Siamo alla terza generazione. Dopo i miei figli Carlo e Annamaria, adesso tocca ai miei nipoti Riccardo e Filippo. Sono orgogliosa che abbiamo voluto portare avanti la tradizione di famiglia, anche perché questo è un mestiere che richiede sacrificio e non sono molti i giovani che sono disposti a farlo».
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