L'ANALISI
22 Dicembre 2023 - 05:20
il sindaco Fabio Bergamaschi
CREMA - La diplomazia della vecchia scuola democristiana, condita in salsa Pd. Il tono misurato. Il sorriso aperto. Fabio Bergamaschi, a un anno e mezzo dall’elezione e a pochi giorni dal nuovo giro di calendario, traccia il consuntivo della sua attività amministrativa. Parla delle «fatiche» legate alle grandi opere, squaderna la sua visione di città e di territorio, getta uno sguardo fiducioso a un 2024 che reputa «determinante» e rilancia la necessità e la bellezza del costante «confronto con i cittadini». Purché nessuno gli nomini le... scie chimiche.
Tra pochi giorni è Natale: che regalo si aspetta di trovare sotto l’albero? E quale augurio si sente di fare ai cremaschi?
«Non amo particolarmente né fare né, coerentemente, ricevere regali in occasioni come il Natale o i compleanni. Sarà forse che avverto una dimensione di convenzione sociale che non sempre corrisponde alla genuinità dei sentimenti. Però questi momenti sono una preziosa occasione per trascorrere del tempo di qualità con i propri affetti. E allora spero non tanto di poter trovare qualcosa sotto all’albero, ma di stringermi ancora intorno ad esso, al suo calore, con le persone importanti della mia vita, famiglia ed amici. È lo stesso augurio che rivolgo ai cremaschi, come a chiunque. Perché ciascuno di noi ha un bisogno vitale di relazione con gli altri. Di buona relazione con gli altri. Di non sentirsi solo. Non c’è nulla che sia più importante di questo».
Dall’insediamento a oggi sono trascorsi 18 mesi: come si è arricchita la sua esperienza di amministratore? Quali gli insegnamenti più importanti?
«La sindacatura è un’esperienza di arricchimento straordinaria, a tutto tondo, non solo dal punto di vista della tecnica amministrativa. Le fatiche sono tante, ma ogni giorno è una crescita. D’altronde è così in ogni campo. È ciò che chiamiamo esperienza. L’insegnamento più importante, in realtà, è stata la conferma di un pensiero in cui ho sempre creduto, cioè quello di don Lorenzo Milani quando disse di aver ‘imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne da soli è l’avarizia, sortirne insieme è la politica’. La politica è una dimensione collettiva e moltiplicare le convergenze sugli obiettivi comuni, tenendo insieme le persone, il territorio, le forze politiche, gli attori sociali, è la prima missione che credo debba affrontare un amministratore. Spero di riuscirci sempre. Troppo spesso la politica spreca il proprio tempo in aspre e improduttive dinamiche di competizione, tra schieramenti, tra persone, che non rispondono affatto alla logica del confronto di idee, ma ad altro. Un ‘altro’ che non è servizio al cittadino».
Quali le ragioni di orgoglio in questo anno e mezzo?
«Vorrei potermi abbandonare ad una punta di sano orgoglio solo al termine del mandato, guardandomi indietro e vedendo cosa si lascia in eredità alla città. Prima c’è solo da lavorare e ancora lavorare, guardando avanti fino al traguardo della consiliatura. Certo, anche riconoscendosi nel mentre qualche merito. Ma il senso di appagamento è molto rischioso e non mi appartiene. Posso dire in generale di essere molto felice per la vivacità straordinaria della Città, del suo generale stato di salute che ci viene riconosciuto anche esternamente, che è tra le nostre cifre caratterizzanti. Una dimensione che tutti insieme dobbiamo preservare, continuando ad alimentarla. Certamente sono felice anche per l’esito di diverse operazioni amministrative andate a buon fine, come l’insediamento di Infermieristica all’ex Tribunale o l’apertura di una nuova sezione di asilo nido. Ma è solo l’inizio e le migliori soddisfazioni devono ancora arrivare».
Il ringraziamento e il rimprovero: chi sono i destinatari?
«Non mi è possibile non ringraziare innanzitutto la giunta e la maggioranza, con cui condivido la responsabilità di governo della città. Ma mi preme ringraziare tutte le persone che nei vari ambiti rivestono ruoli di responsabilità nella governance territoriale, perché fino ad oggi ho sempre trovato interlocutori molto attenti all’ascolto delle posizioni di Crema e disponibili a seguire i percorsi suggeriti dall’amministrazione comunale. L’abbiamo visto sull’uso del Tribunale da parte di Asst con l’insediamento del corso di laurea in Infermieristica, con la disponibilità di Regione e Provincia a ricalibrare il finanziamento della tangenzialina di Campagnola sulla Gronda Nord, con l’ampio partenariato che si sta definendo per il lancio del prossimo autunno della prima edizione del Crema Beauty Weekend. Crema traccia una rotta, chiede con determinazione, ma anche umiltà, sostegno in quella direzione e lo ottiene. In questo contesto i rimproveri possono attendere. Meglio muoverli allo specchio, per migliorarsi sempre».
Dal sottopasso di Santa Maria al ponte sul Serio, le opere chiave sono in grave ritardo. È la maledizione dei grandi appalti oppure le sfide potevano essere gestite diversamente? Quali aggiornamenti sui cronoprogrammi?
«Alcune fatiche non sono mancate sulle grandi opere, ma se penso che riguardano cantieri gestiti non solo dal Comune, ma dai più svariati soggetti, credo che non ci fossero grandi margini per una diversa e migliore gestione. Al contrario, penso che il Paese nel suo insieme debba affrontare una riflessione profonda sulle ragioni per cui realizzare opere pubbliche sia così complicato. Il sottopasso è un cantiere gestito dalla stessa Rfi, il bocciodromo direttamente da Unifib. Non stanno avendo un percorso privo di inciampi. E il Comune deve fare come San Bernardo: ‘vedere tutto, sopportare molto, correggere una cosa alla volta’. Se il prossimo mercoledì inaugureremo il velodromo, per esempio, significa che questa questa fatica porta comunque grande frutto».
A proposito di opere: a che punto è il piano per il prolungamento della gronda nord? Sono stati reperiti i fondi mancanti rispetto allo stanziamento originario di Regione per il progetto della tangenzialina?
«La palla è in mano a Regione Lombardia e Provincia di Cremona, che devono perfezionare i passaggi burocratici necessari a trasferire a Crema la titolarità del finanziamento già stanziato per la tangenzialina di Campagnola, così come da noi richiesto e come già condiviso da tali enti. Al momento siamo quindi in attesa del completamento di questo iter e saremo pronti a fare la nostra parte dal punto di vista finanziario per sostenere il nuovo quadro economico, anche attraverso un mutuo. Abbiamo le idee molto chiare sulla necessità di quest’opera e non vediamo l’ora di poter ricevere la titolarità del finanziamento per procedere con la progettazione, che prenderà molto tempo e che va quindi avviata appena possibile».
Il capitolo impianti sportivi si è rivelato particolarmente intricato nel 2023. Quali i tempi per la riapertura del bocciodromo? E sulla piscina: che lavori ha effettuato Forus tra quelli previsti dalla convenzione? E ancora: che possibilità ha il progetto di ampliamento della palestra Toffetti?
«Per il bocciodromo siamo preoccupati. Un’impresa incaricata da Unifib è al lavoro per sistemare i danni derivanti dal maltempo della scorsa estate, ma non c’è certezza ad oggi sulla tempistica della riapertura. La piscina, invece, vive una situazione decisamente migliore, imparagonabile rispetto alla precedente gestione. Abbiamo appena terminato i lavori di efficientamento energetico per quasi mezzo milione, con 350mila euro di finanziamento regionale, come unico impianto ad averlo ottenuto in provincia di Cremona. Gli abbonati sono in considerevole aumento, gli utenti singoli stabili. Il gestore deve ancora risolvere alcune situazioni manutentive, come la riparazione dell’ascensore e alcune infiltrazioni dalla copertura, ma mi sento di dire che ad oggi non esista più un ‘caso piscina di Crema’. Circa, invece, l’ampliamento della Toffetti, ogni valutazione potrà essere fatta a valle dell’ottenimento del progetto di fattibilità e dei relativi costi, ora oggetto di studio».
Il progetto Its, su cui il territorio sta investendo con tenacia, sembra stentare a decollare: processo fisiologico o difficoltà più serie del previsto? Che aspettative per il futuro?
«Questo territorio è arrivato dopo altri nel comprendere l’importanza di investire significativamente nell’alta formazione professionalizzante, ma sta lavorando sodo per colmare il divario e sono già arrivati i primi importanti risultati, con l’avvio di tre corsi della nostra Fondazione a fronte di un solo corso attivo lo scorso anno. Siamo sulla buona strada».
Le casse comunali, per una serie di concause, rischiano di essere meno ricche rispetto al passato: la situazione la preoccupa?
«Il bilancio di Crema è solido, ma il modello nazionale di finanza locale è ormai giunto alla spremitura e bisognoso di una significativa riforma. Non si riesce mai a stare tranquilli in questi anni, tra emergenze sociali, crisi energetiche, inflazione, lievitazione dei costi delle opere pubbliche. Ma abbiamo garantito i servizi e gli investimenti. Troveremo il modo di fare altrettanto nel futuro».
L’Area omogenea è diventata ufficialmente un ente intermedio: quali obiettivi per il 2024?
«Dovremo concentrarci sullo sviluppo di azioni concrete di scala sovracomunale, quali le comunità energetiche rinnovabili, la rete ciclabile, il Suap e il progetto di Polizie Locali coordinate. Ma la vera forza dell’Area omogenea è in primo luogo politica e vale in ogni ambito in cui ci si confronta con l’esterno, in particolare in Regione: Crema è una città importante della Lombardia, ma 34mila abitanti hanno un peso, 160mila un altro. Sta tutto qui».
Molti comuni del distretto andranno al voto in primavera: in che modo l’esito delle urne potrà influire sugli equilibri territoriali?
«Il ricambio di amministratori sarà significativo, ma la consapevolezza di quanto ho appena detto è diffusa. E chi arriverà si troverà ad agire in un solco tracciato da una comunità di Sindaci che gli darà il benvenuto. In Area omogenea stiamo facendo politica di territorio, che supera la politica dei partiti. Meglio: i partiti stanno facendo un’ottima politica di territorio. Ci riconosciamo tutti in questo percorso e tutti in esso si riconosceranno».
Dalle minoranze consiliari non sono mancate critiche alla gestione amministrativa: ce n’è una che, in positivo o in negativo, l’ha colpita nel profondo?
«Sinceramente no. Ciascuno fa il suo mestiere e interpreta il ruolo assegnatogli dagli elettori. Le critiche si ascoltano sempre, poi la coscienza le passa al vaglio e prova a capire se siano fondate o ascrivibili al gioco delle parti. Mi pare che la seconda opzione sia preponderante, ma non mi scandalizza».
Rapporti con i cittadini: tanti la fermano per strada per avanzare richieste e suggerimenti. Ci racconta il reclamo più curioso? E la proposta più illuminante?
«Un giorno una persona ha chiamato in ufficio per reclamare un intervento di contrasto alle scie chimiche nel cielo. Ed evito di riportare richieste anche più assurde, perché probabilmente sconfinanti in un disagio sociale e psicologico di cui ho rispetto. Ma spesso da simili contatti occasionali sono nate anche buone idee ed azioni concrete. L’ultima? Un convegno sulla riforma dello sport, che stiamo promuovendo. Un’idea nata da un suggerimento che mi è stato sottoposto alle quattro vie, una mattina, incrociandomi un minuto sulla strada per l’ufficio. Bisogna sempre tenere aperto un canale di confronto con i cittadini».
Quale l’annuncio che sogna di dare ai cremaschi nel 2024?
«Tanti: la riapertura del parco della Pierina e l’avvio del Crema Beauty Weekend, tra i primi. Sarà un anno determinante anche in ambito sociale, per la riscrittura del Piano di Zona e dell’accordo di coprogettazione. Ma nulla, in città, vale come l’attesa dell’apertura del sottopasso di Santa Maria».
Allontanando la lente: il Pd sta progressivamente perdendo quota. Da sostenitore di Bonaccini, come valuta l’operato di Schlein fino a oggi?
«Prima di Schlein o Bonaccini, di capacità e di carismi dei singoli, viene un quesito di fondo: chi e cosa vuole rappresentare, oggi, il Partito democratico? Se a livello locale abbiamo le idee molto chiare, perché la cultura di governo del centrosinistra è consolidata e riconosciuta, a quello nazionale il non più partito del Lingotto non credo abbia esattamente chiaro in cos’altro si stia trasformando. E i percorsi di transizione sono per definizione fragili, chiunque si trovi a guidarli».
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris