L'ANALISI
27 Dicembre 2023 - 10:34
I volontari italiani e africani che operano in Ghana
SONCINO - Una serata tra il commovente e l’educativo quella che si è tenuta all’oratorio di Gallignano, la frazione maggiore di Soncino. Ospiti della onlus nostrana specializzata in missioni internazionali Fabio Moreni e della parrocchia, i volontari che operano anche per Health-Aid in Ghana, sia italiani che locali, hanno incontrato i residenti di Soncino e dell’abitato al confine con la Bergamasca per presentare i frutti del loro lavoro. O meglio, nel segno dell’assoluta trasparenza che contraddistingue da sempre il rapporto tra associazioni e cittadini del borgo, citando i protagonisti: «per spiegare come vengono utilizzati i soldi che donate».
Riassumendo, la risposta al quesito, è una sola. E non l’hanno data i relatori, ma gli astanti una volta finito il meeting: «Evidentemente molto bene». Nel concreto, infatti, la lista delle iniziativa finanziate grazie all’aiuto di Gallignano, Soncino, dei fedeli e dei semplici cittadini sarebbe pressoché infinita, ma bastano giusto un paio di esempi per dare l’idea dell’importanza ricoperta dal cuore grande dell’associazionismo locale.
Il gallignanese Mario ‘Frank’ Borella, storico volontario della Moreni, già Soncinese dell’Anno per meriti solidali e grande conoscitore dell’Africa, dove tornerà in missione già a partire dalla prossima Pasqua, spiega: «Ora il focus si concentra sul villaggio di Wapuli, in Ghana. Si trova a un’ora di strada in macchina o quattro a piedi dalla realtà semi attrezzata confinante. E parliamo quindi di un villaggio da 16mila abitanti, isolato. Saboba, la più vicina ma pur lontana cittadina, almeno ha una base della nostra associazione e l’ospedale pubblico, tuttavia manca comunque di posti letto e ha un medico solo».
Insomma, un vero e proprio dramma. Che grazie alla generosità cremonese potrebbe finire, o almeno un giorno: «Il sogno è creare nel villaggio un ambulatorio – chiarisce Borella –, dando priorità al settore ginecologico. Allo stato attuale le donne gravide non hanno assistenza specialistica immediata. Sin qui siamo riusciti quantomeno ad acquistare uno stabile, l’abbiamo tinteggiato, illuminato e messo in sicurezza. Ora è la volta della vera sfida, cioè recuperare la strumentazione medica».
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