L'ANALISI
18 Dicembre 2023 - 05:30
CREMONA - È già Natale da un po’, tra via Solferino e corso Campi, sotto le luminarie che richiamano le frasi motivazionali di Gianluca Vialli come tra i festoni appesi alle vetrine del quadrante dello shopping cremonese per eccellenza. E lì, anche se qualcuno sostiene che l’atmosfera della festa si percepisca «sempre meno», la corsa ai regali è ufficialmente iniziata.
Commercianti pronti, negozi addobbati, idee regalo e cesti assortiti delle specialità tipiche in bella mostra.
«Mi sembra che siamo al livello degli anni scorsi — descrive lo scenario fiduciosa Claudia Tondini, dell’enoteca Casa del Vino —. In questo periodo ai nostri clienti affezionati se ne aggiungono tanti che iniziano a pensare agli appuntamenti in famiglia».
Dello stesso avviso è Giulia Bosio di Nikolas Abbigliamento: «Non parlerei di spese al risparmio, piuttosto di cambiamento dei gusti: mentre in passato in questo periodo vendevamo molti completi o capi abbinati, quest’anno i clienti cercano per i loro regali il pezzo unico, i maglioni e le cravatte vanno per la maggiore».
Merito dell’attenzione speciale che i commercianti del centro sanno riservare ad ogni cliente, conoscendolo e accompagnandolo nella ricerca del prodotto giusto. Una marcia in più che riesce a reggere anche la competizione dell’e-commerce: «Noi ci teniamo particolarmente a conoscere il nostro cliente, ad invitarlo in negozio e a trovare insieme la soluzione più adatta alle sue necessità — sottolinea non a caso Floriana Brugnelli dell’omonima gioielleria —. Che si tratti o meno di un regalo, quella di un orologio o di un gioiello non è certo una scelta facile o superficiale, per questo la nostra clientela sceglie di rivolgersi a noi».
E il valore aggiunto del consiglio ‘su misura’ rappresenta una garanzia anche quando si parla di libri.
«In molti entrano senza avere idea del titolo che acquisteranno, allora cerchiamo di trovarlo insieme — racconta Paolo Bonini, della libreria del Convegno —. Altri invece hanno già le idee chiare: di recente ho dovuto riordinare una fornitura di copie di ‘Povere creature’ di Alasdair Gray (da cui è tratto l’omonimo film vincitore del Leone d’oro a Venezia) perché è richiestissimo. Anche i saggi vendono bene: mi ha piacevolmente stupito che molti giovani, in particolare ragazze, mi abbiano chiesto ‘Sputiamo su Hegel’ di Claudia Lonzi, sarà merito della recente ristampa».
Emilio Mazzolari, coordinatore della cooperativa Nonsolonoi all’emporio di Altromercato, offre un altro punto di vista: «Che si tratti del reparto abbigliamento piuttosto che della gastronomia o dell’artigianato, il nostro cliente sa che troverà un prodotto buono, di qualità. Insieme alla filiera etica questo è il motivo che spinge in tanti a spendere qualche euro in più. E la nostra offerta va di pari passo con la domanda del cliente: i cesti regalo che proponiamo quest’anno, che abbiamo chiamato ‘Natale Prodigioso’, sono pensati per essere non soltanto belli ma anche, una volta vuoti, utili. Le persone apprezzano la possibilità di riutilizzare e dare una seconda vita ad oggetti che altrimenti resterebbero a prendere polvere su qualche scaffale o verrebbero buttati».
Ma mentre il commercio del centro storico continua ad accogliere e ‘coccolare’ i suoi clienti, l’atmosfera delle feste sembra invece andare affievolendosi.
«È un po’ triste notare come, al di là degli aspetti più formali come la tradizionale corsa ai regali, i pranzi e le cene, lo spirito del Natale si vada perdendo — constata Claudia Tondini —. Tanto in città quanto più in generale tra le persone questo bellissimo periodo non è più vissuto come un tempo».
E non è solo una questione di atmosfera e partecipazione emotiva delle persone. Floriana Brugnelli identifica un problema più specifico: «Le condizioni del centro storico non sono certo quelle di un polo attrattivo per il turismo e lo shopping. Quest’anno le decorazioni natalizie sono ancora più striminzite degli anni scorsi, tanti negozianti ne hanno montate per proprio conto ma di certo non basta. Se vogliamo essere attrattivi per visitatori e clienti anche da fuori città bisogna dare lustro alle bellezze della nostra città».
E poi specifica: «Non voglio puntare il dito solo contro l’amministrazione: la cura dello spazio pubblico è responsabilità di tutti e non si può certo dire che sia in cima alle priorità di troppi cremonesi. Possibile che anche nelle zone pedonali di pregio le deiezioni dei cani vengano regolarmente abbandonate sul selciato? Dovremmo tutti prendere lezioni di civiltà».
E così, se i negozi del centro sono pronti all’arrivo delle feste, non resta che chiederci: noi lo siamo altrettanto?
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