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SCUOLA E FORMAZIONE

Tecnici e professionali, corso ridotto a 4 anni

La Lombardia accelera, Tironi: «Più vicini alle aziende». Entro l’8 gennaio manifestazioni di interesse per costituire le filiere tecnologiche. Ma la scadenza così ravvicinata lascia perplessi gli istituti scolastici

Dario Dolci

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redazione@laprovinciacr.it

28 Dicembre 2023 - 05:30

Professionali in 4 anni, la Lombardia accelera: «Più vicini alle aziende»

CREMONA/CREMA - Studiare negli istituti professionali e tecnici per quattro anni anziché cinque, acquisire il diploma di Istruzione o di formazione professionale risparmiando un anno e accedere direttamente a un Its Academy, che in un biennio consentirà agli studenti di entrare con maggiore facilità, così si dice, nel mondo del lavoro grazie ai percorsi formativi di alta qualità. È questa la novità proposta dal Ministero dell’Istruzione del Merito e portata avanti dalla Regione.

«La Lombardia è pronta a sperimentare già nell’anno scolastico 2024-25 la riforma dell’istruzione professionale prevista dal Piano nazionale di ripresa e resilienza – ha annunciato l’assessore regionale all’Istruzione, Formazione e Lavoro, Simona Tironi - perché ha filiere professionali consolidate e complete». Con la delibera approvata nei giorni scorsi, si avvia questo primo livello di sperimentazione.

«Vogliamo dare maggiori opportunità di futuro ai nostri giovani – ha proseguito l’assessore – e un più adeguato indirizzo ai loro talenti, professionalità, passione e desideri. Allo stesso tempo, puntiamo a ridurre il divario esistente tra l'offerta formativa e le reali necessità delle imprese, il famoso mismatch».

istituti

Queste novità sono state inserite nel decreto del ministero dell'Istruzione e del Merito, in attesa della necessaria approvazione del disegno di legge che porta la firma del ministro Giuseppe Valditara. Coinvolge gli istituti quadriennali meritevoli degli investimenti possibili attraverso l'uso del Pnrr, con ricadute positive per incentivare l'apprendimento finalizzato al lavoro e l'internazionalizzazione della scuola mediante certificazioni specifiche e metodologie innovative quali il Clil, che prevede l’insegnamento di alcune discipline in una lingua straniera. Entro l’8 gennaio potranno essere presentate le manifestazioni di interesse per la costituzione delle filiere tecnologico-professionali. Le reti formate da una istituzione scolastica professionale o tecnica, da una istituzione formativa e da un Its Academy saranno costituite dalla Regione d'intesa con l'Ufficio scolastico ed entreranno così nella selezione nazionale.

tironi

L'assessore regionale Tironi

«Questa filiera - ha aggiunto l’assessore Tironi - rappresenterà il fulcro della strategia regionale di messa a terra degli interventi e di implementazione della riforma. Un passo importante verso la costruzione di un futuro formativo solido e innovativo per i nostri ragazzi. Affronteremo questa nuova sfida con un approccio proattivo e di cooperazione tra tutti gli attori coinvolti nell'attuazione, a partire dalla fase di avvio della sperimentazione». 

«Puntiamo a ridurre il divario esistente tra offerta formativa e reali necessità delle imprese»

Tironi vede la sperimentazione come una grande opportunità per gli studenti e per il tessuto imprenditoriale: «Perché il mercato del lavoro è in continua evoluzione e c'è sempre più bisogno di una stretta correlazione fra scuola e impresa. Dobbiamo quindi fare di tutto per orientare al meglio i nostri ragazzi affinché scelgano il percorso più affine alle loro esigenze e a quelle del tessuto produttivo».

La filiera formativa professionalizzante di Regione Lombardia è una realtà consolidata che coinvolge annualmente oltre 58mila allievi nell'ambito dei percorsi di istruzione e formazione professionale erogati da 107 istituzioni formative accreditate. Oltre 1.500 sono gli allievi iscritti ai 90 percorsi di Istruzione e formazione tecnica superiore (Ifts) e 6.000 quelli nell'ambito dei percorsi di Istruzione tecnologica superiore (Its Academy) erogati da 27 Fondazioni, con un tasso di inserimento lavorativo che sfiora il 90% a sei mesi dal diploma.

In provincia, sono attivi attualmente tre Its: uno in Innovazione e management dei processi cosmetici e uno in Digitalizzazione del progetti industriali a Crema. Uno in Automazione e innovazione per la transizione ecologica a Cremona. I corsi si tengono nei laboratori del Galilei e in quelli del Torriani.

La precedente proposta del diploma in quattro anni (valida anche i licei) era stata introdotta nel 2018. Su 2.669 istituti superiori in Italia erano stati un centinaio scarso quelli che avevano aderito. L’estate scorsa si sono diplomati i primi studenti delle scuole della penisola che avevano scelto il percorso quadriennale. In Provincia ci aveva provato il Pacioli. Non è stato un successo in termini di iscrizioni.

AL TORRIANI E AL GALILEI

Suscita perplessità la proposta di sperimentazione del diploma in quattro anni, con l’aggiunta di altri due anni di Its, tra gli istituti tecnici e professionali della nostra provincia. A non convincere è soprattutto la scadenza ravvicinata delle adesioni (8 gennaio) ma anche il fatto che l’utenza non è stata informata e che l’organizzazione dei nuovi programmi e delle attività annesse richiede un grosso lavoro e tempi lunghi. A sollevare dubbi sono i dirigenti scolastici dei due istituti più popolosi della Provincia: Simona Piperno per il Torriani e Ghisleri di Cremona, e Paola Orini per il Galilei. di Crema.

«Non aderiremo per quest’anno alla sperimentazione – afferma Piperno – non per una posizione preconcetta. Se la riduzione di un anno è finalizzata a ridurre la dispersione scolastica, ben venga. Questa dei quattro anni più due di Its può essere anche vista come un’alternativa al percorso universitario. Tuttavia, se aderissimo, dovremmo stravolgere l’organizzazione scolastica con il rischio poi di non avere iscrizioni, perché l’utenza non è stata informata. Gli Open Day li abbiamo già fatti».

Il decreto ministeriale è dei 7 dicembre e impone che gli organi collegiali delle singole scuole deliberino sulla sperimentazione entro il 31 dicembre. Poi, entro l’8 gennaio andrà presentata la manifestazione di interesse.

«Le scuole hanno chiuso il 22 – prosegue Piperno – e non c’è stato il tempo per ragionare e valutare né tanto meno per organizzarci. Su questa novità non è informato il personale scolastico e non lo sono studenti e famiglie. Concentrare il programma di cinque anni in quattro, vuol dire aumentare il numero di ore giornaliere. E i ragazzi che seguono corsi di musica o che praticano sport come fanno a conciliare le due cose? Serve un’adeguata organizzazione preventiva».

La dirigente del Torriani vede anche altre criticità: «Il nostro istituto ha anche un corso professionale. Con i quattro anni, significa che il Pcto (l’alternanza scuola-lavoro, nda) deve iniziare in seconda, ma le aziende non vogliono studenti ancora immaturi e senza competenze».

La precedente sperimentazione quadriennale era già risultata un flop nella nostra Provincia e in Italia in generale. «Io credo – conclude Piperno – che per questa sperimentazione servono una riflessione e un’organizzazione che richiedono tempo. Si doveva partire dall’anno scolastico 2025-26».

Sulla stessa lunghezza d’onda la preside Orini: «Quando è uscito il decreto, ho analizzato il testo con il mio staff e con i coordinatori di materia. Prima di esprimere una manifestazione di interesse, come ci è chiesto di fare, occorreva far esprimere gli organi collegiali entro il 31 dicembre. Non c’erano i tempi necessari e quindi abbiamo deciso di attendere. Una sperimentazione di questa portata deve essere meditata».

Oltre ad interpellare il personale, il decreto impone anche che vengano stipulate delle convenzioni: «Con i centri di formazione professionale, con gli Its e con le aziende – precisa la dirigente del Galilei – ma come si fa in tre settimane e con le scuole in vacanza? E poi, compattare il programma di cinque anni in quattro richiede un lavoro di revisione totale». Se oggi la decisione del Galilei è quella di non aderire, per il futuro Orini lascia una porta aperta: «Credo che questa innovazione sia dettata dal Pnrr. Io i fondi li utilizzerei per migliorare le strutture scolastiche. Detto questo, seguiremo con attenzione le scuole che aderiranno, valuteremo e ragioneremo per gli anni a venire. Adesso non ci sono i tempi per una decisione ponderata».

«IL ROMANI PUNTA A UN CORSO ITS»

di Davide Bazzani

Il Polo Romani di Casalmaggiore non usufruirà per il momento della possibilità offerta agli istituti professionali di acquisire il diploma di Istruzione e Formazione Professionale in 4 anni e accedere direttamente a un Its Academy, che in 2 anni consente a ragazze e ragazzi di entrare con maggiore facilità nel mondo del lavoro grazie ai percorsi formativi di alta qualità.
Ne dà conferma la dirigente scolastica dell’Istituto di istruzione superiore ‘Giovanni Romani’, Daniela Romoli: «Quest’anno no, però vorremmo avviare un corso Its. Siamo infatti entrati nella rete Its Academy Cremona. Il settore sarà quello avviato a Cremona, ‘Nuove tecnologie per il Made in Italy’. Siccome noi abbiamo Itis informatico, il nostro corso sarà in questo settore. Però non abbiamo ancora steso l’offerta didattica». Non è ancora possibile sapere se il corso Its al Romani partirà dal prossimo anno scolastico 2024-2025: «Ci piacerebbe, ma al momento è prematuro dirlo. Non possiamo ancora saperlo e dobbiamo aspettare».

Nelle scorse settimane, nel corso del primo ‘Open Day’ rivolto a ragazze e ragazzi che attualmente frequentano il terzo anno della scuola media e che devono scegliere il proprio percorso futuro, la preside ha sottolineato che negli ultimi anni il numero di iscritti al Polo Romani è notevolmente aumentato fino a raggiungere i 940 studenti e le 46 classi dell’anno in corso. L’Istituto si articola in liceo classico, linguistico, scientifico e Costruzioni ambiente e territorio (ex Geometri), istituto tecnico informatico, professionale per i servizi per la sanità e i servizi sociali e corso professionale per operatore elettrico. Grazie ai fondi Pon e Pnrr sono stati ampliati i laboratori di chimica e fisica con nuovi strumenti. Grazie a questi fondi — ha spiegato la dirigente — è stata ampliata l’area scientifica con kit e strumenti per attività laboratoriali nel settore delle energie rinnovabili e le coltivazioni in serre automatizzate.

Da ricordare che venerdì 19 gennaio dalle 18,30 alle 22 si terrà ‘La notte del Romani’, una serata aperta al territorio in cui gli studenti saranno protagonisti di attività laboratoriali e spettacoli.

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