L'ANALISI
LA STORIA
27 Dicembre 2023 - 05:25
Lukaman Salifu con alcuni bambini
CREMONA - Ci sono storie che scaldano il cuore, storie che parlano di impegno e voglia di riscatto, ma soprattutto di altruismo e amore. È questo il caso della storia di Lukman Salifu, classe 2001, di origini africane, ma ormai cremonese a tutti gli effetti. Come molti, ha raggiunto l’Italia affidandosi ai ‘viaggi della speranza’, un eufemismo per raccontare viaggi al limite della sopravvivenza verso il sogno di una vita migliore e vie di fuga da miseria e orrori. Era adolescente, aveva soltanto 15 anni, quando è partito da Accra in Ghana e con un coraggio da leone ha deciso di intraprendere l’attraversata del Mediterraneo.
Una volta sbarcato sulle coste di Trapani è stato trasferito e affidato alle cure della Comunità per minori di Cortetano, sotto la responsabilità della Caritas della Diocesi cremonese. Grazie ai progetti di inclusione messi in atto dalla comunità, ha potuto frequentare corsi di alfabetizzazione ed essere inserito nel percorso d’istruzione italiano. Raggiunta la maggiore età Lukman Salifu ha con determinazione intrapreso un percorso che gli ha permesso di acquisire il profilo di ‘affidatario’ con l’ausilio degli Assistenti Sociali territoriali. Ciò gli ha permesso, a sua volta, di potersi occupare di altri ragazzi che, come lui, erano arrivati in Italia per cercare un futuro migliore. Ottenuta questa sorta di abilitazione, si è trasferito in un appartamento, prendendo sotto la sua ala protettiva altri minorenni non accompagnati.
Non solo voglia di riscatto, ma un sincero sentimento di riconoscenza hanno animato Lukman che si è voluto rendere utile e proporsi come punto di riferimento per altri ragazzi come lui. Salifu ha poi deciso di trasferirsi a Cremona per poter percorrere la propria strada in autonomia, lasciando però il segno nel cuore dei ragazzi di cui si era preso cura. Attualmente Lukman lavora per una grossa ditta cremonese, in cui ricopre il ruolo di caposquadra. È questa la prova concreta di quella voglia di fare che lo ha da sempre accompagnato, anche nel momento in cui ha deciso di abbandonare tutto e tutti, l’Africa, il mondo in cui era cresciuto per cercare una vita migliore. Salifu non ha però dimenticato da dove arriva.
Originario di Accra, nel Ghana, racconta come la città da cui proviene sia caratterizzata da un alto grado di povertà, in cui le disparità sociali sono enormi e incolmabili e come la popolazione meno attrezzata viva in una condizione di indigenza tale da richiedere un aiuto costante che Lukman cerca di non far mancare ai suoi cari e non solo. «Ogni volta che vado a trovare mia madre, si sparge la voce e arrivano, non solo, parenti, amici e vicini, ma anche sconosciuti che sperano di poter avere vestiti e giocattoli per i più piccoli — racconta —. Ho deciso per questo, ogni volta che torno a casa, di portare sempre con me qualche dono e non solo per i miei familiari. Molti miei colleghi e conoscenti, qui in Italia, sono stati così generosi da donarmi indumenti e giocattoli».
Le necessità in Ghana sono tali che Salifu ha deciso di fare di più: «Grazie ad un mio conoscente in Ghana, che effettua import-export da e verso l’Italia, carichiamo un container che solitamente parte prima del mio aereo. Una volta ad Accra ritiro tutti i beni e li divido equamente tra coloro che ne hanno bisogno», racconta. È questo non solo un gesto di grande generosità e altruismo, ma per Salifu è un modo per dare concretezza alla consapevolezza di ‘avercela fatta’: «Mi sento fortunato e proprio per questo non dimentico il luogo in cui sono nato e le difficoltà che chi abita lì deve affrontare quotidianamente», commenta.
Aggiunge: «La cosa più bella è vedere il sorriso dei bambini. Loro sono veramente entusiasti per cose che noi diamo per scontate, per giochini che possono sembrare anche miseri ma, non avendo nulla, quel poco fa sentire i bimbi al settimo cielo. Non smetterò mai di ringraziare la generosità delle persone che conosco. Mi portano sempre qualcosa in previsione dei miei viaggi e questo mi riempie di gioia perché so che, in questo modo, posso aiutare la mia gente, tutti coloro che non possono avere la mia stessa fortuna ma che ne avrebbero bisogno, come è di diritto per tutti».
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