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AMICI DELL'UOMO O PERICOLOSI?

Cani, «Nella scelta la razza conta eccome: patentino consigliato»

La veterinaria Mori: «Le mode hanno portato a preferire la bellezza ma poi si presenta il problema della difficile gestione. Nodo abbandoni»

Elisa Calamari

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redazioneweb@laprovinciacr.it

23 Febbraio 2024 - 05:00

Cani: «Nella scelta la razza conta eccome: patentino consigliato»

CREMONA - La morte del 39enne Paolo Pasqualini, sbranato da tre rottweiler mentre faceva jogging in un parco della provincia di Roma, ha riaperto il dibattito sulla presunta pericolosità di alcune razze. Che, da qualche anno, affollano i canili a causa delle rinunce di proprietari che solo in un secondo momento si rendono conto delle difficoltà di gestione. Proprio per prevenire questo fenomeno tutelando al contempo cani e persone, il Comune di Cremona, l’Ats Val Padana e l’Ordine dei medici veterinari di Cremona promuovono tramite Pet Academy periodici corsi per il rilascio di patentini. Sono rivolti a tutti i proprietari di cani, ma non solo.


«L’obiettivo è sviluppare la corretta relazione tra cane e uomo integrandolo nel contesto sociale, indipendentemente dal fatto che il partecipante sia proprietario, voglia esserlo in futuro, o voglia semplicemente approcciarsi nel modo corretto agli animali – spiega Laura Mori, consigliere dell’Ordine dei medici veterinari di Cremona e Garante per il benessere degli animali del Comune –. Purtroppo le aggressioni da parte di cani, più o meno gravi, ci sono sempre state. Negli ultimi anni poi abbiamo assistito ad una sorta di ‘moda’, ovvero l’acquisto di razze esteticamente molto belle ma più complesse a livello di gestione, sia per conformazione fisica sia perché più fragili a livello emotivo. Criticità che vanno tenute in considerazione». Consapevolezza, dunque, è la parola d’ordine.

Laura Mori


Il prossimo corso di Pet Academy per il rilascio dei patentini partirà il 5 marzo, come sempre sarà online e completamente gratuito: «Vengono promossi due corsi all’anno, uno in marzo ed uno ad ottobre – continua Mori –. L’adesione, su base volontaria, è molto buona. Abbiamo avuto edizioni con oltre mille iscritti provenienti da tutta Italia. L’esperienza cremonese dunque è da esempio per molti territorio. Le lezioni si concludono con un quiz multirisposta, ma è bene ricordare che non si diventa né addestratori né istruttori. Una seconda tipologia di corso, in questo caso obbligatoria, riguarda invece i proprietari di cani che hanno già dato segni di aggressività. In questo caso c’è una parte pratica in presenza, dunque l’iniziativa si rivolge per forza di cose a chi vive nelle zone limitrofe a Cremona».

Chi fosse interessato al corso base, compreso quello in partenza, può scrivere a info@petacademy.it o consultare il sito web www.petacademy.it. «I fatti di cronaca anche recenti ci insegnano ancora una volta che il patentino andrebbe sempre preso prima di adottare qualsiasi tipo di cane – conclude Mori –, perché si tratta di una responsabilità importante che prevede impegno nella gestione». E a dircelo sono, appunto, anche i crescenti abbandoni così come le rinunce.

«VANNO EDUCATI PADRONI E ANIMALI»

CASALBUTTANO - L’avevano soprannominata ‘la ragazza che sussurra ai cani’ con riferimento alla sua grande passione e dote di entrare in sintonia con gli animali, che l’ha portata ad essere educatrice cinofila già all’età di otto anni. Oggi Giulia Malafico di anni ne ha 28, è tecnico veterinario presso la clinica Vezzoni e non ha perso il suo grande feeling con i cani. Esperienza e competenza la portano ad affermare che «sì, praticamente tutti, indipendentemente dalla razza, possono essere educati e rieducati». Da valutare attentamente, però, a chi affidarli.

Malafico ribadisce infatti l’importanza di un percorso educativo seguito dai proprietari, oltre che dagli animali: «Partiamo dal presupposto che una persona dovrebbe scegliere il cane in base alle proprie capacità, dopo essersi confrontata con professionisti – spiega –. Ci sono i patentini, importanti per avere una infarinatura generale sulla gestione, ma va anche ricordato che ogni cane è a sé. Ci sono quelli potenzialmente più pericolosi per razza, c’è una componente caratteriale innata, c’è il vissuto. E in casi complessi serve un percorso più lungo e approfondito. In ogni caso quasi tutti sono recuperabili».

Giulia Malafico

In linea generale, Malafico spiega che è fondamentale che il cane non venga tolto dalla mamma nei primi 60 giorni, onde evitare traumi. Conta tanto, poi, la comunicazione. «Serve comprendere il ‘linguaggio’ dell’animale – continua –. Quanto all’effetto branco, è in realtà qualcosa che capita in tutte le specie animali e anche nell’uomo. In ogni caso va sempre capita la dinamica degli episodi». Acquisire competenze a livello di gestione secondo la 28enne è fondamentale «indipendentemente dal fatto che si decida di tenere tre rottweiler o tre pincher».

Quindi conclude: «Oggi fortunatamente anche dopo aggressioni si apre un percorso di recupero e non si parla di abbattimento a prescindere, il punto è che questi percorsi educativi andrebbero affrontati prima. Mi spiace ci siano razze stigmatizzate. Vero che i rottweiler per conformazione fisica e selezione possono fare più danni di un cane di piccola stazza, ma hanno un’intelligenza enorme. Bisogna solo imparare a gestirli affidandosi ad esperti». 

«RECUPERARE I SOGGETTI PERICOLOSI È POSSIBILE»

CAORSO - A sostenere che ogni cane può essere recuperato grazie all’intervento di professionisti del settore, è anche Natale Lo Vetro, oggi addestratore cinofilo certificato che nel 2017 era suo malgrado salito alla ribalta delle cronache perché i suoi due rottweiler avevano ridotto in fin di vita una caorsana in piazza della Rocca. «Un giorno capitò che chiudessi male il portoncino di casa – racconta sul suo sito web – e mentre ero impegnato in un lavoro al primo piano dell’abitazione, Aaron e Zeus uscirono da soli». Poi la tremenda aggressione.

«Quando arrivai sul posto i cani risposero immediatamente al mio richiamo, tornando obbedienti al mio fianco. Ma il danno era fatto: la poveretta venne portata all’ospedale in pessime condizioni e fu un miracolo che sopravvisse. Ricordo ancora il momento in cui Aaron e Zeus mi si avvicinarono con il muso sporco di sangue. Fu lo shock più grande della mia vita. L’attimo prima avevo una vita normale in compagnia dei miei cani, l’attimo dopo avevano quasi ucciso una donna innocente. Il dolore e il senso di colpa che provai furono devastanti».

Natale Lo Vetro

I cani vennero messi sotto sequestro e rinchiusi in un canile a circa 70 chilometri da Caorso. Lo Vetro scelse di non rinunciare alla proprietà, ma decise invece di fare tutto il possibile per riabilitarli. Un percorso lungo e costoso. Fino a che nel 2018 i due rottweiler superarono tutte le prove e al proprietario fu riconosciuta la capacità di condurli in piena sicurezza. Quella tragedia ha cambiato la vita di Lo Vetro, che oggi lavora al Pet Rescue Italia in provincia di Milano, un rifugio per cani dove gli animali problematici vengono anche guidati in un percorso rieducativo proprio come avvenuto con Aaron e Zeus.

«La cosa che mi dà la carica tutti i giorni è l’esperienza di riportare equilibrio, serenità e armonia tra un cane e le persone – scrive ancora Lo Vetro –. Vedere un cane che poche settimane prima rischiava di essere soppresso e ora è felice insieme alla sua nuova famiglia, mi dà una soddisfazione che nessun altro lavoro mi potrebbe dare».

«IL VERO ALLARME RESTA L'IGNORANZA»

di Lucilla Granata

ROMANENGO - Le potenziali pericolosità di alcune razze canine fanno discutere un po’ tutti: esperti in primo luogo, ma anche proprietari di cani e anche chi di cani non ne possiede e non ne vuole, come pure che vorrebbe invece acquistarne o adottarne uno. La sensazione è che ci sia molta confusione sul tema e in aiuto allora, ci viene Alessandro Maffini, educatore cinofilo e presidente di Abbaiamo, associazione che si occupa del recupero di cani che cercano adozione.

«Ci sono 9 milioni di cani in Italia, in una stima in difetto e quindi dobbiamo partire dal presupposto che i casi di aggressioni mortali, si contano sulle dita di una mano, sono proprio rare. Quindi, non esiste un allarme, ma piuttosto, si sta facendo terrorismo psicologico su chi ha certi cani, come rottweiler o pitbull, piuttosto che molossi in genere. Bisognerebbe puntare il dito innanzitutto, sulle scelte non troppo azzeccate che spesso si fanno in Italia. Avere sempre avuto un cane non significa saperlo gestire. Il problema più grande infatti, è il numero di persone che porta a casa cani di cui non sa nulla. Che non conosce affatto le caratteristiche delle varie razze. Ogni cane ha un’attitudine genetica che non può essere ignorata».

Alessandro Maffini

«Allevarlo da cucciolo va benissimo, ma i cani si crescono come si può, non come si vorrebbe. Il rottweiler è selezionato per essere un cane da difesa personale. I rottweiler hanno un ruolo preciso tra di loro. Se a Roma, come sembra, erano relegati in un giardino con motivazioni mai appagate, relazioni sociali inesistenti, probabilmente erano in preda a frustrazione. Anche perché non gli è mai stato assegnato un ruolo in famiglia. Appena hanno trovato uno spiraglio di fuga, sono usciti come proiettili impazziti. Potrebbe succedere anche con altri tipi di cani se sono chiusi tutta la vita in un giardino, la prima volta che trovano una via di fuga, la prendono. I rottweiler di Roma hanno convogliato tutte le energie su una preda. Avendo una potenza muscolare e mandibolare importante, è successo il dramma».

«L’ignoranza nella gestione del cane però, non può essere giustificata. Devi conoscere per poter vivere con un membro di una razza diversa dalla tua. Ci si deve impegnare perché non diventino un pericolo per la comunità. Anche gli allevatori però, non dovrebbero affidare alle persone questi cani solo perché glieli pagano. Portare a casa due molossi maschi non va bene per grado di competitività. La responsabilità è in una catena sbagliata che parte dall’allevatore o da chi comunque dà in affido il cane, a chi lo prende con leggerezza. Vanno dati solo a persone adatte. Non sono nè cattivi, nè buoni. Vanno solo conosciuti per gestirli nel modo corretto. Se un cane si sente sicuro, non ha bisogno né di mordere né di aggredire nessuno. Basta che il suo umano di riferimento gli ispiri fiducia. Non bisogna criminalizzare i cani, ma chi non è in grado di fare da mediatore. I cani però sono tanti e la matematica li affida con troppa facilità a chiunque».

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