L'ANALISI
I GIOVANI ALLO SPECCHIO
28 Gennaio 2024 - 05:15
CREMONA - Non lavorano e non studiano, sono giovani che hanno deciso di arrendersi. Sono i cosiddetti Neet, giovani fra i 15 e 29 anni che hanno gettato la spugna, parcheggiati in un limbo che annichilisce. A livello provinciale i Neet sono il 23% dei ragazzi fra i 15 e 29 anni, percentuale che a livello regionale si attesta al 20,9% ben distante dalla media nazionale del 18,5%. Con Neet ci si riferisce all’espressione inglese Not in Employment, Education or Training.
Rispetto all’universo-lavoro i dati Istat aggiornati al novembre 2023 segnalano per l’Italia un incremento dell’occupazione (tasso di occupazione pari al 61,8%) sia rispetto al mese precedente, che su base annua, vale a dire rispetto a novembre 2022. Contestualmente cala il tasso di disoccupazione italiano (da 7,7% ottobre 2023 a 7,5% ottobre 2022) ed aumenta il tasso di inattività (33,1%, novembre 2023). Questi dati che sembrano far pensare positivo, hanno un risvolto parzialmente inatteso proprio se si guarda alla fascia d’età dei ragazzi dai 15 ai 29 anni che né lavorano né studiano.
«Secondo l’Istat, a novembre 2023 la percentuale dei Neet in Italia era pari al 18,09%, migliorando di un punto percentuale rispetto al 2022 — osserva Chiara Mussida, professore associato in Economia politica presso la Facoltà di Economia e Giurisprudenza dell’Università Cattolica del Sacro Cuore —. Lo scenario nazionale è positivo, non è così per quello regionale e locale. I Neet crescono: sono il 20,9% in Lombardia, dato che arriva al 23% nel Cremonese».
Se poi si legge lo storico riportato sul portale dell’amministrazione Provinciale si può osservare come si tratti di un dato molto oscillante e ondivago, che muta di anno in anno, anche in maniera sensibile. Nel 2016 la percentuale sul territorio dei Neet era pari al 13,5% contro quella Lombarda del 16,9% e quella italiana del 24,3%. Le cose peggiorano negli anni successivi e le percentuali del territorio di ragazzi che non studiano né lavorano crescono al 16,4% nel 2018 contro la media regionale del 15%, ma si mantengono sotto la media nazionale del 23,2%. Non va meglio nel 2019 in cui la percentuale Neet del Cremonese si attesta sul 17,2%, contro il 14,7% a livello regionale, ma meglio del 22,1% in Italia.
L’anno del Covid segna un’impennata del fenomeno e la percentuale territoriale schizza al 23%, in sintonia con quella italiana e ben superiore a quella regionale, che si era attestata sul 17,9%. Ma è la ripresa del dopo pandemia che fa vedere un miglioramento della condizione dei Neet, almeno a stare ai dati Istat. «Dal 2020, quando la percentuale dei ragazzi fra i 15 e 29 anni che non lavorano e non studiano si attestava sul 23%, si è passati nel 2021 al 17% — continua Mussida —. Il territorio cremonese migliora la percentuale di Neet di sei punti percentuali facendo meglio sia del contesto regionale che pur partendo dal 18,4% cresce di un punto percentuale e soprattutto della media nazionale che vede la percentuale dei ragazzi parcheggiati nel limbo della vita mantenersi al 23,15. Il 2022 si caratterizza per una nuova ma modesta diminuzione dei Neet che sono il 16,2% in provincia di Cremona, il 13,6% in Lombardia e il 19% a livello italiano».
È proprio la natura ondivaga del mercato del lavoro — complici le crisi che si susseguono con sempre maggiore frequenza in abito politico/economico — che ribalta la situazione che sembrava volgere al meglio per Cremona e il suo territorio: «In realtà gli ultimi dati nazionali parlano di un nuovo incremento dei Neet a Cremona pari a un valore percentuale del 23%, mentre fa un po’ meglio la Lombardia col 20,9% che comunque segna un incremento di sette punti percentuali rispetto al 2022».
C’è da dire che l’acquisizione della categoria di ‘giovani che non lavorano né studiano nella fascia 15 – 29 anni’ è un’acquisizione recente della statistica, spiega sempre la docente della Cattolica: «Si tratta di un parametro che è stato introdotto agli inizia degli anni Duemila, che specifica a livello anagrafico la categoria dei cosiddetti lavoratori inattivi, ovvero coloro che non hanno un lavoro e non lo stanno cercando. C’è bisogno di attivare politiche formative e del lavoro che possano coinvolgere i giovani e ridare loro un orizzonte di tempo. Il tasso di inattività in provincia di Cremona era del 32,4% nel 2021 passato al 31% l’anno successivo. Infatti i cremonesi inattivi nel 2021 erano 71mila passati a 68mila nel 2022. Ma a questi dati – mantenendoci nel campo delle statistiche sul lavoro – bisogna aggiungere un nuovo allarme. Oggi lavorare non basta più per avere un tenore di vita dignitoso. C’è il grosso interrogativo degli stipendi inadeguati al costo della vita che si sta dimostrando un interrogativo non meno drammatico e importante a cui dare risposta e ovviamente questo vale a maggior ragione per le fasce più giovani della popolazione, spesso soggette a contratti pecari e poco remunerativi».
Ma sulla nuova impennata delle percentuali dei Neet, Mussida è tranchant: «È un dato preoccupante, il rallentamento del 2022 ci aveva messo in allarme — spiega —. Le motivazioni sono congiunturali, ma soprattutto raccontano di un mondo giovanile sfiduciato, ma anche di una generazione che va altrove, va all’estero, fugge da un Paese che non li valorizza».
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