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Giudice di pace, il sindaco scrive al tribunale: «No all'ennesimo sacrificio»

Lettera alla presidente Di Martino firmata con Rossoni, leader dell’Area omogenea: «Logica da medicina di guerra»

Riccardo Maruti

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rmaruti@laprovinciacr.it

12 Dicembre 2023 - 05:05

Giudice di pace, il sindaco scrive al tribunale: «No all'ennesimo sacrificio»

CREMA - L’ufficio del giudice di pace è a serio rischio chiusura. Per questo il sindaco Fabio Bergamaschi e il presidente dell’Area omogenea Gianni Rossoni manifestano «fortissima preoccupazione» nella lettera inviata al presidente del tribunale di Cremona, Anna Di Martino per chiedere la disponibilità a un incontro «al fine di comprendere lo stato dell’arte in ordine all’erogazione dei servizi giudiziari presso il tribunale di Cremona e, in particolare, presso l’ufficio del giudice di pace di Crema, nonché di conoscere gli effettivi scenari che si stanno delineando in confronto con il ministero di Giustizia ai fini del superamento delle criticità in oggetto». La richiesta formale di incontro arriva dopo una serie di colloqui con professionisti del territorio e con il presidente dell’ordine degli avvocati di Cremona, Alessio Romanelli, che hanno confermato i timori.

Fabio Bergamaschi


«Le gravi scoperture di organico nel settore della giustizia a livello nazionale sono, purtroppo, note, con carenze organizzative che impattano fortemente sulla qualità del lavoro degli operatori e dei servizi erogati dagli uffici giudiziari — commenta il sindaco Bergamaschi —. Conosciamo perfettamente anche le criticità che interessano, in particolare, il tribunale di Cremona e gli uffici da questo coordinati, compreso quello del giudice di pace di Crema, che non è nuovo rispetto a disservizi conseguenti alla carenza di personale, così come avviene anche per l’analogo ufficio di Cremona».

«Ciò che, invece - continua Bergamaschi -, mi ha raggiunto con sorpresa e preoccupazione è la notizia in merito alla valutazione che sarebbe in corso in ordine alla stessa chiusura dell’ufficio del giudice di pace di Crema, volta a garantire un più regolare andamento dell’ufficio centrale di Cremona. Una dinamica da ‘medicina di guerra’, che a fronte di una comune malattia tra due pazienti mirerebbe non alla predisposizione della miglior cura per entrambi, ma al sacrificio del più debole volto a tutelare solo chi avrebbe più chance di sopravvivenza. Voglio pensare che questo non sia lo scenario in cui viene a trovarsi il Paese, né quello effettivamente perseguito nel disegno delle politiche dell’amministrazione della Giustizia nel nostro territorio».

Gianni Rossoni

Dopo lo sfogo amaro e carico di apprensione, Bergamaschi passa alla fase propositiva: «Esprimendo la massima disponibilità ad agire in sostegno di ogni azione del tribunale di Cremona volta al potenziamento dei servizi giudiziari – e non, al contrario, alla loro soppressione, dopo quella già avvenuta del tribunale – attendiamo un positivo incontro con la presidente Di Martino, volta a comprendere lo stato dell’arte e a fugare ogni timore in tal senso».

ANCOROTTI: «MINISTERO ALLERTATO, ESIGIAMO RISPOSTE»

Anche il senatore cremasco Renato Ancorotti è in ansia per il destino dell’ufficio del giudice di pace. E per vederci chiaro si rivolge direttamente al Guardasigilli, Carlo Nordio: «L’ufficio del giudice di pace è un presidio importante per il nostro territorio — commenta il parlamentare di Fratelli d’Italia —. Ho avuto modo di approfondire non solo la situazione che coinvolge l’ufficio di Crema, ma anche tutto il sistema di giustizia della nostra provincia, compresa la situazione di sofferenza organizzativa che, purtroppo, riguarda anche il tribunale di Cremona». Insomma: Ancorotti, suo malgrado, conferma i timori diffusi.

Renato Ancorotti

«Per questo motivo — prosegue il senatore — anche grazie al sollecito del presidente dell’Area omogenea Gianni Rossoni e alle segnalazioni che mi sono giunte da avvocati e da cittadini, mi sono attivato presso il ministero della Giustizia». In attesa di una pronta risposta, Ancorotti puntualizza: «Sono conscio della difficoltà che incontra il nostro presidio, perché sono le stesse difficoltà che incontrano tantissime altre realtà a livello nazionale. Attendo di avere un confronto con i rappresentanti ministeriali per trovare una soluzione a tutela di un presidio molto importante per il territorio».

COMAROLI: «L'IPOTESI DI CHIUSURA? ERRORE GRAVISSIMO»

«Trovo assolutamente sbagliato che si possa arrivare a chiudere l’ufficio del giudice di pace di Crema, cosa che comporterebbe pesanti disagi per i cittadini, un bacino di utenza che supera i 160mila abitanti. Dati di cui tenere assolutamente conto, e a cui va aggiunta l’ipotesi di spesa per il presidio che in dieci anni si aggira su una cifra intorno ai due milioni di euro. Non certo un costo fuori portata». Per queste ragioni l’onorevole della Lega Silvana Comaroli, sostiene appieno l’iniziativa locale in difesa della sopravvivenza dell’ufficio di via Macallè.

Silvana Comaroli

«Non dimentichiamo che Crema e il Cremasco – prosegue la parlamentare soncinese – hanno già subito dieci anni il depauperamento dovuto alla chiusura del tribunale. Ho dunque già evidenziato a Roma quanto sia sbagliato ipotizzare una chiusura e chiesto garanzie in merito». Comaroli è in stretto contatto con il presidente dell’Area omogenea Gianni Rossoni, con il sindaco Fabio Bergamaschi e con gli altri amministratori locali e continuerà dunque a seguire la vertenza da vicino, pronta fornire il proprio supporto a livello parlamentare e politico.

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