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I CONTRATTI DELLA VERGOGNA

«Rider a 5 euro all’ora, la benzina a spese tue»

Consegne a domicilio, proposta indecente di una pizzeria: l’annuncio social suscita rabbia. Losco (Si): «Ci si approfitta di chi ha bisogno». Giovanati (Cisl): «Indegno contratto pirata»

03 Marzo 2024 - 05:25

«Rider a 5 euro all’ora, la benzina a spese tue»

CREMA - Lavoro sottopagato, in città e nel Cremasco. A sollevare il caso l’annuncio, pubblicato via social nei giorni scorsi, relativo alla ricerca di personale da parte di una pizzeria che fa consegne a domicilio. «Cerco ragazzi per consegne, paga 5 euro l’ora, più la consegna che varia da uno a due o tre euro. Uso auto propria». Seguiva il cellulare del titolare. Di fronte a numerosi commenti indignati, lo stesso autore ha poi rimosso il suo post, oggi non più visibile.

annuncio

A segnalare pubblicamente l’annuncio è stato Paolo Losco, già candidato sindaco in città nel 2022 e oggi segretario provinciale di Sinistra italiana: «Poi ci si lamenta che i giovani non hanno voglia di lavorare – sottolinea –: di fronte a simili proposte, sarebbe se mai il caso di dire che non hanno voglia di essere sfruttati. E fanno bene. Innanzitutto davanti a quella che non credo possa essere definita un’offerta di lavoro mi viene da chiedere quale contratto sia applicato, in caso ovviamente di assunzione. Cinque euro l’ora era un compenso basso già quando lavoravo in alcuni bar per pagarmi gli studi, oltre vent’anni fa, con il costo della vita di allora. A questo si aggiunga l’obbligo di utilizzare la propria auto. Praticamente volontariato. Altro che rischi o responsabilità d’impresa, tanto sventagliate». Procede nella stessa direzione il tam tam via social con le conseguenti rimostranze.

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Paolo Losco

Il segretario analizza poi il problema da un punto di vista più generale: «È per questo che serve una legge sul salario minimo, è per questo che serve stabilizzare i contratti, è per questo che una Repubblica fondata sul lavoro deve prendersi la responsabilità di dare un futuro alle giovani generazioni. Ci sono proposte di salario minimo che sono evidentemente urgenti e di sicuro bisogna anche focalizzare l’attenzione sul mondo della ristorazione. Ribadisco che la responsabilità d’impresa non può cadere sui lavoratori e non è nemmeno corretto che chi offre un’opportunità di lavoro faccia il gioco dei redditi bassi, sfruttando così chi ha bisogno».

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Manuel Giovanati

Sono sintonizzate sulla medesima lunghezza d’onda le osservazioni di Manuel Giovanati, neo segretario provinciale della Felsa Cisl, categoria che rappresenta e tutela i lavoratori somministrati, autonomi e atipici.

«Tutti i casi di ‘contratto pirata’ come quello che sta suscitando sdegno nel Cremasco — evidenzia — partono da un medesimo presupposto: la condizione di debolezza del lavoratore. Per le organizzazioni sindacali, purtroppo, è difficile intercettare e fare emergere situazioni inaccettabili come questa, che avrebbero bisogno di attenzioni specifiche».

Giovanati parla anzitutto da specialista del lavoro interinale: «I contratti della vergogna, ovviamente, non rientrano nel perimetro della contrattazione sindacale, per questo credo sia fondamentale promuovere a ogni livello la conoscenza dei contratti collettivi di lavoro firmati dai sindacati maggiormente rappresentativi, quelli che concedono effettive opportunità di crescita».

Non una sottolineatura pleonastica: «Spesso — specifica il responsabile della Felsa Cisl — manca consapevolezza da parte del lavoratore, un aspetto su cui è necessario insistere da parte nostra: chi lavora o si approccia al mondo dell’occupazione deve essere pienamente cosciente dei contenuti e dell'ampiezza dei suoi diritti. La parità di trattamento nell’applicazione dei contratti collettivi è un principio fondamentale che non può e non deve essere eluso».

Giovanati, quindi, apre un ulteriore fronte di riflessione: «Non sono affatto rari e, anzi, sono in progressiva crescita i casi di part time involontario, vale a dire quelli in cui un lavoratore si vede costretto ad accettare un impiego a orario ridotto. Il fenomeno, che incide in maniera pesantissima sul reddito medio generale, è in parte assimilabile alla categoria dei contratti pirata, che sono proliferati negli ultimi anni soprattutto a causa della mancanza di regole chiare. Compito essenziale delle organizzazioni sindacali è favorire la partecipazione attiva dei lavoratori».

Non meno penalizzante è il ricorso alla reiterazione di contratti molto brevi: «Nel mondo del lavoro interinale sono decisamente frequenti — rileva Giovanati —. Spesso, tra l’altro, la somministrazione di lavoro a tempo determinato sfocia nell’aperta illegalità».

Un’analisi che prende in considerazione alcuni dei deficit di garanzie che rendono il lavoro insostenibile e che traccia il confine oltre il quale abita il vero e proprio sfruttamento.

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