L'ANALISI
25 Marzo 2024 - 05:20
Giovanni Sgroi e il cimitero di Rivolta
RIVOLTA D'ADDA - Un forno crematorio targato Area omogenea cremasca, per rispondere alle sempre più numerose ultime volontà, che vanno in tale direzione. Sono oltre trenta i sindaci del territorio che hanno già dato il via libera alla candidatura di Rivolta d’Adda al bando regionale. Il Comune rivierasco punta dunque a ottenere il nullaosta alla realizzazione dell’impianto a fianco del cimitero, dunque fuori dal centro abitato. E l’amministrazione guidata dal sindaco Giovanni Sgroi è chiaramente capofila dell’operazione. Se l’iter dell’iniziativa andrà a buon fine, l’impianto sarà al servizio dell’intero territorio, come sottolinea lo stesso sindaco: «C’è piena volontà comune, tutte le giunte stanno siglando il protocollo d’intensa e la società partecipata Consorzio.It si occuperà dell’intera procedura».
L’ultimo progetto in ordine di tempo, quello di Spino d’Adda, risalente a oltre tre anni fa, trovò invece la feroce opposizione di una larga fetta dei residenti, con una raccolta firme che raggiunse quota 2.000. A muovere la protesta furono però anche ragioni politiche. Perché tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021, il forno divenne il principale motivo di scontro tra l’allora giunta guidata dal sindaco Luigi Poli e la minoranza di Paolo Riccaboni. Mancavano pochi mesi dal voto amministrativo dell’ottobre 2021 e alla fine la giunta rinunciò al progetto.
Per Rivolta, almeno a livello di opposizione locale, le cose potrebbero invece andare diversamente. «Già la giunta di Fabio Calvi (espressione dell’attuale minoranza di Rivoltiamo Ndr), in passato aveva provato a sondare la Regione, sulla possibilità di ospitare un impianto», ricorda lo stesso Sgroi. Il primo passaggio, per arrivare alla presentazione della manifestazione d’interesse, sarà il voto favorevole al protocollo d’intesa, atteso per mercoledì in consiglio comunale. A quel punto, con Rivolta capofila, l’Area omogenea cremasca si farà avanti, candidandosi al bando regionale. Serviranno mesi, prima di avere una risposta positiva o negativa. Ma forse arriverà entro la fine dell’estate.
«Se la Regione dirà sì alla candidatura, potremo partire con la progettazione — conclude il sindaco di Rivolta —: il forno per la cremazione dovrà sorgere rigorosamente all’interno del perimetro stabilito dal piano di governo cimiteriale. E sarà a fianco del camposanto».
Il privato costruirà l’impianto, il cui costo potrebbe aggirarsi sui quattro milioni di euro. Ma dovrà versare gli oneri al Comune ed eventualmente una percentuale sui ricavi. Per l’azienda, il guadagno arriverà ovviamente dalle cremazioni.
Nel Cremasco non ci sono altri forni, il più vicino è a Lodi, poi c’è quello di Cremona. Entrambi datati e per via del continuo aumento delle cremazioni, sempre più intasati. Proprio la necessità di avere un impianto moderno e a basso impatto ambientale, per far fronte alle richieste, era stata una delle motivazioni che aveva spinto il sindaco di Spino Poli a portare avanti l’iter per il forno. Anch’esso avrebbe dovuto sorgere nei pressi del cimitero, dunque fuori dal centro abitato.
A livello rivoltano l’iter della progettazione sarebbe seguito passo passo anche dal tavolo tecnico ambientale comunale, coordinato da Luciano Foglio e Alessandro Fantini.
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