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Lite tra ‘grandi’ sugli spalti: «Le nostre scuse ai pulcini»

Spunta il razzismo. Ripaltese, Soresinese e Pianenghese: «Il 21 maggio accaduti fatti inqualificabili»

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

01 Giugno 2023 - 19:13

Lite tra ‘grandi’ sugli spalti: «Le nostre scuse ai pulcini»

PIANENGO - Chiedono scusa ai bambini «per quanto è accaduto». Si dicono «sgomente e dispiaciute». Soprattutto, le società sportive Ripaltese, Soresinese e Pianenghese prendono le distanze dall’indegno spettacolo («fatti inqualificabili») degli adulti — la lite innescata da una mamma e da una nonna, 39 e 71 anni — andato in scena domenica 21 maggio all’oratorio di Pianengo durante la partita dei pulcini.


In campo si stavano affrontando i baby calciatori — classe 2013 — della Soresinese e della Ripaltese, nell’ambito del trofeo promosso dalla Pianenghese che ha ospitato le due squadre. E spunta il razzismo. Per un presunto fallo fatto da un pulcino della Soresinese nato da genitori egiziani, la mamma italiana 39enne non solo ha perso le staffe, dandogli del maleducato, ma ha condito di razzismo la frase: «Tornatene a casa tua...». Tra l’altro, il calciatore della Ripaltese che avrebbe subito il fallo, non era nemmeno suo figlio.

L'avvocato Ilaria Groppelli


Il duro comunicato di condanna diramato dalle società sportive arriva dopo l’indagine interna e la ricostruzione dell’episodio fatta da Ilaria Groppelli della dirigenza della Ripaltese e da Nicholas Alberti, lui della dirigenza della Soresinese, entrambi avvocati di professione, ‘pm’ nel caso «bagarre», investigatori insieme ai carabinieri. E tutto per un fallo che non c’era neanche stato. Lo stesso giocatore della Ripaltese che lo avrebbe subito, ha poi spiegato di esserci finito lui a terra. Ma tant’è. Il fatto ha scatenato una reazione assurda che ha fatto da detonatore al parapiglia scoppiato sugli spalti con gli adulti stranieri che se la sono presi con la mamma italiana e la madre di lei, la nonna che nel prendere le parti della figlia si è così agitata da accusare un malore ed essere trasportata all’ospedale Maggiore di Crema. All’oratorio di Pianengo erano arrivate due pattuglie di carabinieri, partite una da Crema, l’altra da Vailate.


Le società sportive sono uscite con un comunicato durissimo per dissociarsi «dai gesti inqualificabili avvenuti». Sedici righe in tutto. «Nessun episodio né presunti errori arbitrali possono giustificare o legittimare azioni o situazioni simili a quelle verificatesi domenica 21 maggio che non appartengono in alcun modo alla cultura ed allo spirito calcistico delle nostre società». Le società di calcio auspicavano «di poter riportare in campo i piccoli calciatori per una partita all’insegna della fratellanza e del reciproco rispetto, ma purtroppo ciò non è stato possibile». Perché c’è chi non ha creduto nell’iniziativa.


L’altro auspicio, prosegue la nota, «è che quanto successo, mai verificatosi in tanti anni di gioco, mai si verificherà di nuovo ed occorre ancora una volta ricordare che il gioco è divertimento, partecipazione ed educazione. Nel reciproco rispetto». Ripaltese, Soresinese e Pianenghese «sono società amiche che portano avanti l’attività sportiva, credendo nei valori educativi dello sport e — per quanto occorrer possa — chiedono entrambe scusa a tutti». A cominciare «dai bambini del 2013 che si trovavano in campo, per quanto è accaduto».


Il 21 maggio, il sindaco Roberto Barbaglio era allo stadio per le premiazioni del torneo. In quei minuti concitati non era tra il pubblico. «Si tratta di un comportamento assurdo — aveva commentato — sempre di più, purtroppo, specialmente quando in campo ci sono dei bambini, vediamo adulti inscenare proteste e assumere atteggiamenti aggressivi. Quanto successo è assolutamente da stigmatizzare».

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