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L'ANALISI

Conti in tasca ai cremonesi: famiglie sempre più in rosso

Debito medio a 23 mila euro: aumento del 2,3% in un anno. Cremona al 34º posto in Italia. Alcune province del Sud sotto i 10 mila euro

La Provincia Redazione

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14 Agosto 2023 - 05:30

Immagine panoramica di Cremona

CREMONA - I redditi tengono ma il livello di indebitamento non scherza. Nel corso del 2022, in provincia di Cremona, le famiglie hanno fatto fronte a un indebitamento medio pari a 23.438 euro, +2,9% in più rispetto al 2021. Il responso - che alimenta non poche perplessità, anche se va letto alla luce degli altri dati macroeconomici relativi alla provincia, arriva dal report stilato dall’ufficio studi della Cgia di Mestre, che analizza, appunto, l’importo medio dell’indebitamento per nucleo famigliare.

Il dato cremonese, che risulta superiore a quello medio italiano, pari a 22.710 euro, colloca la provincia al 34º posto nella classifica delle province italiane. Per fornire qualche metro di paragone, le famiglie residenti della provincia di Milano hanno un debito medio di 35.342 euro (+5,1% rispetto al 2021), seguite da quelle di Monza-Brianza (31.984 euro,+3%). La terza posizione è occupata da Bolzano, con 31.483 euro (+5% rispetto al 2021). Lo scenario cambia in modo radicale se si guarda al Mezzogiorno. Qualche esempio: nella provincia di Agrigento il debito medio delle famiglie si è attestato a 10.302 euro (+3%) e a Vibo Valentia di 9.993 euro (+1,9%). I nuclei familiari meno indebitate sono ad Enna, con un rosso di 9.631 euro (+3,6%).

«Al 31 dicembre 2022 - spiegano gli autori della ricerca - l’importo medio dell’indebitamento per nucleo famigliare presente in Italia è salito a 22.710 euro. Complessivamente lo stock dei debiti bancari in capo a tutte le famiglie italiane si è attestato sul livello record di 595,1 miliardi di euro ed è aumentato del 3,5 per cento rispetto al 2021.

L’ufficio studi della Cgia di Mestre, nell’analizzare i dati, paventa un altro rischio: la recrudescenza dell’usura.

«Sebbene il numero delle denunce alle forze dell’ordine di questo reato sia da tempo in calo - si legge nella nota che accompagna il report - non è da escludere che l’incremento dei debiti delle famiglie spinga più di qualcuno a rivolgersi agli usurai che, da sempre, sono più ‘disponibili’ di chiunque altro ad aiutare chi si trova a corto di liquidità, soprattutto nei momenti economicamente più difficili. È noto a tutti che l’usura è un fenomeno carsico: difficilmente chi è caduto nella rete degli strozzini si rivolge alle forze dell’ordine. Le vittime, molto spesso sono minacciate ed hanno paura per la propria incolumità fisica e per quella dei propri cari. Chi rivuole i propri soldi, infatti, non si fa alcun scrupolo; non solo applica nel giro di qualche mese tassi di interesse spaventosi, ma è disposto a qualsiasi cosa pur di recuperare quanto prestato, in ultima istanza anche alle maniere forti.

Secondo gli autori della ricerca, sebbene lo stock dei debiti sia in aumento a causa dell’inflazione, dell’incremento del costo dei mutui e dell’impennata delle bollette che hanno segnato negativamente gran parte dell’anno scorso, la situazione è critica, ma ancora sotto controllo. È probabile che l’incremento dei debiti sia in parte riconducibile alla ripresa economica del biennio 2021-2022. Le aree provinciali più esposte , infatti, sono anche quelle che presentano i livelli di reddito più elevati. L’incremento dei debiti può andare di pari passo con investimenti e di maggiore fiducia nel domani.

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