L'ANALISI
12 Gennaio 2024 - 16:45
CREMONA - Dopo le mancate risposte dei mesi scorsi e l’ultima, evasiva, da parte del ministero della Giustizia, sulla «gravissima carenza di personale amministrativo» del tribunale ora davvero «a rischio collasso», «a rischio blocco di alcuni uffici» per l’imminente trasferimento, senza che siano sostituiti, di sette tra direttori e cancellieri, il presidente, Anna di Martino, oggi ha chiesto aiuto ai politici del territorio (Comuni di Cremona e Crema, Provincia, Regione Lombardia) affinché possano mandare rinforzi. Quasi due ore di incontro cominciato alle 11 nell’ufficio del presidente: erano presenti il sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti, il vice Andrea Virgilio, il presidente del Consiglio comunale, Paolo Carletti, che è anche avvocato, il sindaco di Crema, Fabio Bergamaschi arrivato con Gianni Rossoni, sindaco di Offanengo e rappresentante comunale nel Consiglio delle autonomie locali della Lombardia, il presidente della Provincia Mirko Signoroni, i consiglieri regionali Marcello Ventura di Fratelli d’Italia, Matteo Piloni del Pd, Riccardo Vitari della Lega. In collegamento, la senatrice Simona Malpezzi del Pd, anche in rappresentanza dell’onorevole Silvana Comaroli (Lega) e del senatore meloniano Renato Ancorotti. Presenti il presidente dell’Ordine degli avvocati, Alessio Romanelli, i sindacalisti Sabrina Negri, Cgil Cremona, Mauro Cardinale, delegato coordinatore provinciale Rsu Giustizia, e Francesca Pontiggia Rsu e Rls del tribunale.
Due ore di ascolto e confronto con il presidente che ha illustrato uno scenario da ‘codice rosso’. L’allarme più forte riguarda il trasferimento del direttore dell’Ufficio Spese di Giustizia, figura apicale di un ufficio strategico. Perché è l’Ufficio che si occupa del pagamento delle spese di giustizia: gli onorari agli avvocati per il gratuito patrocinio, le indennità dovuta ai magistrati onorari, ai giudici onorari di pace, ai periti, agli interpreti, il pagamento delle spese di funzionamento del Tribunale e del recupero crediti.
«I problemi effettivamente sono enormi — ha dichiarato Ventura —. Cercheremo di dare una mano. Sembra che ci sia già una interlocuzione fatta con la Regione per riuscire a vedere nelle varie graduatorie se qualche persona a livello amministrativo che c’è in Regione possa essere spostata, a carico sempre della Regione, in Tribunale come comando piuttosto che come trasferimento in mobilità. Io mi interesserò subito lunedì o martedì prossimi con l’assessore al Bilancio Marco Alparone se vi è la possibilità. Se poi, insieme agli altri colleghi, dovremo fare mozioni o interrogazioni, le faremo, ma io faccio subito un passaggio diretto con Alparone».
Ventura ha svelato alcuni retroscena dell’incontro, lanciando una stoccata a Rossoni e a Bergamaschi, scesi a Cremona per il caso Ufficio del giudice di pace Crema, che, verrà poi garantito, non sarà chiuso. «Se parliamo di altre province come Brescia, tutti gli Uffici del giudice di pace sono stati chiusi: a Breno e a Chiari. Esiste solo nel capoluogo - ha sbottato Ventura -. Non si capisce perché in provincia di Cremona debbano essercene due: nel capoluogo e a Crema. Ho sentito dire: ‘Noi non diamo nessuno a Cremona’, Rossoni in primis. ‘È un problema di Cremona non della provincia di Crema’. Siamo in provincia di Cremona, diamoci una mano, non esiste una provincia di Crema, non esiste la Repubblica di Crema».
A incontro finito, il sindaco Bergamaschi ha precisato: «Il territorio del Cremasco ha raccolto la preoccupazione che è emersa dai professionisti del territorio in ordine a un orientamento della presidenza circa la soppressione dell’Ufficio del Giudice di pace di Crema per potenziare la pianta organica di Cremona, come se fosse una medicina di guerra: due malati, devi scegliere quale lasciar morire. Anche per la recente storia che ha visto la soppressione del Tribunale di Crema, era una opzione che il territorio non avrebbe assolutamente accolto. Oggi abbiamo avuto la conferma che non sarà chiuso. Poi, noi non siamo insensibili ai problemi di tutto il tribunale».
Rossoni ha aggiunto: «Oggi siamo stati rassicurati che l’Ufficio del Giudice di pace di Crema continuerà ad operare. Dopo di che sull’emergenza amministrativa del Tribunale, i consiglieri regionali, il Comune di Cremona hanno dato delle disponibilità per far fronte ad una emergenza che è gravissima. La presidente è stata convincente. Rispetto al suo appello della drammaticità del tribunale, ognuno, per la propria parte, ha dato la propria risposta, compreso l’invio della documentazione ai parlamentari cremonesi per affrontare, a livello legislativo, le questioni che riguardano le il personale amministrativo dei tribunali. Su questo ci sarà bisogno di fare un’azione molto determinata».
Il sindaco Bergamaschi ha aggiunto: «Abbiamo accolto le richieste della presidente e di concerto lavoreremo con tutti per sopperire a questi problemi, perché già in passato hanno chiuso Crema. Il concetto è: uniti». Durante la riunione sono state definite alcune azioni possibili, spiegate poi in un comunicato stampa congiunto.
Regione. I consiglieri regionali «si sono impegnati ad attivarsi per valutare la possibilità di un coinvolgimento di Regione Lombardia rispetto all’uso possibile di graduatorie di amministrativi, in coerenza con una nota del ministero arrivata il 3 gennaio, che indica questa come possibile strada. Saranno sottoposte a valutazione nella loro fattibilità anche esperienze di altre Regioni, che hanno affrontato lo stesso tema».
A corredo della nota stampa, Piloni ricorda che «lo scorso 23 novembre, ho presentato una interrogazione al presidente Fontana sul tema, per la quale sono in attesa di risposta. Durante l’incontro di questa mattina, la presidente del Tribunale ci ha informato che dal ministero le hanno comunicato essere in corso interlocuzioni con la Regione per verificare se ci sono disponibilità di personale della stessa, cosa, tra l’altro, che chiedevo nella mia stessa interrogazione. Mi sono preso l’impegno di verificare in Regione questa interlocuzione».
Provincia e Comune di Cremona. «Già contribuiscono con personale proprio in prestito al comparto Tribunale/Procura; hanno assunto l’impegno di attivarsi per verificare altre possibilità di sostegno e collaborazione».
Parlamentari. «I parlamentari hanno dichiarato di intervenire per valutare la possibilità di un emendamento al decreto mille proroghe, sulla falsa riga di provvedimenti analoghi fatti per altri territori, che provveda, rispetto alla questione personale e alla collaborazione con gli enti pubblici locali, ad un impegno di aiuto economico da parte dello Stato centrale».
Crema. «È stata affrontata anche la questione della sede del Giudice di pace nel Comune di Crema, con una fotografia della situazione e la garanzia di impegno per il sostegno del servizio».
Tutti d’accordo nell’affermare che «il Tribunale rappresenta per tutto il territorio una istituzione strategica, punto di riferimento per cittadini, imprese, lavoratori, garanzia di sviluppo e di sicurezza imprescindibile e per questo la situazione difficilissima va risolta con l’aiuto e la collaborazione di tutti gli enti locali e anche con quella degli enti superiori, dalla Regione al Ministero al Parlamento».
Infine, al ministero «sarà ancora rinnovata la proposta, finché non arrivano risorse, di posporre l’operatività dei trasferimenti».
«È necessario che chi può, mandi le risorse». E ‘chi può’, per il presidente dell’Ordine degli avvocati, Alessio Romanelli, è «solo il ministero della Giustizia, via Arenula, 70, Roma: questo, secondo me, è l’indirizzo principale. Se poi possono arrivare degli aiuti, anche temporanei, dagli enti locali, dal Comune di Cremona, dal Comune di Crema, dalla Provincia, dalla Regione benissimo, però è chiaro che l’interlocutore principale, il primo che ha il compito istituzionale di assicurare il buon funzionamento di quella parte della pubblica amministrazione che è la giustizia, è il ministero della Giustizia».
Il presidente Romanelli ha giudicato l’incontro di oggi «molto interessante: speriamo sia fecondo». Anche oggi ha ribadito che «la giustizia è un diritto, è un bene essenziale, la giustizia è come il pane: dev’essere assicurata a tutti i cittadini. Per funzionare bene, il Tribunale ha bisogno dei magistrati, che ci sono, e del personale amministrativo in questo momento in sofferenza».
"Positivo l’esito dell’incontro di questa mattina del sindaco Fabio Bergamaschi con la presidente del Tribunale di Cremona Anna di Martino. È infatti scongiurata la chiusura del servizio dell’Ufficio del Giudice di Pace di Crema, paventata in alcune interlocuzioni formali tra il Tribunale ed il Ministero di Giustizia sul finire dello scorso anno e motivata dalle necessità di riorganizzazione del Tribunale di Cremona stesso, dovute alle pesanti carenze di personale amministrativo in servizio - soddisfazione nella nota dell'ufficio del sindaco di Crema -.
Di qui la “fortissima preoccupazione" già allora manifestata dal sindaco e dal presidente dell’Area Omogenea, con la contestuale richiesta di disponibilità alla presidente del Tribunale ad un incontro “al fine di comprendere lo stato dell’arte in ordine all’erogazione dei servizi giudiziari presso il Tribunale di Cremona e, in particolare, presso l’Ufficio del Giudice di Pace di Crema, nonché di conoscere gli effettivi scenari che si stanno delineando in confronto con il ministero di Giustizia ai fini del superamento delle criticità”.
Questa mattina, in un incontro allargato a tutti i principali rappresentanti istituzionali del territorio provinciale, dalla presidente sono arrivate rassicurazioni sul mantenimento del servizio.
"La preoccupazione che ho raccolto tra gli avvocati del territorio in seguito all'emersione della valutazione in corso sull'Ufficio del Giudice di Pace di Crema è stata forte. Non è ancora del tutto rimarginata la ferita della chiusura del tribunale e ogni ulteriore perdita di servizi giuridici del territorio cremasco non sarebbe stata accettabile. Per questo motivo, immediatamente e coinvolgendo i rappresentanti politici del territorio, ci siamo attivati esprimendo con fermezza questa posizione. L'incontro di oggi ha evidenziato come quei fondati timori possano ora essere fugati: il Giudice di Pace di Crema rimarrà. E questo anche grazie all'innesto di un secondo funzionario giudiziario avvenuto alla fine dello scorso anno. Certo, la condizione ottimale risulta ancora lontana, a fronte di originarie previsioni della pianta organica di sei dipendenti e soprattutto a fronte dell'estensione dei servizi prevista dalla riforma, ma il risultato di oggi c'è ed è molto importante. Non mancano, tuttavia, le preoccupazioni che ci accomunano a livello provinciale, poiché la situazione generale del Tribunale di Cremona illustrataci dalla presidente è molto pesante. Questo richiederà un'attenzione dei più alti livelli di rappresentanza politica, ingaggiati anche in seguito all'odierno appuntamento".
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