Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

IL FUTURO DEL GRANDE FIUME

Lungo il Po nella natura. Via libera ai primi fondi

Rinaturazione delle golene cremonesi e piacentine: prima tranche per gli interventi

La Provincia Redazione

Email:

redazioneweb@laprovinciacr.it

11 Gennaio 2023 - 11:04

Lungo il Po nella natura. Via libera ai primi fondi

Una barca in una lanca del Po: uno degli splendidi scorci che il Grande Fiume sa offrire e regalare a chi lo frequenta

CREMONA - È arrivata dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica l’informativa tecnica che consentirà ad Aipo, l’Agenzia Interregionale per il Po, di poter contare su una iniziale, rilevante, quota percentuale di anticipazione, sui complessivi 357 milioni di euro di finanziamento disponibile, per poter avviare tutti gli iter procedurali necessari che porteranno ai bandi di gara e alle successive aperture dei cantieri dello progetto di Rinaturazione dell’area del Po. Compresa quella cremonese. Dove il progetto contempla la rinaturazione del tratto fluviale che va da Isola Serafini a Crotta d’Adda passando per Spinadesco, con intervento di adeguamento morfologico della Lanca Livrini a Cremona e Gerre de’ Caprioli.

Il piano d’azione, redatto dall’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume che, proprio in tandem con lo staff tecnico di Aipo, ha recentemente concluso con ottimi esiti di presenze il processo partecipativo sulle diverse zone interessate, è sostenuto dall’Unione Europea grazie al Next Generation EU (NGEU), il programma che prevede investimenti e riforme strutturali al fine di accelerare, tra vari aspetti, la transizione ecologica nel nostro paese. Si tratta di un investimento da 357 milioni di euro che verranno investiti per riattivare i processi naturali e favorire il recupero della biodiversità, garantendo così il ripristino del fiume e un uso più efficiente e sostenibile delle risorse idriche.

«Oltre al rispetto di queste linee guida – sottolinea il presidente del Comitato di Indirizzo di Aipo, Pietro Foroni – il compito di questo grande investimento, che è anche un’avvincente sfida finalizzata a migliorare la qualità di vita di tutti, è quello di contribuire a mitigare e gestire più adeguatamente il rischio idrogeologico, sia dal punto di vista della prevenzione che dell’adattamento, oltreché di rendere più resilienti le infrastrutture connesse alle risorse idriche».

Il progetto di rinaturazione del fiume Po, come anticipato, si inserisce nel più ampio processo della transizione ecologica, uno dei pilastri comunitari sul quale si fonda il Pnrr. L’obiettivo è quello di passare da un modello economico e sociale basato sullo sfruttamento delle risorse ambientali ad uno che, invece, impiega, protegge e valorizza il capitale naturale, ponendolo alla base del modello di sviluppo. «Per tutta la forza-lavoro di Aipo – sottolinea il direttore Meuccio Berselli – l’appuntamento con la realizzazione di questo progetto sarà da considerarsi epocale e pur facendo i conti con una tempistica assai ridotta ed in mancanza di una legge speciale, sarà per noi tutti fondamentale riuscire a concretizzare quanto pianificato. Inoltre sarà doveroso realizzare una comunicazione straordinaria, puntuale e periodica per contribuire, in modo chiaro e con trasparenza assoluta, alla sensibilizzazione delle comunità e alla relativa condivisione delle diverse fasi operative dei lavori».

Il piano messo sul tavolo inizialmente per la zona al confine fra Piacentino e Cremonese prevedeva 36 interventi. Nell’area emiliana si era parlato di un controllo specie alloctone invasive lungo 24 ettari di Oasi de Pinedo a Caorso; a Monticelli riaperture lanche per tre metri cubi di corso fluviale e riforestazioni lungo cinque ettari; nella zona di Olza-Fogarole ipotesi riqualificazione per 25 ettari di zona fluviale, con altri cinque ettari interessati anche da riforestazione e altrettanti da controllo vegetazione alloctona. Spostandosi sulla sponda cremonese, in elenco c’erano interventi alla Lanca Livrini su 60 ettari, mentre per Gerre si ragionava di riforestazioni (10 ettari) e controllo specie vegetali (6,7 ettari). Alla fine, accantonato il piano di Foce Nure, che prevedeva la riattivazione o la riapertura di lanche in un’area di 10 milioni di metri cubi, oltre a piantumazioni per 50 ettari, si è aggiunto l’abbassamento del pennello a monte di Cremona (non quello in prossimità del ponte) e quelli a valle in aree demaniali.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400