L'ANALISI
23 Maggio 2023 - 05:30
PIANENGO - Ancora genitori (e nonni) che a bordo campo di una partita di bambini danno vita a uno spettacolo indecente, non riuscendo a tenere a freno animi surriscaldati in maniera ingiustificabile, da quello che succede in campo.
L’ultimo di una lunga serie di episodi, che purtroppo caratterizzano sempre più anche il territorio provinciale, è avvenuto l’altra sera a Pianengo.
Una partita di calcio categoria Pulcini, nati nel 2013, tra Soresinese e Ripaltese, nell’ambito del torneo promosso dalla Pianenghese. Un parapiglia scaturito dal litigio tra la madre 39enne di un bambino e la nonna di 71 anni di un altro baby calciatore. Le versioni, come sempre in questi casi, sono contrastanti. Secondo quella che sarebbe la parte lesa – non si sa ancora se la mamma del bambino sporgerà denuncia ai carabinieri – la nonna avrebbe addirittura tirato uno schiaffo al figlio dell’altra donna che, a quel punto, avrebbe reagito. Pochi secondi di follia, con un parapiglia generale che ha inevitabilmente coinvolto altri genitori presenti.
L’immediato intervento dei dirigenti della Pianenghese ha permesso di riportare la situazione alla calma. Di fronte agli animi comunque agitati e alle reciproche accuse, gli stessi responsabili del torneo hanno preferito chiedere l’intervento dei carabinieri.
«Siamo profondamente amareggiati – sottolineano i dirigenti della Pianenghese – abbiamo subito cercato di sedare gli animi, nel giro di qualche minuto la situazione era tornata alla normalità. Impossibile ricostruire con precisione cosa sia successo. Di sicuro, quali che siano le colpe e le motivazioni che hanno scatenato reazioni fuori controllo, una simile scena è inqualificabile e da condannare. Ad andarci di mezzo sono sempre e innanzitutto i bambini».
Il sindaco Roberto Barbaglio l’altra sera si trovava allo stadio per le premiazioni del torneo. In quei minuti concitati non era tra il pubblico della partita dei baby calciatori. «Si tratta di un comportamento assurdo – commenta –: sempre di più, purtroppo, specialmente quando in campo ci sono dei bambini, vediamo adulti inscenare proteste e assumere atteggiamenti aggressivi. Quanto successo domenica sera è assolutamente da stigmatizzare».
Dal racconto di Barbaglio emergono risvolti della vicenda che rendono ancora più inaccettabile quanto avvenuto: «Visto il parapiglia — prosegue — ho cercato di capire cosa fosse successo. Da quanto mi è stato detto tutto sarebbe iniziato quando la nonna di uno dei bambini in campo ha rifilato uno schiaffo al figlio dell’altra».
Qualsiasi cosa sia accaduta durante la partita, un fallo o magari un insulto tra bambini, si è trattato senza dubbio di una reazione sconsiderata. La madre ha reagito prendendo le difese del figlio e da qui le due si sono affrontate. Non manca però chi, tra i presenti, sostiene che il bambino non sia stato assolutamente toccato e dunque prende le difese della 71enne.
Sull’accaduto hanno effettuato le verifiche del caso i carabinieri, intervenuti con due pattuglie, una della stazione di Vailate e una di Crema. In un secondo momento, forse per l’agitazione e la concitazione di quei minuti, la 71enne si è sentita male. Ha avuto un calo di pressione ed è stata dunque soccorsa dal personale sanitario del servizio di emergenza del 118 e poi trasferita all’ospedale Maggiore di Crema per accertamenti.
La 39enne e il figlio sono stati assistiti sul posto dai soccorritori, senza che fosse necessario il trasporto in ospedale. «Abbiamo tutti vissuto momenti bruttissimi, per fortuna i dirigenti della Pianenghese hanno riportato subito la calma e anche molti genitori si sono prodigati in questo senso – conclude il sindaco –: un episodio molto negativo che ha segnato una bella manifestazione, un torneo lungo un mese che coinvolge 1.500 tra bambini e ragazzini. Piange il cuore per un simile epilogo».
La Ripaltese condanna il grave episodio: «Ero in campo a seguire la partita — spiega Alessandro Nichetti, responsabile del settore giovanile —. Non so cosa sia realmente successo, ma la Ripaltese prende le distanze da questa brutta vicenda. Ho chiesto personalmente scusa sia alla Soresinese che alla Pianenghese. I nostri valori sono altri, il gruppo che segue i ragazzi è composto da brave persone. Ogni anno organizziamo incontri di prevenzione dicendo ai genitori che non vogliamo sentire proteste contro arbitri e avversari e spieghiamo il nostro codice etico. Purtroppo con 160 tesserati e 320 genitori è molto difficile tenere sotto controllo le azioni fuori dal campo».
Si allunga, purtroppo, la scia di episodi che nulla hanno a che fare con lo sport. Dieci anni fa la rissa sugli spalti tra mamme e papà delle ragazzine, allora 12enni, delle squadre dell’Esperia e Crema volley, protagoniste della semifinale del campionato provinciale under 13. Le giovani giocatrici in lacrime, non poterono far altro che osservare la barbarie sugli spalti.
Tre anni fa ancora le ragazzine under 13 dell’Esperia, stavolta il match era con il Corona. Le giovanissime giocatrici diedero una lezione a genitori e adulti che litigavano sugli spalti e insultavano il direttore di gara. A fronte della decisione dell’arbitro di sospendere la partita e far uscire il pubblico, decisero di restare in campo e giocarono una partita amichevole. A vincere, quella volta, fu solo lo sport.
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