L'ANALISI
22 Dicembre 2022 - 05:05
CREMONA - Dopo un’estate e un autunno con siccità record (toccata quota -8,55 metri a giugno) è ripresa la navigazione, sia quella turistica che quella industriale: diverse le imbarcazioni che sono state notate nelle ultime settimane prima e dopo il porto. Tanto che anche Aipo ha deciso di accendere riflettori sui più frequenti carichi di materiali trasportati nel tratto del medio Po (nei territori di Cremona, Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Mantova in direzione del Delta) grazie all’impiego di grandi chiatte. Un’opportunità e una intensificazione della navigazione a scopi industriali-logistici, dunque, che rilancia inevitabilmente le aspettative dal settore e i progetti futuri legati anche ad un terminal ferro-gomma-acqua da realizzare a San Nazzaro, a servizio dell’area portuale cremonese. Proprio lì di recente sono transitate le chiatte della ditta Fagioli Spa, che opera nel campo dei trasporti speciali.
«Allineandoci ai Paesi del Nord Europa, che utilizzano in modo proficuo, sostenibile e intelligente questa modalità di trasporto – spiega il direttore di Aipo Meuccio Berselli – occorre migliorare la capacità del fiume di poter ospitare imbarcazioni di quinta classe, in grado di movimentare merci lungo l’asse Delta-tratto mediano del Po». Non a caso i 50 milioni di euro spesi per la nuova conca di navigazione a Isola Serafini, recentemente interessata da test di sicurezza, sono stati stanziati proprio allo scopo di intensificare il passaggio di navi classe quinta.
«La navigazione fluviale è una delle mission strategiche di Aipo – aggiunge Berselli – e permette di incentivare gli spostamenti commerciali e navigare, rilanciando tutto il contesto fluviale e rendendolo più appetibile per stakeholders, aziende e cittadini. In linea coi parametri richiesti dall’Unione Europea. Inoltre va considerata con grande attenzione la possibilità che la navigazione, se ben fatta, possa dare un contributo rilevante per l’alleggerimento del traffico su strade e autostrade. Con la diminuzione conseguente di anidride carbonica». I numeri parlano chiaro: una imbarcazione da 115 metri di lunghezza e 11,5 di larghezza permetterebbe di trasportare 80 container. Che equivalgono ad 80 autoarticolati in meno sulle strade.
Enrico Popovich, dirigente Fagioli Spa, parla anche di vantaggi economici: «Da Porto Marghera a Cremona via Po ci vogliono 36-48 ore, evitando il traffico stradale e superando i vari ostacoli presenti sulle strade come ponti, sottopassi, segnaletiche, eventuali disagi. Questo va ad incidere sui costi di trasporto e sulle tempistiche». Oltre che, va aggiunto, sulla sicurezza.
In ottobre ad esempio sono arrivati via fiume un generatore di 338 tonnellate, il nucleo di un trasformatore pesante 135 tonnellate, un anello dal peso di 117,2 tonnellate e un forno inceneritore di 160 tonnellate. Anche il presidente della Provincia di Cremona, Mirko Signoroni, ha recentemente sottolineato l’importante ruolo del porto: «Ci sono tutte le condizioni perché il trasporto fluviale, almeno per questa tipologia merceologica, possa ulteriormente svilupparsi nell’immediato futuro e si auspica che i già previsti interventi di Aipo possano favorire la navigazione per altre tipologie merceologiche».
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