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Processo Melega, settima udienza: in aula «sfilano» i truffati

Le testimonianze delle vittime che tra il 2014 e il 2018 hanno fatto acquisti a prezzi convenienti su Sottocosto.online o su MaraShopping non ricevendo mai nulla

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

19 Gennaio 2023 - 18:57

Processo Melega, settima udienza: in aula «sfilano» i truffati

CREMONA - «Mi sono sentito un pollo», dice Alberto, manager di Milano. «Ci siamo fatti ingannare», fa verbalizzare Paolo, dirigente di Pontassieve, comune alle porte di Firenze. «…poi ho visto che era tutta una fregatura», afferma Nicola di Volpago del Montello (Treviso). Alberto, Paolo, Nicola sono tre delle moltissime vittime che tra il 2014 e il 2018 acquistarono telefonini, computer, tablet, bottiglie di vino o buoni carburante a prezzi convenienti su Sottocosto.online o sul sito e-commerce gemello MaraShopping.

Storia di merce ordinata, pagata, mai arrivata né rimborsata. Di mail di sollecito e di rabbia. A tirare il «pacco» ai clienti di tutta Italia, secondo l’accusa è stato Marco Melega, 51 anni compiuti il 15 gennaio scorso, l’istrionico imprenditore di successo che con il suo braccio destro Cristiano Visigalli, lui già uscito dall’indagine Doppio click della Guardia di Finanza con un patteggiamento, avrebbe aperto, svuotato e fatto fallire società intestate per lo più a «teste di legno». Società come la Promotional Trade a cui era collegato Sottocosto on-line, o la Domac, a cui era collegato il sito Marashopping.

Il pm Vitina Pinto

Associazione a delinquere finalizzata alla truffa on-line, riciclaggio, bancarotta fraudolenta, frode fiscale sono le accuse dalle quale deve difendersi Melega, il 16 luglio del 2019 arrestato, finito in carcere, poi ai domiciliari, quindi di nuovo in cella, libero da gennaio del 2020. Oggi la settima udienza. Si sono messi in viaggio, i truffati, chi dal Lazio e chi dalla Toscana, chi dall’Emilia Romagna e chi dal Veneto per raccontare ai giudici (presidente Francesco Beraglia) come sono cascati nella trappola, fidandosi della martellante campagna pubblicitaria dei siti e-commerce lanciata dai più importanti gruppi editoriali Mediaset, Cairo, 24 Ore, su radio come Radio 24, tv e riviste. Anche i gruppi editoriali non sono mai stati pagati da Melega &C.

Agli atti del processo ci sono già le testimonianze di un manager che acquistò 60mila euro di buoni carburante, di un altro che comprò vino per 40 mila euro. Gente furiosa. Anno 2018. Sono storie di truffe tutte fotocopia. Paolo da Pontassieve è il rappresentante di una srl con sede legale a Firenze. Teste del pm Vitina Pinto, racconta: «Il responsabile acquisti compra un computer più altri apparecchi elettronici per 2.480 euro, perché invogliato dalla grande campagna pubblicitaria sul Sole 24 Ore. Si fa l’ordine, il bonifico sul conto di Promotional Trade. Ma la merce non arriva». Partono le mail di sollecito. «Tantissime mail», evidenzia il manager. Le scuse: «Guardi, siamo in ritardo, le facciamo uno sconto sul prossimo acquisto». «Poi ho capito: questa è una truffa bella e buona, facciamo la querela e vediamo che succede». La querela viene fatta a gennaio del 2019.

Da Alpago, in provincia di Belluno, in aula a Cremona c’è Renzo, amministratore di una società: «Ho fatto acquisti su Sottocosto.online, perché ho visto che il prezzo era interessante e perché lo pubblicizzavano su Radio 24 e pensavo fosse sicuro. Ho acquistato bottiglie di vino e un telefonino per 1.295 euro. Ho dato un acconto di 647,54 euro come richiesto. Il bonifico sul conto della Promotional Trade. I beni non sono mai arrivati. Non ho versato il saldo. Ho provato a telefonare anche a Radio24: erano seccati». Il 27 novembre del 2018 il manager fa querela.

Da Volpago del Montello (Treviso) è arrivato Nicola. Nel settembre del 2018, Su Sottocosto ha comprato 3 telefonini per 1.107 euro. «Chiedevano l’anticipo del 50%, io ho pagato tutto subito». La merce non arriva. «Mandavo mail ogni due, tre giorni. Spesso mi rassicuravano. Ho parlato con un certo Marco Ferrari che mi ha passato una certa Barbara, poi ho visto che era tutta una fregatura». L’1 febbraio del 2019, il manager presenta la querela. «Due giorni dopo la denuncia, su Internet ho visto che il sito era sparito». Per chi ha indagato, Marco Ferrari non esiste.

Fabio da Bergamo e si è costituito parte civile. «Su Radio 24 vengo a conoscenza di una promozione. Generalmente non faccio acquisti su Internet», ma per lui che fa l’agente di commercio e mastica 25mila chilometri all’anno, i buoni carburante sembrano un buon affare. Ne acquista per 5mila euro su Sottocosto. «Faccio il bonifico alla Promotional Trade. La merce doveva arrivare entro 5 giorni». Dopo una settimana, nulla. «La scusa? A causa di una elevata richiesta, 'ci sono ritardi sulla consegna’. Ritarda, ritarda, ho parlato con un certo Marco Ferrari, gentilissimo, sempre risposte cortesi... Poi ho mangiato il resto della foglia». Il 29 novembre del 2018, Fabio presenta querela.

La vila con piscina di Melega


Pasqualino da Padova racconta: «Sulle radio nazionali, su Radio24 sentivo la pubblicità di Sottocosto.online, c’erano prodotti che mi interessavano, ho acquistato un computer e un telefonino». Le mail di sollecito, il 25 ottobre presenta querela. Laura è arrivata da Casalbuttano. Nel giugno del 2018, su Sottocosto.online compra bottiglie di vino per poco più di 1000 euro. «Avevo visto il sito, mi ero fidata della pubblicità anche in tv». Querela. Elena, medico di base, è partita da Modena. L’1 luglio del 2018 Su sottocosto ordina 2 tablet e un telefonino per 1.403 euro. «Lo stesso giorno ho fatto il bonifico alla Promotional Trade. La merce non è mai arrivata, neanche il rimborso. Niente di niente». Querela.

Giorgio si è messo in viaggio da Valle Versa, valle del Monferrato (Asti). «Per lungo tempo ho sentito la pubblicità su Radio 24, ho guardato sul sito Sottocosto le offerte, mi interessava quella sui buoni carburante dell’Eni, faccio l’ordine per 5 mila euro di buoni e il bonifico alla Promotional Trade. I buoni non arrivano. Dieci giorni prima della querela, in banca mi hanno detto che il conto corrente su cui avevo fatto il bonifico era stato bloccato». Il 10 gennaio del 2019 Giorgio fa la querela.

Alberto, manager di Milano, aveva sentito parlare di Sottocosto da un amico. «Me lo ha suggerito, Ho comprato due telefonini e una stampante visto che erano parecchio scontati. Ho dato l’acconto di 800 euro». Partono le mail di sollecito. «Le scuse erano sempre diverse, ad un certo punto, furbescamente mi hanno detto di pagare tutta la merce per averla prima. No. Mi sono sentito come un pollo». Né merce né rimborso, querela.

Massimo è un finanziere partito da Rieti. Ascoltando «una radio di Roma» ha sentito la pubblicità di Sottocosto. Ha acquistato un pc per 592 euro. «Sono andato a vedere su Internet». Da finanziere, il suo cruccio è di non aver alzato le antenne quando gli è stato chiesto di fare il bonifico «su una banca on line». Il 22 gennaio del 2019 fa la querela. Adriana da Portogruaro, comune della città metropolitana di Venezia, ha comprato un computer per 1.090 euro su Sottocosto.

Davide risiede in provincia di Monza-Brianza. Rappresentante legale di una srl, nel dicembre del 2018 acquista su Marashopping tre telefonini. In aula estrae la fattura: 1.127 euro. Il bonifico lo fa alla Domac. La merce non arriva. «All’inizio mi avevano confermato l’ordine, gentilissimi, poi mi è venuto il dubbio. Mi davano risposte senza senso». Parla con un tale «Francesco Bianchi responsabile di MaraShopping». Presenta la querela.

Paolo da Baggiovara (Modena), racconta: «Sotto natale c’era la pubblicità martellante di Marashopping su Radio 24. Mi convinco a comprare un computer». Lo paga 1.199 euro. «Sembrava tutto a posto, non era a posto un bel niente. Dopo ho scoperto tutto quello che c’era sotto, perché i giornali hanno cominciato a parlarne e ho fatto la querela». La presenta il 24 gennaio del 2019.

Tra le vittime, c’è anche chi è stato rimborsato come Angela, arrivata oggi da Montopoli in Val d’Arno (Pisa). Aveva acquistato 6 telefonini per 2.394 euro. Lei è stata rimborsata. Oggi ha rimesso la querela. E l’ha rimessa anche Irene, di Genova, «perché il mio avvocato tempo fa ha trovato un accordo». Il 9 febbraio prossimo saranno sentite altre 50 vittime della truffa on line.

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