L'ANALISI
22 Giugno 2023 - 15:13
Il tribunale di Cremona
CREMONA - Per soddisfare il «bisogno edonistico di incremento della massa muscolare», era alla continua ricerca di anabolizzanti ‘sotto traccia’, nei canali illegali. Ma «per la spedizione di tre ance, testi e win orale, mi devo organizzare perché sono un uomo di legge e come ben sai in Italia sono farmaci illegali. Sia nel versamento del contante che nel luogo di ricezione della merce non devono essere a nome mio e né al mio indirizzo di casa. Quindi mi occorre un presta nome con relativo domicilio». L’ ‘uomo di legge’ intercettato dai colleghi della Squadra Mobile nel 2017, è Vincenzo Catapano, 51 anni, napoletano, ex poliziotto in servizio nella sala operativa della Questura, il 27 aprile scorso condannato a 2 anni e 3 mesi di reclusione per ricettazione di farmaci dopanti e per accesso abusivo ai sistemi informatici. Ha usato le sue password e le sue credenziali per accedere e scoprire se lui stesso fosse sottoposto a procedimento penale.
La motivazione della sentenza è stata depositata. E consegna uno spaccato di come l’ossessione per il fisico diventi una malattia. Lo spiega un amico di Catapano (sentito al processo) che al poliziotto «pochissime volte» chiese di procurargli i dopanti. Perché? «Sinceramente li compravo perché i primi anni di palestra non mi piacevo, sono sincero. Non mi piaceva l’aspetto. Volevo migliorare me stesso, né per fare gare né per farmi vedere dagli altri, per me stesso e basta».
Era alla continua ricerca di dopanti, l’ ‘uomo di legge’ che il 13 settembre del 2017, nella sala mensa della caserma Marconi della Polstrada avvicinò un collega. Scrive il giudice: «Nel corso della conversazione, gli era stata richiesta la disponibilità di vendere eventuali residui di fiale di ormone della crescita che egli utilizzava per suo figlio a fronte di un guadagno di circa 3-4 euro per unità». L’agente «negativamente colpito per la proposta ricevuta», due giorni dopo bussò alla porta della Squadra Mobile.
Cominciò così la prima inchiesta sul doping a Cremona con al centro Catapano (ristretto ai domiciliari a inizi dicembre 2018, poi tornato liberi), il poliziotto che «per il suo bisogno edonistico» continuava a ‘smanettare’ per procurarsi i farmaci illegali attraverso WhatsApp e Messenger. Su Messenger c’è la richiesta, in lingua inglese, di «100 ml di trenbolone acetatto, 100 ml di boldenone, 100 ml di deca e 100 ml di testerone enantato». Su WhatsApp quella fatta a un un amico del giro della palestra. «Buongiorno. Se puoi mi serve 1 boide, 1 testo enantato e 1 diabolo». «Sì ok c’è tutto». Chat con allegati prezzi, foto dei prodotti e loro marca. Nella motivazione della sentenza si riversa, tra le altre, la chat in cui il poliziotto vuole acquistare «due penne». O l’altra in cui dà l’ordine, «comunicando che nel frattempo avrebbe ricevuto lo stipendio».
Osserva il giudice: «Dal tenore della congerie di numerose conversazioni di messaggistica estratte dal cellulare» di Catapano «appare evidente che non possano sussistere dubbi riguardo al fatto che il poliziotto acquistasse con regolarità sistematica sostanze dopanti illecitamente senza quindi ricorrere alle farmacie autorizzate o alle altre strutture legittimate a detenere tale tipologia di farmaci, né risulta che sia mai stato in possesso della prescrizione medica che sarebbe stata necessaria per acquistarli anche perché non affetto da patologie che avrebbero consentito la prescrizione stessa». La sua «patologia» era l’ossessione per i muscoli gonfiati. I farmaci vietati dalla legge, il poliziotto se li procurava soprattutto per uso personale, talvolta li ha procurati ad alcuni amici. E’ il caso del «Testovis a 7 euro a fiala, provo a trovare il Sustanon, ti offro le compresse Wi: ho sei scatole disponibili al prezzo di 35 euro a confezione». In pochissimi casi li ha venduti per ricavarci un guadagno. Non li ha commercializzati: l’accusa dalla quale è stato assolto.
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