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«DOPPIO CLICK»

Caso Melega: «Ecco come siamo stati truffati»

Le vittime arrivate da tutt'Italia. Si è tenuta l’udienza numero 8 della poderosa indagine della Guardia di Finanza sull'imprenditore accusato anche di bancarotta, riciclaggio, frode fiscale

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

09 Febbraio 2023 - 17:21

Caso Melega: «Ecco come siamo stati truffati»

CREMONA - Questa mattina è salito su un aereo decollato dall’aeroporto di Napoli Capodichino, è atterrato a Orio al Serio (Bergamo), in auto ha raggiunto il Tribunale di Cremona. Nella vita, Fabio de Iorio fa l’avvocato a Napoli, la sua città, e il vice procuratore onorario al Tribunale di Torre Annunziata. Per mestiere, da pm chiede condanne o assoluzioni, da avvocato difende gli imputati o assiste le vittime dei reati.

Stavolta, la vittima è lui come i moltissimi cascati nella truffa messa in piedi, secondo l’accusa, da Marco Melega, 51 anni, imprenditore, il «regista» di Sottocosto on line e del sito gemello Marashopping.it, siti e-commerce sui quali i clienti di tutta Italia acquistarono prodotti a prezzi molto convenienti: Ipad, Iphon, telefonini, playstation, buoni carburante, spumante e droni. Merce pagata con bonifico, mai arrivata né rimborsata. Melega avrebbe anche aperto, svuotato e fatto fallire società intestate per lo più a «teste di legno», ma «a lui riconducibili». Srl come la Promotional Trade, a cui era collegato Sottocosto on-line, o la Domac, a cui era agganciato Marashopping.

melega

Marco Melega

Oggi si è tenuta l’udienza numero 8 della poderosa indagine «Doppio click» della Guardia di Finanza con Melega accusato anche di bancarotta, riciclaggio, frode fiscale. E con altre 21 vittime che si fidarono della martellante campagna pubblicitaria dei «bazar» on line su Mediaset, La 7, Radio 24 del Sole24Ore.

Ventuno vittime arrivate da tutta Italia, isole comprese: dalla Sardegna ( Cagliari) al Molise ( Campobasso) dalla Campania (Napoli) alla Puglia (Bari), dalla Toscana e dall’Emilia Romagna, dal Piemonte e dalla Lombardia, dal Veneto e dal Friuli Venezia Giulia.

Anno 2019. Testi del pm Vitina Pinto, i truffati hanno spiegato il proprio caso al collegio presieduto dal giudice Francesco Beraglia. Casi fotocopia: merce ordinata, pagata con bonifico, i ritardi, le mail di sollecito e le risposte vaghe («Il prodotto è esaurita, stiamo facendo il rifornimento...»).

L’avvocato de Iorio si è costituito parte civile, assisto dalla collega Federica Vianello. Fa mettere a verbale: «Avevo visto su Mediaset e sentito in radio lo spot di Marashopping. Sono andato a vedere sul sito: non una gran scelta, ma i prezzi erano davvero convenienti». Non contento della prima verifica, ne fece una seconda. «Su Amazon le recensioni erano positive. La mia idea è che il marchio Marashopping fu passato a qualcuno che ha fatto la truffa. Su Trustpilot ancora oggi le recensioni sono tutte negative».

L’avvocato-pm onorario acquistò un computer e un telefonino. Partirono le mail di sollecito. «Cominciava a starmi un po’ stretta questa cosa». Presentò querela.

Giacomo da Reggio Emilia, racconta: «Mio padre appartiene alle forze dell’ordine. Mi ha detto di fare denuncia». Fabio l’ha fatta quando ha capito che l’acquisto su Marashopping di una playstation pagata 200 euro era «un pacco». «Poi, ho visto in Internet che altre persone erano cadute nella truffa». Ci era cascato anche papà Giovanni, risalito a Cremona da Cagliari. Comperò per 247 euro, una Playstation da regalare al figlio. «Mai arrivata, mai rimborsato». Anche papà Marco da Cividale del Friuli, ordinò una playstation da regalare al figlio: 294 euro in fumo.

Agli atti del processo c’è la storia di Giorgio, partito da Campobasso. Su Marashopping acquistò un portatile: 1.499 euro. «Dopo alcuni mesi ho visto che il sito era stato oscurato dalla Guardia di Finanza». Gianfranco abita a Bellagio, bellissimo borgo che si riflette nel lago di Como. Le bottiglie di spumante per 5 mila euro non sono mai arrivate. Francesco ha casa a Caorle, comune della città metropolitana di Venezia che si affaccia sul mar Adriatico. «Cercavo una consolle. Su Marashopping il prezzo era avvincente. L’ ho pagata 247 euro. Né merce né rimborso».

Pierantonio da Treviso, ordinò un Ipad per 299 euro. «Né merce né rimborso». Roberto da Carrara ordinò un telefonino per 389 euro. Michele da Como, pese 749 euro per un Macbook. «Viaggiavo spesso in macchina, sentivo alla radio la pubblicità di Marashopping. Poi ho cercato sui siti web e ho scoperto che la Polizia postate di Trieste aveva messo sotto sequestro il sito».
Nella lista dei truffati figurano Alessandro da Bologna ( il che Iphon pagato 1079), Lorenzo da Bari ( Iphon da 699 euro), Andrea da Verona ( 2 telefonini pagati 1958 euro), Alberto da Cordenons (Pordenone) due droni per 3 mila euro. Addio droni e rimborso.

In aula si tornerà il 23 febbraio. 

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