L'ANALISI
24 Agosto 2023 - 05:30
CREMONA - Cara scuola, quanto mi costi. L’affermazione potrebbe chiudersi con un punto esclamativo o con un punto di domanda. Per cercare di rispondere, siamo stati in un ipermercato a visionare i prezzi del materiale scolastico. Per riempire quella che un tempo era la cartella e oggi lo zaino, ci vogliono da un minimo di 100 per la dotazione più economica fino a 200 euro, a seconda della qualità di ciò che si acquista.
Facciamo degli esempi: uno zaino costa da 20 a 90 euro. Il primo potrebbe cedere sotto il peso dei libri. Un astuccio completo va dai 23 ai 28 euro, vuoto dai 9 ai 15. Per 12 pastelli o altrettanti pennarelli occorre spendere dai 6 ai 10 euro. Più o meno la stessa cifra per gli acquarelli. I quaderni formato A4 costano da un euro a 4 euro l’uno, mentre per la copertina con gli anelli del medesimo formato ce ne vogliono 3,50. Costosi gli album da disegno, che vanno da 6,50 a 12,50 euro. Se si aggiungono gomma, temperino, forbici e colla, si fanno altri 10 euro.
Il conto è presto fatto. Assoutenti ha calcolato che rispetto all’anno scorso l’aumento è stato dall’8 al 10%, a causa dei rincari delle materie prime e dei maggiori costi di produzione.
Il materiale, tuttavia, non è l’unica spesa che le famiglie con figli in età scolare devono affrontare. Ad incidere maggiormente sui portafogli sono i libri di testo, che hanno fatto segnare un aumento in egual misura, sempre secondo Assoutenti, mentre l’Associazione italiana editori parla di un incremento del 3,04% per le scuole medie e del 3,42% per le superiori, rispetto a un anno fa.
In questo caso, però, in difesa dei consumatore interviene il ministero dell’Istruzione. È il ministro in carica infatti che provvede, con decreto di natura non regolamentare, a determinare il prezzo dei libri della primaria e i tetti di spesa della secondaria di primo e secondo grado, nel rispetto dei diritti patrimoniali dell’autore e dell’editore, tenendo conto della riduzione dei costi dell’intera dotazione libraria, derivanti dal passaggio al digitale e della disponibilità dei supporti tecnologici. Il problema vero nasce dal fatto che, da un decennio a questa parte, le tabelle dei tetti di spesa delle scuole superiori non sono state più aggiornate, forse proprio in virtù dell’introduzione del digitale che avrebbe ridotto il costo materiale del testo.
È anche vero, però, che in questo lasso di tempo è intervenuta la riforma degli ordinamenti che, con l’introduzione di nuove materie, ha di fatto reso necessari anche nuovi libri di testo. A ciò si è aggiunto il cambiamento delle prove del nuovo esame di Stato, che, conseguentemente, ha comportato l’adeguamento dei manuali. Nell’ultimo decennio, nessun ministro ha fatto la scelta impopolare di variare i tetti di spesa, imposti alle scuole, ma i costi dei libri non sono rimasti gli stessi in tutti questi anni.
Proprio per affrontare queste criticità, nei mesi scorsi è stato avviato un tavolo di lavoro al ministero dell’Istruzione. Non si può dimenticare che il costo della carta, a seguito dell’aumento delle materie prime, è lievitato considerevolmente negli ultimi anni; stampare libri è diventato, oggettivamente, più oneroso. A metà maggio, i collegi docenti di tutti gli istituti approvano l’adozione dei libri di testo rimanendo all’interno del tetto di spesa fissato dal ministero, che varia ovviamente a seconda della classe, del corso di studi e del numero delle materie. Anche il minimo sforamento va giustificato. Le famiglie, dunque, sanno già da tempo quanto dovranno spendere nei prossimi giorni.
Ad esempio al Pacioli di Crema si va dai 300 euro per le prime ai 360 per le quinte. Al Torriani di Cremona dai 400 ai 450 euro.
Se cercare di contenere la spesa è corretto, il rovescio della medaglia è che acquistare un libro solo in base al prezzo non è una scelta delle più felici. Al caro libro, molte scuole cercano di ovviare ormai da tantissimi anni organizzando mercatini dei testi usati. Ad impegnarsi in questa iniziativa sono gli stessi studenti, coadiuvati da alcuni insegnanti che nel periodo estivo si prestano a fornire il servizio. Le case editrici, tuttavia, cercano di difendersi con le nuove edizioni dello stesso testo, in cui spesso a cambiare sono solo copertina e prezzo e poco altro.
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