L'ANALISI
15 Novembre 2023 - 05:30
Il presidente Anna di Martino
CREMONA - In Tribunale, la coperta del personale amministrativo era già corta. Ora, con il trasferimento - in blocco - di otto «unità» senza che ne arrivino di nuove, «c’è il rischio fondato di paralisi». La situazione «è drammatica, imbarazzante».
Si dice «preoccupata» il presidente Anna di Martino «perché, questa volta, è una di quelle mazzate o colpi, ai quali non si può supplire con risorse interne».
Dal Tribunale è in partenza per Lodi un direttore amministrativo, attuale responsabile dell’Ufficio Spese di giustizia, spese di funzionamento, recupero crediti, Fondo unico giustizia (Fug), un «ufficio nevralgico».
Lascerà Cremona per Pavia un funzionario giudiziario attualmente responsabile della cancelleria penale del dibattimento.
Andrà a Parma un assistente giudiziario in forza alla cancelleria Lavoro e procedimenti speciali. Se ne andrà un assistente giudiziario dell’Ufficio cancelleria di Esecuzione. E dovrebbe andarsene anche un assistente giudiziario del Tribunale, attualmente in distacco alla Procura generale di Brescia in seguito ad uno scambio di posti.
Non se la passa meglio l’Ufficio del Giudice di Pace dove una delle due sole assistenti, «colei che attualmente si occupa del penale» andrà a Piacenza. Infine, nella conta delle partenze rientrano i trasferimenti di un ufficiale giudiziario e di un funzionario dell’ Unep.
«Nel Distretto della Corte d’Appello, il nostro Tribunale è quello che ha maggiore penalizzazione, nella misura in cui, a fronte di tutte queste partenze, non c’è uno, dicasi uno, che entra», sottolinea il presidente che il 31 ottobre scorso ha scritto una nota al Ministero guidato da Carlo Nordio, al capo del Dipartimento Organizzazione Giudiziaria, al direttore del personale, e, per conoscenza, alla Corte d’Appello. «Ciò che più mi preoccupa è la partenza del direttore che si occupa di un settore, l’Ufficio spese giustizia, per il quale occorre una competenza specialistica. Io credo che ci sarà una paralisi, perché tutto quello che è l’andamento del settore non è ripristinabile con una delle pochissime risorse che abbiamo. Non c’è una risorsa in grado di fare quello che fa questo direttore».
Il Ministero, aggiunge il presidente, «da sempre parla dei funzionari contabili. Non li abbiamo. Tuttavia, normalmente l’Ufficio spese giustizia è retto da persone che abbiano una competenza contabile». Persone che hanno le credenziali di accesso al sito dell’Agenzia delle Entrate.
«C’è il fondato rischio, per non dire certezza - insiste il presidente - di una paralisi del Tribunale quantomeno in questo settore, che è importante». Perché nella voce «spese di giustizia» rientrano il pagamento degli onorari «che abbiamo in Tribunale», il pagamento degli avvocati ammessi al gratuito patrocinio, le spese di funzionamento. «Il Tribunale è come una casa». Acqua, luce, gas, «c’è tutta la contrattualistica».
Nella nota del 31 ottobre, il presidente di Martino ha chiesto «di posporre all’immissione di nuove risorse l’esecutività di siffatti trasferimenti, quanto meno quelli che riguardano il Tribunale e l’ufficio del Giudice di pace. Come dovrebbe farsi in ogni realtà della pubblica amministrazione, come si fa nel privato, ci vuole una politica di programmazione e di visione. In tanti escono in quanto so che in tanti entrano. Invece, qui si va avanti così».
Il presidente ha chiesto «in alternativa, in subordine, l’immissione di nuove risorse quantomeno in quel settore nevralgico: l’Ufficio spese giustizia io non so a chi farlo fare».
Nel Tribunale dove dall’ 8 novembre del 2020 è vacante il posto del dirigente amministrativo, la situazione è così drammatica che si rischia «un effetto a cascata»: il ‘fuggi fuggi’ delle toghe, «l’abbandono da questa felice situazione che si è creata con molti magistrati giovani».
I vuoti nell’organico amministrativo rischiano di «sfavorire quella esigenza di stanzialità di un Tribunale medio piccolo», che , tra l’altro, attrae poco, anche perché sconta «il decentramento geografico» con il ‘neo’ dei collegamenti.
«Tutti vanno e nessuno arriva. Il Ministero della Giustizia deve capire che se vuole mantenere in vita questo Tribunale, deve mettere le risorse necessarie». Ma, evidenzia il presidente, «le speranze di queste risorse sono prossime allo zero se uno guarda alla bozza della Legge di Bilancio dove l’unica misura economica per il settore Giustizia attiene al fondo necessario alla stabilizzazione dei magistrati onorari». E, allora, «se non si è più in grado di mantenere il Tribunale, si abbia il coraggio di fare una revisione». Il presidente chiude con un appello «alle autorità politiche e civili della realtà della provincia di Cremona».
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