L'ANALISI
CREMA: IL NODO DELLA LINEA PER MILANO
12 Luglio 2023 - 05:15
La stazione ferroviaria di Crema
CREMA - In viaggio a bordo di treni, senza l’aria condizionata, nei giorni più caldi dell’estate. E per di più con un servizio informazioni che fa acqua da tutte le parti e non aiuta certo chi si sposta a gestire ritardi e cambi di binario. Dopo i pesantissimi disagi patiti lunedì nel pomeriggio e in serata, a causa di disguidi tecnici, il comitato dei pendolari cremaschi chiama in causa il presidente della Regione, Attilio Fontana. «C’è un momento in cui bisognerebbe avere il coraggio delle proprie azioni e chiedersi se si sia in grado o meno di gestire un servizio pubblico — scrivono i rappresentanti degli utenti —: la nostra idea è chiara. Lasciamo a voi formulare la vostra, alla luce dei fatti. A lei in particolare, presidente. Siamo davvero scoraggiati, nessun segno di cambiamento. Nessuno». Parole amarissime, diffuse anche via social nella tarda serata di lunedì, quando i viaggiatori sono rientrati finalmente a casa distrutti dopo una giornata di lavoro, ma soprattutto dopo un viaggio di ritorno da incubo.
«Il diretto 10605 delle 16.36 da Milano Porta Garibaldi per Crema e Cremona viene effettuato da diverse settimane con un doppio piano, che non ha nessuna carrozza condizionata — ricordano gli utenti —: lunedì ci è stato detto attraverso l’app che non era ancora partito per un intervento tecnico a bordo. Tradotto, vuol dire che è invivibile per il caldo e il capotreno o il macchinista non possono far partire il convoglio. Lo sopprimeranno, annunciandolo con le infinite tempistiche. Nel contempo però sul quadro orario di Lambrate, il treno non ha nessun ritardo segnato».
Per fortuna c’è l’esperienza del pendolare: si sale sul regionale per Brescia, che ferma a Treviglio: il convoglio è in orario e soprattutto ha l’aria condizionata. Solo a Treviglio si scopre che il 10605 è stato soppresso. Tutto bene sino a casa? Manco per idea. «Sono le 17.25 alle 17.36, parte il 10647 per Crema. Ma la malagestione del sistema si supera. Nel caldo infernale del pomeriggio, il regionale viene dato sul binario 2. Il fatto che non ci sia è davvero un brutto segno. Qualcuno inizia a chiamare per farsi venire a prendere. Poi viene comunicato che il 10647 sarà in ritardo, senza quantificarlo». Salta anche l’opzione del diretto il 10607, partito alle 17.36 da Garibaldi: è in ritardo pure quello. Alla fine i pendolari arrivano a casa alle 19,30. «Tre ore per fare 70 chilometri, più lenti di una bicicletta elettrica, nel 2023, in Lombardia. Sappiamo che sarà una settimana difficile. Chiediamo almeno di essere informati per tempo».
Temi che da tempo sono sul tavolo dei consiglieri regionali del territorio. «L’ennesima storia di ormai ordinari disservizi — sottolinea Matteo Piloni del Pd —: intanto la giunta Fontana decide di prorogare per altri dieci anni il contratto con Trenord. Perché la gestione del trasporto pubblico è regionale. E Trenord dice che va tutto bene. Noi continueremo a pretendere un servizio ferroviario decente». Riccardo Vitari, della Lega, commenta: «L’appello dei pendolari va sempre ascoltato. È importante avere un interlocuzione e portare soluzioni a tutti i problemi. Temi ben noti all’assessore Franco Lucente. Sono consapevole che sono stati giorni difficili, anche il governatore Fontana sta facendo del suo meglio. Ricordo l’impegno della Regione sul tema: la Lombardia, entro il 2025, avrà 222 nuovi terni e attualmente la metà dei mezzi è già stata consegnata». Per Marcello Ventura, di Fratelli d’Italia, «il problema dei trasporti pubblici è delicato e per i treni riguarda anche la tratta Mantova-Cremona-Milano. Dobbiamo fare quadrato e intervenire».
Da Trenord, intanto, hanno chiarito che il problema della comunicazione divergente tra app e tabelloni alla stazione è dovuto ai differenti gestori. Il primo serizio è in capo appunto a Trenord, il secondo a Rete ferroviaria italiana.
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