L'ANALISI
CREMONA. DOPO L'AGGRESSIONE IN PIAZZA ROMA
07 Settembre 2023 - 05:30
CREMONA - «Preferisco non dire nulla. Ho un bar sulla piazza e non vorrei ritorsioni»: lo dice un esercente con locale che affaccia sui giardini di piazza Roma e la sua preoccupata prudenza dimostra quanto l’aggressione di lunedì sera abbia lasciato il segno. Riportando alla ribalta un problema non nuovo, ma irrisolto: la sicurezza dei giardini. E quella sensazione di paura che in diversi non nascondono e che, almeno nella percezione di chi lo abita e lo vive, interessa buona parte del centro dopo il tramonto.
Piero e Colombo stanno seduti su una delle panchine dei giardini e hanno il quotidiano La Provincia in mano: «Roba da matti, per fortuna che noi veniamo qui solo di giorno e nei nostri orari non ci sono grandi problemi — commentano —. Pensare che una volta Cremona passava per una città sicura».
Ed è proprio all’imbrunire che il senso di sicurezza viene meno, come osserva Giovanni Miglioli della profumeria Ph5: «Dopo una certa ora c’è da stare attenti, soprattutto in inverno quando viene buio presto — racconta —. Durante il giorno compagnie di ragazzini stazionano qua e là e la noia li porta spesso a fare sciocchezze e, nei casi peggiori, ad eccedere. Le forze dell’ordine passano, ma questo non serve a tanto, è un deterrente ma non basta».
Fra le righe si intuisce la richiesta: un presidio stabile se non fisso almeno frequente. «La sera da sola preferisco non passare per la piazza — afferma Katia Filippini confermando un certo timore —. Quando comincia a far buio evito di attraversare i giardini».
Massimo Toncelli, residente in zona,afferma: «Da maggio a fine settembre è un continuo schiamazzare, gruppi di ragazzi si ritrovano in più punti e spesso ne scaturiscono liti e risse — racconta —. I carabinieri stessi ci hanno consigliato di fare un esposto. Quando la sera attraverso la piazza c’è da stare poco tranquilli».
Roberto Spaziani, però, ridimensiona l’allerta: «Parlare di insicurezza mi sembra eccessivo: non siamo in stazione centrale a Milano. Ma certo quanto accaduto l’altra sera è il segnale di un fenomeno che deve essere preso in seria considerazione: è un problema di ordine pubblico e intervenire per tempo potrebbe aiutare a far sì che l’intero centro non diventi poco appetibile, con danno per i residenti e per chi ci lavora».
Luca Pellegrini, dell’omonimo negozio di gioielli in Galleria XXV Aprile, spiega: «Il senso di insicurezza è sempre più evidente e avvertito. Di notte l’intera zona, e non solo i giardini, diventa terra di nessuno. Se si hanno figli piccoli si teme di uscire. Le forze dell’ordine fanno quello che possono, ma non basta. La giunta dia sicurezza ai cittadini. C’è da aver paura ad uscire se si hanno bimbi piccoli. Dopo una certa ora è meglio stare in casa».
Rossella Fulcini va al cuore della questione: «Sono sincera: io, come donna, mi limito e la sera dopo le 21 non esco perché non mi sento tranquilla — confessa —. Ci sono bande di ragazzi che fanno un po’ quello che vogliono e, certe volte, sembrano essere fuori controllo».
Giordano Nobile, della omonima agenzia, aggiunge: «Quando comincia a far buio, passare di qui non è gradevole. Le vetrine si spengono, l’illuminazione è fioca e il senso di abbandono e di rischio cresce. La soluzione? Più vigilanza».
Vlad Gafita, dell’edicola, afferma: «Di mattina la situazione è tendenzialmente tranquilla, è più nelle ore del tardo pomeriggio e della sera che si percepisce insicurezza. Ma in quelle fasce orarie ho già abbassato la saracinesca».
Sono proseguite senza sosta, nelle ultime ore, le indagini condotte dalla Polizia di Stato in merito alla brutale aggressione avvenuta l’altra sera in piazza Roma ai danni del 46enne colpito al volto con i cocci di una bottiglia rotta davanti a bimbi e famiglie allibiti.
Dopo aver ricevuto le cure dei sanitari, la vittima dell’agguato — opera di un gruppo di giovani, secondo alcuni testimoni di origini maghrebine — ha presentato querela negli uffici della Questura. Nel contempo, gli agenti della Squadra Mobile guidati dal dirigente Marco Masia, che si occupano della vicenda fin dai minuti successivi l’aggressione, hanno raccolto un certo numero di testimonianze e, d’intesa con la Procura della Repubblica, iniziato la visione dei filmati registrati dalle telecamere di sicurezza installate in quella porzione del centro.
Dall’intreccio di quanto raccolto tramite quei due percorsi, gli investigatori dovrebbero essere in grado di trovare gli elementi utili per individuare almeno una parte degli aggressori. Non si esclude che già nelle prossime ore gli agenti della Polizia di Stato imbocchino la strada che permette di chiudere il caso. In occasione di vicende analoghe avvenute ai Giardini, la Polizia ha sempre fatto centro nell’arco di poche ore.
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