Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

ASST DI CREMONA

Quando la propria identità di genere diventa disagio e sofferenza

Caratteristiche personali e sfera sessuale: un corso specialistico per medici, psicologi e operatori

Felice Staboli

Email:

fstaboli@laprovinciacr.it

25 Agosto 2023 - 05:10

Quando la propria identità di genere diventa disagio e sofferenza

L'Ospedale di Cremona

CREMONA - Quando si parla di disforia di genere e gender variant che cosa si intende? Come deve muoversi il medico e come deve rapportarsi con chi ha davanti a sé? E nel caso di ragazzi giovani, come relazionarsi dal punto di vista clinico con i genitori? Sono alcune delle domande alle quale cercherà di dare una risposta il corso «Percorsi integrati per l'accoglienza e la presa in carico di persone con disforia di genere e gender variant» in programma il 12 e 13 ottobre.

Due giornate a cura del Dipartimento Salute mentale diretto dal dottor Roberto Poli, che vedranno la partecipazione della psicologa psicoterapeuta Maria Luisa Piseri (responsabile scientifico) e dei docenti Federico Sandri e Giulia Bresciani. Il corso sarà rivolto a medici di medicina generale, pediatri, psichiatri, neuropsichiatri infantili, urologi, andrologi, ginecologi, educatori, assistenti sanitari, infermieri, assistenti sociali. Sarà l’occasione per ampliare le conoscenze cliniche potenzialmente necessarie ad imbastire un percorso di accoglienza e orientamento a favore di individui con disforia di genere e gender variant grazie all'offerta di un quadro teorico di riferimento e di strumenti pratici.

poli

Il dottor Roberto Poli

«La costruzione dell'identità e dell'identità di genere — si legge nella locandina di presentazione — sono definibili come una seconda nascita in cui c'è necessità di una collettiva risimbolizzazione del sé, capace di integrare i cambiamenti fisici, psichici e sociali in una società post-moderna in cui la comunità rischia di divenire sede di «antagonisti», dove l'altro non è più compagno di viaggio ma persona da cui doversi difendere. Comprende sia l'età evolutiva che quella adulta. Questo processo necessita invece di spazi d'ascolto, accoglienza e di luoghi in cui potersi sperimentare, compresa la certezza nel Diritto (Articolo 3 della Costituzione: Eguaglianza).

Il corso si dividerà in due giornate. Nella prima si parlerà di stereotipi e pregiudizi. «Modelli appresi impliciti e inconsci mediano la nostra percezione e la comprensione del punto di vista dell’altro. Nell’ambito del genere, in particolare, questi modelli ci forniscono semplificazioni funzionali che orientano ma anche imprigionano la persona con Disforia o Varianza di genere entro paradigmi preordinati in cui genere biologico e ruolo di genere vengono letti come uniche variabili significative, anche nell’ambito di un percorso di accoglienza e salute».

La seconda giornata sarà dedicata a Generi fluidi, varianze e disforie. «Sebbene possa apparire il contrario, l’esperienza di genere non è un costrutto stabile, varia al variare dei luoghi, dei contesti, dei tempi. Partendo dalla descrizione dell’identità sessuale si pone attenzione ai livelli di cui si compone e agli orientamenti più funzionali per interventi mirati verso una terapia affermativa. L’approccio affermativo, secondo le linee guida internazionali, passa in prima istanza, per un lessico tailorizzato sulle esigenze personali della singola persona e diventa strumento fattivo per una migliore accoglienza e sostegno alle identità non convenzionali».

«Il tema è complesso ed ha risvolti medici, psicologici, sociali — spiega Roberto Poli, direttore del Dipartimento Salute mentale dell’Asst —. Ci si occupa di persone che non si riconoscono nel genere sessuale e vivono una identità sessuale diversa dalla propria. L’obiettivo è formare specialisti, operatori, medici che possano seguire e accompagnare il soggetto, fino all’eventuale passaggio chirurgico. L’identità di genere non sempre è stabile, ma può essere fluida nel tempo, può evolversi o modificarsi in fasi successive. Il percorso di valutazione medica e scientifica serve a capire se la transizione è profonda e stabile nel tempo e quali strade percorrere. Siamo in un campo dove i risvolti psicologici e sociali sono enormi, sia a livello individuale che familiare».

Una volta si parlava di disturbo psichiatrico, oggi non è più così, ma c’è bisogno di un percorso medico e scientifico. «Anche i genitori — conclude il dotto Poli — sono chiamati a vivere una situazione difficile, che comporta molte sfumature non sempre di facile gestione, anzi. Per questo l’aiuto medico specialistico può essere molto importante e può servire ad affrontare una realtà che presenta molti risvolti complessi». 

LA PSICOLOGA MARIA LUISA PISERI

pisari

Maria Luisa Piseri è responsabile scientifico del corso, ideato da Lara Anibi (tecnico della Riabilitazione psichiatrica), docenti Federico Sandri di Trieste e Giulia Bresciani.

Dottoressa Piseri, perché questo corso?
«Lo abbiamo pensato come processo di accoglienza e orientamento per bambini e adulti con con disforia di genere».

Un tema complesso.
«Oggi si parla di incongruenza di genere, mancanza di conformità, non siamo più di fronte a un disturbo. Incongruenza, appunto, piuttosto che identificazione».

È giusto parlare di difficoltà nel riconoscere la propria identità sessuale?
«Ripeto: oggi non siamo più di fronte ad un disturbo, ma ad una incongruenza. La sfumatura può sembrare minima, ma è fondamentale, lo garantisco».

Quando si manifesta?
«Può capitare ai bambini prima della pubertà, ma anche nella fase dell’adolescenza. Più va avanti, più alta è la probabilità che si mantenga anche da adulti».

E i genitori come devono comportarsi? Come possono agire?
«È un bel tema. Mi sento di dire che i genitori devono mostrare disponibilità a capire e ad accettare il bambino così come si presenta. È difficile, posso comprenderlo».

Esistono possibilità di supporto?
«Ci sono associazioni di Spazio sicuro, in cui sono disponibili esempi di transgender. L’esempio può aiutare molto a capire. Ciò che è diverso, da sempre, ci spaventa. Il rischio però è l’isolamento sociale. Esistono i cosiddetti spazi sicuri, aiutano a capire anche da un punto di vista culturale».

L’epilogo è l’approccio chirurgico.
«Rimane il più indicato, altre strade sperimentate non hanno portato ai medesimi risultati. Conosco persone adulte che hanno affrontato l’operazione e oggi sono serene, hanno una vita normale, stanno bene con se stesse e con gli altri. Siamo in un campo molto complesso, dove il percorso è talvolta reso complicato anche da fattori esterni, soprattutto sociali, di accettazione, di accoglienza, appunto».

Dottoressa Piseri, come risponde la società a questi aspetti?
«Molte informazioni sono distorte, specie dal web, invece servirebbero informazioni corrette. A Cremona abbiamo aperto una strada e vogliamo continuare».

DISFORIA DI GENERE E GENDER VARIANT

Che cosa è la disforia di genere?
La disforia di genere può essere descritta come una condizione di disagio e persistente sofferenza causata dall'avvertire la propria identità di genere diversa rispetto al proprio sesso biologico. Alcune persone, ad esempio, si sentono e vivono come una donna pur essendo nate in un corpo maschile.


Cosa vuol dire Gender variant?
Gender variant è una condizione che indica, da un punto di vista psicologico depatologizzante, le persone le cui manifestazioni del genere sessuale non si collocano all'interno degli stereotipi di genere socialmente condivisi.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400