L'ANALISI
20 Luglio 2023 - 05:10
Don Angelo Piccinelli e una partita di calcio giovanile
SORESINA - Ancora una volta il parroco di Soresina, don Angelo Piccinelli, non si tira indietro sui temi di attualità e accende un dibattito pronto a suscitare discussioni. L’arciprete di San Siro rampogna i tifosi incalliti della città per difendere i bambini del posto che giocano a calcio. Perché l’esempio dei genitori, e dei parenti, non sarebbe secondo lui proprio il massimo. «Lo stile villano e violento che si vive negli stadi ormai è arrivato anche sulle tribune e nei campi dei nostri paesi sui quali si disputano le partite tra i bambini della categoria ‘Pulcini’ – analizza il sacerdote –, dove perfino le mamme e le nonne si accapigliano tra loro tanto da dover ricorrere al Pronto soccorso, offrendo ai loro pupilli uno spettacolo inqualificabile e che non ha assolutamente nulla di sportivo. Anzi, disonora lo sport. E non educa a vivere sportivamente. Che tristezza. E che figura anche per noi soresinesi».
’Sportivamente’, peraltro, è il titolo della sua ultima lettera ai fedeli, pubblicata nei giorni scorsi e arrivata nelle case dei parrocchiani. Dove il tema della discussione viene ulteriormente approfondito dal don: «A Soresina, grazie a Dio, le possibilità di praticare qualche forma di sport sono pressochè infinite: i nostri ragazzi e ragazze, adolescenti e giovani hanno solo l'imbarazzo della scelta: per irrobustire il corpo e il carattere, per mantenere e migliorare lo stato di salute, per giocare e divertirsi. Ma anche per condividere con gli altri le sfide e la fatica dell'allenamento, le soddisfazioni dei traguardi e la resilienza dopo gli insuccessi. Insomma – spiega Piccinelli nella sua missiva – lo sport è davvero una palestra di socializzazione e di educazione alla sportività, ad assumere, cioè, sportivamente anche certi risultati mediocri e addirittura le sconfitte. Lealmente, quindi. E serenamente. Senza indulgere al tarlo devastante dell'invidia. Né alla tentazione dello scoraggiamento. Senza demolire l'avversario. E senza negare i propri limiti».
Questo spirito oggi, però, secondo il parroco soresinese sarebbe ormai perso. Cita, nella sua disamina, anche il famoso episodio dello ‘sputo’ di Totti al mondiale. Episodio particolarmente famoso, da cui si sarebbe generata una catena di emulazioni o almeno di possibili scusanti. E oggi, anche sui campi di Soresina, continuerebbe la pratica anti-sportiva, specialmente fuori dal ‘green’. Il giudizio sull’educazione, nello sport, che si tratti di mamme e nonne tifose o di bambini e adolescenti col pallone al piede, è tranchant: «Da che mondo è mondo, non si può essere campioni senza essere uomini».
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