L'ANALISI
29 Ottobre 2023 - 08:22
MONTICELLI - La mozione di sfiducia, con richiesta di dimissioni del sindaco Gimmi Distante e commissariamento, non sarà discussa né messa ai voti: mancano i requisiti di legge. La decisione è stata comunicata dalla segreteria comunale al gruppo di minoranza ‘Monticelli Attiva’, che poche ore dopo l’incendio del 20 ottobre a scuola (ora senza dubbio doloso) aveva presentato l’atto, accusando la giunta in merito ai ripetuti disservizi scolastici. Ma per poter presentare una mozione di sfiducia servono le firme di due quinti del consiglio comunale, escluso il sindaco: considerando i 12 scranni, il calcolo matematico restituisce come risultato 4,8. Dunque approssimativamente 5. A firmare la mozione, invece, sono stati solo gli esponenti di opposizione Martina Affaticati, Davide Tosoni, Sonia Massari ed Elena Villa.
«Occorreva anche la firma di un consigliere di maggioranza – specifica proprio Distante –, che naturalmente non c’è». Una volta appresa la decisione del segretario comunale, il gruppo guidato da Affaticati ha comunicato: «Pur consapevoli dei requisiti richiesti, abbiamo comunque ritenuto necessario di presentare la mozione vista la gravità degli eventi che si sono verificati e per stimolare in tempi brevi una discussione adeguata relativa all’argomento scuola, senza attendere il prossimo consiglio comunale. Abbiamo sperato che, anche per rispetto dei cittadini, l’Amministrazione non si nascondesse dietro ad otto decimali, ma cogliesse l’opportunità di portare comunque in consiglio la discussione. Nel rispetto del regolamento accettiamo serenamente la risposta e ci riserviamo di trovare soluzioni alternative per avere risposte alle nostre domande».
Nella mozione di sfiducia non si parlava solo dei tre incendi: «Le scelte fatte in questi anni hanno messo a dura prova il diritto allo studio dei nostri ragazzi – era stato spiegato a margine dai consiglieri –, con spazi fortemente limitati e non idonei e con il ridimensionamento dei servizi accessori alla scuola ed erogati dal Comune, tra l’altro con un corrispondente e ingiustificato aumento delle tariffe». Una situazione, avevano concluso, che «sta inducendo sempre più famiglie a spostare i figli in altri istituti, con uno spopolamento che rischia di compromettere l’esistenza stessa della scuola a Monticelli».
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