L'ANALISI
27 Novembre 2023 - 20:29
Il tribunale di Cremona
CREMONA - Le note inviate al ministero della Giustizia e al distretto della Corte d’Appello sono rimaste lettera morta. L’allarme è caduto nel vuoto. Nel silenzio assoluto sugli imminenti trasferimenti di personale amministrativo, sulle partenze, senza arrivi, di figure apicali come il direttore dell’Ufficio spese di giustizia — «ufficio nevralgico» — il presidente del Tribunale, Anna di Martino, fa risuonare l’allarme. E dà un aut aut. «Se il direttore in partenza dell’Ufficio spese giustizia non sarà sostituito, si incorrerà nel blocco di adempimenti primari, tra i quali i pagamenti agli avvocati per il gratuito patrocinio, delle spese di funzionamento dell’Ufficio, delle comunicazioni a Equitalia, Punto Fisco, Agenzia delle Entrate, etc».
In una nota stampa, il presidente fa «la fotografia» della situazione «di ‘paralisi’ in cui a breve si troveranno il Tribunale di Cremona e gli uffici collegati a seguito dei trasferimenti del personale amministrativo che ha corrisposto all’interpello nazionale del 26 luglio 2023». Rappresenta che «ad oggi nessuna risposta alle note indirizzate il 31 ottobre e il 14 novembre è pervenuta dalle autorità preposte del Ministero di Giustizia, né dalla presidenza della Corte di Appello di Brescia, richiesta – in assenza di iniziative ministeriali – di applicazione distrettuale di personale, con specifico riguardo al posto – prossimo vacante – di responsabile dell’Ufficio Spese».
Il presidente «ribadisce l’allarme per le prossime partenze dal Tribunale di 4 unità di personale amministrativo, tra cui il responsabile dell’Ufficio Spese, ruolo che richiede una qualifica elevata e necessarie competenze specialistiche». L’allarme «è esteso agli altri comparti del Tribunale, segnatamente alla cancelleria del dibattimento che perde il funzionario responsabile, nonché all’Ufficio del Giudice di Pace di Cremona, in cui rimarrà una sola assistente, impossibilitata a gestire i settori civile e penale ed il lavoro di 4 magistrati onorari».
I trasferimenti, aggiunge il presidente di Martino, «si innestano in una situazione di gravi e risalenti scoperture nell’organico del personale amministrativo». Le ricorda. Dall’ 8 novembre del 2020 in Tribunale manca il dirigente amministrativo; «su cinque direttori amministrativi in pianta organica, con la partenza del direttore responsabile dell’ufficio Spese, la scopertura raggiunge il 60% (su 5 solo 2 sono in servizio)»; «su 12 funzionari in pianta organica, con le partenze previste, la scopertura raggiunge percentuale pari al 58% (su 12, solo 5 sono in servizio)». Ed ancora, «su 14 assistenti in pianta, attualmente in servizio sono solo 10». Il presidente ribadisce che «nell’ambito dei trasferimenti in Regione Lombardia e segnatamente negli uffici del Distretto di Brescia, il Tribunale di Cremona è l’unico ufficio giudiziario per il quale sono previste solo partenze di personale».
Il primo allarme, il presidente lo aveva fatto suonare due settimane fa. «Il ministero - aveva sottolineato - deve capire che se vuole mantenere in vita questo Tribunale, deve mettere le risorse necessarie. Qui, invece, tutti vanno e nessuno arriva». Nelle note inviate a Roma, c’era la richiesta di «posporre all’immissione di nuove risorse l’esecutività di siffatti trasferimenti, quanto meno quelli che riguardano il Tribunale e l’ufficio del Giudice di pace. Come dovrebbe farsi in ogni realtà della pubblica amministrazione, come si fa nel privato, ci vuole una politica di programmazione e di visione. In tanti escono in quanto so che in tanti entrano. Invece, qui si va avanti così». Il presidente aveva chiesto «in alternativa, in subordine, l’immissione di nuove risorse quantomeno all’Ufficio spese giustizia».
Da Roma e da Brescia silenzio. Oggi, il rinnovato appello del presidente «alle istituzioni territoriali per l’assunzione di iniziative a sostegno del servizio Giustizia che si deve ai cittadini di Cremona e del circondario». Appello raccolto, nei giorni scorsi, solo dal consigliere regionale dem, Matteo Piloni, che nel definire «sempre più preoccupante la situazione del Tribunale di Cremona» aveva presentato una interrogazione alla giunta Fontana.
Anche gli avvocati cremonesi sono in prima linea sul nodo delle carenze di personale che potrebbero bloccare il Tribunale, uno scenario che appare sempre più vicino a giudicare dalle esternazioni giunte nelle scorse ore dal presidente Anna di Martino. Pochi giorni fa sul tema è intervenuto Alessio Romanelli, presidente dell’Ordine degli avvocati, e lo ha fatto in termini perentori. «Il ministero della Giustizia deve mandare personale, senza se e senza ma. Non ci sono alternative: ‘Blocco, paralisi se non arriva il personale’. Non ci sono altri scenari. Devono mandare personale».
Ciò che più preoccupa i legali, è la partenza del direttore amministrativo, attuale responsabile dell’Ufficio spese giustizia, figura apicale di un ufficio considerato nevralgico, Perché, come ha spiegato il presidente Romanelli, «è l’ufficio che si occupa del pagamento dei giudici onorari e di pace, dei consulenti, dei periti, del pagamento delle spese di giustizia. E del patrocinio gratuito: in questo momento di difficoltà economica, sono tantissimi i cittadini che hanno accesso al servizio giustizia solo ed esclusivamente perché c’è il gratuito patrocinio. Bloccare questo significa indirettamente andare a minare il diritto del cittadino di fare domanda di giustizia».
Perché «la giustizia è un bene primario come il pane, la salute, l’informazione: dev’essere assicurato sempre a tutti i cittadini. Al cittadino dev’essere dato un servizio di qualità come qualità della decisione e come qualità dei tempi della decisione». Secondo il presidente Romanelli, «ci dovrebbe essere un certo numero di dipendenti ad ogni livello: dirigente, direttore di cancelleria, cancellieri, assistenti, operatori. Da sempre c’è una scopertura particolarmente significativa e impattante nelle figure di vertice».
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