L'ANALISI
23 Agosto 2023 - 05:30
CREMONA - Dalle vetrine di qualche negozio fanno già capolino pellicce sintetiche, giacche e piumini. La realtà, però, è che nelle vie del centro si boccheggia e i pochi che sfidano la colonnina di mercurio spesso entrano nei negozi solo per cercare un po’ di ristoro grazie all’aria condizionata. Insomma, il caldo cocente danneggia pure gli affari: poca voglia di scegliere gadget, provare pantaloni o magliette. E mentre in diverse località italiane c’è chi ha lamentato la mancanza di fresco nei punti vendita – a causa della comprensibile decisione degli esercenti di risparmiare sulle bollette elettriche – a Cremona l’estate torrida sembra avere ancora una volta effetti negativi proprio sulle tasche dei commercianti. Si stima infatti un calo delle vendite attorno al 30% rispetto all’estate 2022. In parte a causa della crisi, è innegabile, ma anche il famigerato Caronte pare avere avuto un ruolo.
Gaia Fortunati, presidente provinciale di Confesercenti, spiega che a Cremona il calo di fatturato è in linea con quanto calcolato su base nazionale: «Siamo appunto attorno al -30%, ma si tratta in realtà di una diminuzione che è partita prima dell’estate, già in primavera. Contavamo molto sui saldi, che effettivamente hanno avuto buoni riscontri, ma non bastano per alzare la media. Il conteggio va fatto su tutti i primi sette-otto mesi dell’anno. E comunque anche in occasione dei ribassi abbiamo notato differenze rispetto al passato, ad esempio i clienti si sono mossi solo in una seconda fase attendendo che gli sconti scendessero al -50%. Tanti aspettano addirittura l’imminente sbaracco. Il caldo? Certo, incide anche quello perché la gente ha poca voglia di uscire – ammette Fortunati –. Quanto all’uso dell’aria condizionata, si apre anche un discorso ecologico e ci sta che qualche negoziante scelga di accenderla meno per risparmiare qualcosa. Però dipende dal settore, perché nell’abbigliamento ad esempio non possiamo proprio pensare di fare senza: i clienti si devono provare gli abiti e senza un abbassamento delle temperature si corre anche il rischio di sporcarli».
Insomma, aria condizionata imprescindibile. Incrociando le dita in attesa delle bollette che arriveranno a fine mese. Intanto anche la vendita delle nuove collezioni va a rilento: «Con le temperature che ci sono, pensare a cappotti o piumini non è semplice...», sorride Fortunati. Non resta che sperare in un autunno con belle giornate ma con meno afa. Che favorisca dunque passeggiate in centro e di conseguenza acquisti.
Anche secondo Marco Stanga, vice presidente di Confcommercio Cremona e presidente provinciale Federmoda, il caldo eccessivo sta danneggiando gli affari: «La gente esce un po’ al mattino, ma dopo pranzo c’è davvero il deserto. Forse c’è un po’ più di movimento nei centri commerciali, perché si passeggia al fresco. Viste le temperature è normale che ci sia la tendenza a restare in casa. In generale in agosto ogni anno registriamo un calo legato alle ferie, ma quest’estate penso incidano molto le temperature. L’aria condizionata? É impensabile non accenderla – conferma Stanga –, per i clienti ma anche per chi lavora nei negozi. Fortunatamente i costi dell’energia sono scesi rispetto all’estate scorsa e quindi nonostante l’intenso utilizzo non ci aspettiamo bollette eccessive. Nel 2022 per quanto mi riguarda il costo era di circa 0,45 euro al kilowatt, ora sono a 0,11».
Stanga però ammette che molti negozianti stanno cercando di risparmiare anche per fare i conti con il calo delle vendite: «Più che sull’aria condizionata, lo si fa ad esempio ricalibrando le luci dei negozi. Che in qualche caso vengono accese meno».
A livello nazionale le associazioni di categoria hanno lanciato una serie di proposte per far fronte all’emergenza caldo, che starebbe mettendo a rischio ben 3,4 miliardi di euro di spesa. Il rallentamento degli acquisti e il cambiamento delle fasce orarie in cui i clienti si recano nei negozi (in particolare dalle 18 in poi) suggeriscono ad esempio «misure che favoriscano la turnazione del personale e la rimodulazione degli orari di attività – ha scritto in una nota Confesercenti nazionale – per evitare i momenti più caldi della giornata. Il ricorso alla cassa integrazione, però, deve avvenire solo se strettamente necessario: bisogna dare priorità a turni e orari di lavoro flessibili, in particolare nelle attività del turismo».
Insomma, visto che il cambiamento climatico è ormai acclarato, si inizia a pensare ad una revisione complessiva degli orari di apertura. Anche per evitare fasce orarie di deserto, con conseguenti costi che potrebbero essere cancellati. Va detto comunque che, a Cremona, già molte attività hanno adottato orari estivi ad hoc.
‘I giovedì d’estate’ salvano il commercio. Le aperture serali un giorno alla settimana per tutto il periodo estivo, a Crema aiutano a compensare la contrazione delle vendite. Le stime nazionali della Confcommercio riportano un calo medio delle vendite di circa il 20 per cento. L'andamento delle vendite nei saldi estivi di quest’anno, comparato a quello del 2022, denota un calo soprattutto per quanto riguarda tutto il comparto dell'abbigliamento. A questo dato medio dell’intera penisola sembra sfuggire Crema, dove la flessione è stata molto contenuta. A certificarlo sono le associazioni di categoria.
«Una piccola flessione si è sentita – spiega Dario Silvi, presidente di Ascom – ma non in termini pesanti come si legge a livello nazionale. Certamente, la gente ha meno soldi da spendere a causa dell’inflazione molto alta e della disponibilità economica che si contrae riducendo gli acquisti. I nostri associati, tuttavia, non ci hanno manifestato una situazione preoccupante».
In merito al gran caldo che può avere influito, Silvi, pure lui titolare di un negozio, commenta: «In certe ore del giorno, molta gente preferisce non uscire, ma questo avviene quando ci sono i picchi di calore. In quasi tutti i negozi, comunque, c’è l’aria condizionata e i commercianti la tengono accesa per il loro benessere e per quello dei clienti».
In linea con le dichiarazioni di Silvi è anche Fabiano Gerevini, vice presidente di Asvicom: «Se parliamo delle vendite del periodo estivo di quest’anno paragonate a quelle del precedente, direi che una lieve flessione c’è stata. Non per tutti, però, perché qualcuno è in linea col fatturato dello scorso anno. E’ probabile che le alte temperature che si stanno registrando in questo periodo scoraggino ad uscire di casa per andare a fare acquisti, ma Crema ha la fortuna di avere organizzato ‘I giovedì d’estate’, dove alla sera i negozi sono aperti e le persone escono con maggiore voglia, perché il caldo è meno intenso. Questa iniziativa aiuta a compensare».
In merito alla notizia che certi negozi terrebbero il condizionatore spento per risparmiare, Gerevini smentisce categoricamente: «Chi ce l’ha lo tiene acceso. Prima di tutto per il benessere proprio e dei propri dipendenti, che in negozio ci stanno otto ore al giorno, e poi anche per quello della loro clientela».
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