L'ANALISI
23 Febbraio 2023 - 17:44
L'imprenditore Marco Melega
CREMONA - «Sono perfettamente riusciti a carpire la buona fede», dice Andrea, natali a Catania, casa a Lecce dove amministra una srl. Ieri ha preso il treno. Destinazione Cremona: ha pernottato per arrivare in Tribunale puntuale, alle 9.30 di stamane. Nell’aula penale Andrea racconta la storia dei 47 mila euro ‘bruciati’ in telefonini mai arrivati né rimborsati. E pensare che li acquistò su advstocks.it «perché i prezzi erano assolutamente interessanti».
Angelo da Messina, ieri è saltato sull’aereo. L’atterraggio a Malpensa, l’auto presa a noleggio, il pernottamento a Cremona. In aula spiega di aver comperato giocattoli per 545 euro su marashopping.it. Mai ricevuti, mai rimborsati. E’ accaduto anche a Simona di Palermo: 5.320 euro ‘bruciati’ in prodotti elettronici. E a Maria Luisa, lei avvocato di Napoli, ieri è si è fatta il viaggio in auto. Su marashping ha ordinato, pagandoli 510 euro, un pc, due Nintendo e dei saponi. Tutto è finito in una «bolla di sapone».
Aula penale B, va in scena la nona udienza del processo a carico di Marco Melega, l’imprenditore che avrebbe ideato la maxi truffa del ‘Doppio click’ dal nome dell’operazione della Guardia di Finanza. Melega è accusato anche di riciclaggio, bancarotta fraudolenta, reati fiscali. Storia di clienti truffati in tutta Italia, di società aperte, intestate a ‘teste di legno’, «ma riconducibili a Melega», secondo le Fiamme Gialle, società svuotate, fatte fallire, di fatture false e di soldi riciclati.
Anche l’udienza numero 9 è dedicata ai clienti truffati: 22 quelli sentiti oggi, testi del pm Chiara Treballi. Gente che si è fidata degli spot martellanti di sottocosto.it o del sito gemello marashopping passati sulle radio - Radio 105, Radio Dj, Rtl, Radio 24 del Sole24 ore - e in tv, sui canali Mediaset (Canale5 e Italia1).
Lo spot di marashopping: «Su marashopping.it trovi tutto a prezzo più basso del web. marashopping.it felici e contenti». Altro che «felici e contenti».
Tutti arrabbiati i clienti che nel 2019 fecero l’ordine, pagarono la merce con bonifico alla Domac (società a cui era collegata maraschopping) o alla Promotional Trade agganciata a sottocosto online. Storie di merce mai arrivata, di mail di solleciti, di risposte bugiarde: C’è un problema di approvvigionamento». Di promesse: «Se non arriva la rimborsiamo ra 90 giorni». Fioccarono le querele.
Simona da Palermo fa verbalizzare: «Vedendo tutta la pubblicità mediatica anche su Radio 105, mi sono incuriosita. Sono andata a curiosare in Internet, sembrava tutto okay, ho visto le recensioni e ho capito che per un po’ di tempo il sito aveva lavorato bene, era affidabile». Questo prima del «pacco». Dopo «il pacco» è tornata sul sito: «Ho visto che la Polizia postale l’aveva oscurato e c’era anche un servizio delle Iene».
Maria Luisa l’avvocato: «I prodotti non arrivavano, seppi che la società era in fallimento. Mi sono collegata al portale dei fallimenti del Tribunale di Cremona e ho visto che c’era la procedura fallimentare aperta e ho fatto subito querela». Ieleana su marashopping ordinò una lavatrice e una asciugatrice. Le pagò 1.000 euro. Nè merce né rimborso.
Sergio da Torino acquistò buoni carburante per 5 mila euro. Marco da Motta Visconti cercava un telefonino. Navigando in Internet scoprì marashopping: «Feci la verifica, la ditta era affidabile, credenziali buone. Poi ho sentito la pubblicità su Radio 105». Acquistò due smartphone per 808 euro. Giovanni della provincia di Bari scoprì marashopping tramite un amico. Acquistò uno smartphone per 398 euro.
Carmelo, natali a Campobello di Licata (Agrigento) sentì la pubblicità di marashopping «in tv e su Radio24». Comperò un pc per 1.200 euro. Bonifico alla Domac srl. Inviò le mail di sollecito. Non solo. «Ho mandato miei amici che abitavano a Torino all’indirizzo della società: Non esisteva. Su internet poi ho visto che il sito era stato oscurato».
Anche Tommaso, siciliano della provincia di Palermo, sentì la pubblicità su Mediaset e acquistò due telefonini per 1.958 euro. Anche lui poi scoprirà su Internet che il sito era stato oscurato.
Chiara, casa a Parma, lavoro a La Spezia: «Ho visto la pubblicità su Mediaset di marashopping. Ho acquistato un Iphon per poco più di mille euro». Mauro è arrivato da Como. Fa l’autotrasportatore. «Ascolto sempre la radio - spiega —. Su Radio Dj avevo sentito la pubblicità di marashopping. Ho comprato due pc, li ho pagati 1.448 euro». Né merce né rimborso. «Poi ho cercato su Internet e ho visto che il sito era stato oscurato dalla polizia Postale».
Massimo, natali a Nocera Inferiore, fa verbalizzare: «Mi ero fidato di Radio 24 e delle Tv». Comprò un telefonino per 391 euro». Fabrizio, toscano di Firenze, un Iphon per 1100 euro. «La pubblicità di marashopping l’avevo sentita su Canale5 e Italia1...mi sono sentito fregato».
Daniele , casa in provincia di Ancona, non ha mai ricevuto il drone pagato 1.044 euro. Ezio vive in Svizzera. Un cugino gli suggerì marashopping. Acquistò uno smartphone per 389 euro. Diego, nato a Bolzano, casa a Trento comperò una playstation 4 per 247 euro. «Purtroppo poi ho capito che ero stato truffato». Davide da Massa Carrara acquistò un cellulare per 449 euro; Nicolò su Sottocosto comperò 5.000 euro di buoni carburante;
Claudia, da Asti, uno smartphone per 449 euro; Marcello di Traversetolo (Parma), testimone numero 189 della lista del pm, sentì la pubblicità di marashopping «su Rtl , Radio Dj, Canale 5». Acquistò uno smartphone per 449 euro. E poi c’è il caso di Giuseppina. Oggi è pensionata, ma per vent’anni ha lavorato nel gruppo di Radio24. «Mi sono fidata della pubblicità di marashopping su Radio24».
Comprò un pc per 749euro. mai arrivato. «Ho cercato di andare sul sito, ma era stato bloccato dalla polizia postale. Casualmente vidi un servizio su Mediaset. Inseguivano Melega. ‘Non si vergogna?». Non era Melega, ma Cristiano Visigalli, il braccio destro che ha già patteggiato dal gup. Il servizio era di Striscia la Notizia. La troupe era a Cremona ad aprile. Visigalli venne fermato in corso Vittorio Emanuele da Max Laudadio e gli rispose maleducatamente «Dove sono, dove sono questi soldi? Me li vedi... str...». Altri clienti beffati saranno sentiti il 9 marzo prossimo.
A luglio del 2019, Visigalli, Melega, una prestanome e un commercialista milanese accusato di aver riciclato i soldi delle truffe finirono ai domiciliari.
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris