L'ANALISI
18 Dicembre 2023 - 05:10
CREMA - Un cappio al collo ogni anno: 3,3 milioni di interessi da pagare sui mutui. Ma l’amministrazione cittadina vede l’alba all’orizzonte. Nel 2026 scadranno i Boc (Buoni ordinari del Comune). Significa che l’ente di piazza Duomo risparmierà 2,5 milioni di euro l’anno. Un tesoretto che la giunta di Fabio Bergamaschi potrà impegnare in opere pubbliche o altro negli ultimi 18 mesi del mandato. Una svolta epocale in quanto, negli anni, l’impegno finanziario del Comune è sempre rimasto intorno ai 3,3 milioni di euro, seppur con differenze marcate tra quota capitale e interessi, in progressiva diminuzione.
In questo contesto si inserisce anche il costante taglio del debito dell’ente di piazza Duomo, ormai ridotto di quasi due terzi rispetto al 2011, quando ammontava a 42 milioni. Oggi è di poco inferiore ai 16. Per dare un’ordine di grandezza, ovviamente puramente teorico, all’epoca il debito pro capite di ogni cremasco, neonati compresi, era di 1.200 euro. Adesso è 473 euro.
«I nostri mutui hanno una rata fissa di circa 3,3 milioni l’anno — chiarisce l’assessore al Bilancio Cinzia Fontana —: nel 2024 avremo un incremento di 98mila euro alla voce rimborso prestiti, che è quella riguardante la quota capitale dei mutui, mentre continuerà a diminuire quella degli interessi».
Il debito che il Comune ha contratto si riduce di anno in anno. Al primo gennaio sarà sceso a poco meno di 16 milioni, con un ulteriore diminuzione di 2,5 milioni rispetto all’inizio di quest’anno. Il residuo con la cassa depositi e prestiti è di 6,66 milioni di euro, i leasing ammontano a 2,4 milioni, c’è un credito verso le aziende di 21mila euro e il resto sono appunto i Boc. Si tratta di titoli del debito pubblico, istituiti nel 1995 unitamente ad altri buoni di enti territoriali, come i Bop (Buono ordinario provinciale) e i Bor (Buono ordinario regionale). Emessi dagli enti stessi, i Boc sono proposti ai risparmiatori per finanziare progetti legati, in particolare, alla realizzazione di opere pubbliche.
L’emissione è regolata da una delibera del ministero del Tesoro, nella quale si richiedono varie indicazioni: l’investimento da realizzare, l’ammontare nominale del prestito, il prezzo di emissione, la data entro la quale procedere all’emissione, quella di godimento, la durata, la data e le modalità del rimborso. Ma anche le caratteristiche delle cedole e la natura del tasso, fisso o variabile. In attesa che si liberi il tesoretto da 2,5 milioni di euro, il Comune nel nuovo anno punta sui processi virtuosi nella gestione delle risorse finanziarie, in particolare dei contratti di forniture. Obiettivo, risparmiare dove è possibile.
«Ci concentreremo — conclude Fontana — sul potenziamento delle procedure di controllo delle utenze, in collaborazione con il servizio manutenzioni dell’area tecnica. Poi la verifica e comparazione dei costi, per un ulteriore efficientamento della spesa. L’importanza di queste operazioni si è resa evidente quest’anno. Siamo ormai in un periodo di forti e inaspettate fluttuazioni per quanto riguarda sia le forniture energetiche, sia per il relativi costi di approvvigionamento a esse collegate. Su questo fronte, il lavoro è ormai di carattere permanente».
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